CAPITOLO QUATTORDICI-seconda parte

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Rimango imbambolata a fissare il vuoto.

Non so se sono più confusa dal fatto che Alexandre cambi idea in continuazione, se essere arrabbiata perché si è comportato come se tra di noi non fosse successo nulla o se essere furiosa con me stessa perché gli permetto di comportarsi così.

Se prima mi sentivo usata ora ne ho avuto la conferma, non ha accennato nemmeno per sbaglio alla notte che abbiamo passato insieme, questo mi fa capire che per lui è stato solo uno sfizio. Ma allora perché cambiare idea improvvisamente su stasera, perché vuole andare insieme a casa dei ragazzi, perché diavolo a volte sembra geloso quando parlo di altri ragazzi?

Forse dovresti chiederti perché nonostante tutto questo tu provi interesse per quel ragazzo.

La risposta è una ed è semplice: perché sono una stupida.

O forse perché sembra appena uscito dalla copertina di una rivista di uomini super fighi, sexy e affascinanti?

Di ragazzi belli ne è pieno il mondo, lui ha qualcosa che mi fa sentire attratta come una falena dalla luce, e so che probabilmente finirò per bruciarmi, ma c'è qualcosa che mi impedisce di essere distaccata con lui.

Amore forse?

Amore? No, direi di no. Non lo conosco quasi per niente, è impossibile parlare d'amore. Innamorarsi di una persona non è una cosa immediata, bisogna prima conoscersi, la parolina con la A si può usare quando dell'uomo o della donna con cui stai ti piacciono pregi e difetti.

Se non vuoi chiamarlo amore allora chiamiamola cotta, attrazione, colpo di fulmine.

E mi fa tremendamente arrabbiare il fatto che io lo sia di lui, perché ho la sensazione che non farò altro che incasinarmi la vita.

Se c'è qualcosa che ti spinge a farlo forse vuol dire che vale la pena provare.

Provare cosa? Probabilmente si è già dimenticato di quello che è successo. Eppure non capisco perché quando siamo soli è diverso. Mi tratta come se di me gli importasse davvero, sembra persino premuroso. È dolce, carino e gentile.

Quando abbiamo dormito insieme mi ha tenuta stretta a lui, sul divano mi accarezzava i capelli, sembra sempre cercare un contatto con me quando siamo vicini. Quando ci sono altre persone invece è molto più distaccato, quasi come se non volesse mostrare al mondo che anche lui prova delle emozioni.

Per questo sono arrabbiata con me stessa, perché diavolo non posso smettere di pensare a lui, <<perché?>>.

<<Bonbon, con chi stai parlando?>>, Pierre piomba nella stanza e mi rendo conto di essere immobile a fissare il muro come una stupida.

<<Cosa stai guardando?>>, mi guarda stranito.

<<Io? Nulla>>, mi volto e fingo di mettermi a lavorare, prendendo in mano pezzi di stoffa a caso.

Sono stata chissà quando a guardare il muro mentre intrattenevo una conversazione con me stessa, cosa cavolo mi sta succedendo?

<<Sei sicura di stare bene? Hai una faccia strana>>, si avvicina a me e mi sistema una ciocca di capelli.

<<Sto bene, non ti preoccupare, sono solo un po' stanca>>, non è del tutto una bugia, in questi giorni mi sento particolarmente stanca fisicamente, avrei bisogno di starmene nel letto per un weekend intero senza mai alzarmi. Magari con una massaggiatrice privata che sciolga tutta la tensione ai miei muscoli.

<<Lo vedo mon amour, vuoi andare a casa a riposare?>>, dice preoccupato.

<<Assolutamente no, ho un sacco di lavoro da fare, questi vestiti non si cuciranno da soli>>, sorrido e mi siedo alla macchina da cucire per riprendere a lavorare.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora