capitolo 11

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Nuovamente lo stesso identico incubo. Questa volta però, sapeva cosa fare, sapeva dove andare. Avrebbe dovuto raggiungere Malfoy il prima possibile e cercare di comunicare con lui in ogni modo.

Girò l'angolo e si diresse subito verso il corridoio nel quale si era diretto l'ultima volta. Cercava di ricordarsi anche più particolari possibili. Le pareti questa volta non erano ricoperte da specchi, erano bianche. Non c'era una sola finestra in tutto il corridoio. Non era possibile poter vedere l'esterno.

Comprese un'altra differenza: Non c'erano le porte. Era un corridoio completamente vuoto, non c'era niente.
Non c'erano nemmeno suoni, o rumori, o sibilli. Tutto era silenzioso. Cominciò a domandarsi se il luogo fosse lo stesso.

Mentre correva notò l'ennesima differenza: Non c'erano altri corridoi questa volta. C'è n'erano stati solo 4. Harry aveva girato l'angolo solo 3 volte e il corridoio in cui ora si trovava continuava dritto davanti a sé, senza fine.

Corse senza fermarsi per parecchi minuti, finché davanti a lui poté riconoscere una figura. Alla fine del corridoio, c'era una grande porta d'acciaio, su cui un ragazzo era accasciato, singhiozzando e cercando di aprirla, invano. Era Draco Malfoy.

Mentre avanzava lo osservò attentamente.
Il ragazzo aveva i capelli in un completo disastro, i vestiti strappati in alcuni punti della schiena, che scoprivano dei tagli. Era chiaro che i vestiti fossero molto leggeri.

Una catena era legata alla sua caviglia. Ogni tanto, quando il ragazzo spostava la gamba, facendola strisciare debolmente più vicina al suo corpo, la catena si spostava leggermente, rivelando dei graffi e dei tagli sulla caviglia, segno che il ragazzo aveva chiaramente privato a liberarsi, strattonandola e cercando di far scivolare via il piede, con il solo risultato di essersi procurato delle ferite a causa dello sfregamento con il ferro arrugginito.

Singhiozzava debolmente sulla porta. Fece strisciare le mani su di essa, per poi voltarsi e farsi scivolare di schiena a terra, poggiandosi sul freddo acciaio e stringendo le gambe al petto.

Ormai Harry era a poco di 10 metri di distanza dal biondo, che, evidentemente udendo i passi, aveva alzato lentamente il volto, ancorando gli occhi a quelli del moro.

"H-Harry?" Disse debolmente. La voce era immensamente roca e bassa, quasi trascinata. Doveva aver pianto e urlato parecchio se era arrivato al punto del perdere quasi la voce.

Harry si guardò intorno, come per assicurarsi che dietro di lui non ci fosse nessuno, come se pensasse che il biondo stesse chiamando qualcun altro, magari alle sue spalle.

Draco piegò lentamente la testa, stringendo gli occhi incorniciati da 2 grandi occhiaie. Sembrava dimagrito. Anzi era abbastanza sottopeso. Quel ragazzo era scomparso da 2 settimane. Se si trovava in quello stato, voleva dire che non mangiava da 14 giorni?? era già un miracolo che quel ragazzo fosse ancora vivo. Era tanto se sapeva reggersi in piedi. Anche se dato l'aspetto, si poteva notare che il ragazzo sarebbe potuto crollare a terra da un momento all'altro.

Dalle lacrime cominciarono a rigare il volto del biondo, che, chiusi gli occhi, aveva ripreso a tremare.

"Si..." Aveva sussurrato Harry in risposta.
Non sapeva che altro dire. Il biondo risollevò lo sguardo, osservando il ragazzo con la bocca semiaperta.

"S-sei... reale?"

Harry rimase spiazzato da quella domanda.
Sei reale gli aveva chiesto. Che cosa intendeva? Harry rimase a fissare il biondo, non sapendo che cosa dire. Quello era un sogno, come poteva dare una risposta del genere?

Il biondo osservava il moro con lo sguardo di chi sta aspettando impazientemente una risposta, che non arrivò. Non udendo nessun segno da parte di Harry, Draco si prese la testa tra le mani, affondando le dita nei capelli scompigliati.

Ti troverò Draco, è una promessa _Drarry_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora