CAPITOLO SEDICI

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"Dicono che la moda pret-a-porter getti fumo sulla tua popolarità, ma in realtà la mia l'ha salvata."

Pierre Cardin


Fingo di non sentire Pierre, ma sono consapevole di non avere via d'uscita.

In silenzio comincio a tagliare i pezzi di stoffa bianca, taglio dopo taglio sono sempre più contenta della scelta che ho fatto prendendo questo tessuto. Il materiale è caldo e morbido, non vedo l'ora di indossarlo sotto ad uno dei miei colorati cappotti.

<<Penelope!>>, urla per richiamare la mia attenzione.

Mi metto seduta a mangiare pop corn.

Alzo lo sguardo e lo vedo appoggiato allo stipite della porta, con le braccia incrociate che mi fissa in attesa di una mia risposta.

<<Non c'è nulla da raccontare>>, provo con questa tecnica, ma so già che non si arrenderà così facilmente.

<<Parla!>>.

Sussulto e faccio un saltello dallo spavento, non ho vie d'uscita, quindi mi conviene cominciare a parlare.

<<Allora...>>, rimango in silenzio mentre nella mia testa cerco di organizzare le cose da dire.

Quanto sei lenta.

Il problema è che non so da dove cominciare o cosa voglio raccontare.

<<Cominciamo dalla cosa più importante, lui ti piace?>>, Pierre cerca di aiutarmi, ma l'unica cosa che sta facendo è mettermi ancora più in difficoltà.

<<Lui, lui è senza dubbio un bellissimo ragazzo>>, mi sento in imbarazzo, darei qualsiasi cosa per sparire all'istante.

<<Su questo non ci piove, gli occhi sono fatti per guardare, e ti assicuro che tutti sappiamo che è bello. Ma non mi riferivo a quello. Lui ti piace piace?>>, calca il tono sul secondo "piace" per farmi capire cosa intende.

<<Oh... Pierre questo non so dirtelo, c'è una strana chimica tra di noi. Non è il genere di ragazzo da cui sono attratta di solito, odio i caratteri così stronzi, non amo le persone troppo chiuse o lunatiche, e lui è esattamente l'opposto del mio ragazzo ideale, da quello che ho potuto conoscere di lui>>.

<<Ma?>>.

Lo guardo e mi prendo la testa tra le mani.

<<Ma... quando sono con lui tutte quelle cose negative sembrano scomparire, sto bene, e non riesco a pensare ad altro che vivermi il momento>>, sbuffo.

<<Bonbon, lui ti piace>>, sfiora la mia mano e mi sorride.

<<Non so cosa devo fare>>, mi lamento, sull'orlo del pianto, <<non sono pronta a soffrire, ho la brutta sensazione che questa conoscenza non porterà a nulla di buono, ho paura di stare male. Sto ricominciando da zero la mia vita, voglio concentrarmi su di me e sull'atelier>>.

<<Non farlo. Non portarti avanti prima del tempo. Non si può mai sapere come va nella vita, magari sarà un fuoco di paglia, oppure sarà la storia d'amore della tua vita, ma non puoi saperlo se non ti vivi il momento>>.

Riprendo a cucire mentre ascolto Pierre.

<<Se ti consola non ho mai visto Alexandre così. Non fraintendermi, più volte ha portato una delle sue ragazze a qualche uscita di gruppo, ma sapevamo tutti che non le avremmo più riviste. Non è mai stato un tipo da relazione, lo vedi anche tu quanto è chiuso in sé stesso. Nessuno di noi ha mai dormito con lui, nessuna ragazza ha mai fatto colazione seduta sulle sue gambe. Non ti voglio illudere perché queste sono cose che sapete solo voi due, ma credimi che non si sta comportando come se fossi una qualunque, ti tratta in modo speciale. Non credo stia facendo tutto questo solo per portarti a letto, potrebbe trovarne altre cento senza dover fare fatica>>.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora