CAPITOLO SEI

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"Forse quando a volte ci si imbatte in qualcuno freddo o brusco,

è semplicemente perché sta lottando per il meglio".

Anna Wintour


Se la paura di rompere le mie perfette scarpe non fosse così tanta, probabilmente sarei già svenuta a terra.

Non può essere che Lucas sia qui, non mi ha avvisata.

Si chiama sorpresa.

Bene, allora io odio le sorprese.

Non è vero, tu adori le sorprese, da sempre. E lui ti conosce così bene da saperlo.

Non so cosa fare, cosa pensare, come diavolo comportarmi e mi gira la testa, anzi mi sta scoppiando, ho bisogno di sedermi ma è come se fossi pietrificata.

Non riesco a muovere nemmeno un muscolo.

Lo fisso, come di suo solito indossa gli inseparabili blue jeans, un maglioncino color cammello, scarpe e cappotto nero.

Sembra cambiato dall'ultima volta che l'ho visto, chiunque direbbe che è ancora uguale, forse ha la barba leggermente più lunga, ma io in questo momento lo vedo così diverso.

È bello, la sua altezza è perfettamente proporzionata ai suoi muscoli, regalo dei tanti anni di nuoto agonistico, ha la pelle di quel tono di colore che sembra perennemente abbronzato, è sempre stata la cosa che più mi faceva innervosire quando andavamo al mare d'estate, io tornavo quasi più bianca di prima mentre lui aveva quella bellissima abbronzatura estiva. Il suo taglio di capelli è quello di sempre, sono sicura che abbia ancora il suo appuntamento fisso tutte le settimane dal barbiere, corti ai lati e leggermente più lunghi sopra, dove i suoi ricciolini castani prendono forma. Ho sempre pensato che fosse troppo bello per me, ma questa cosa non mi ha mai portata ad essere gelosa di lui, perché non mi ha mai dato modo di esserlo, mi sono sempre fidata ciecamente di Lucas.

Allora perché mi sento così, perché non sento quella sensazione che provavo di solito?

Devo fare qualcosa.

Magari smetterla di fissarlo a bocca aperta come un pesce lesso sarebbe un inizio. Potresti sempre cominciare con un "Ciao".

Non riesco a parlare.

<<Che fai, non mi saluti nemmeno?>>, mi corre incontro e mi stringe tra le braccia, quelle braccia e quel profumo così famigliari, ma che adesso mi sembrano così estranee.

Io non mi muovo, non ricambio l'abbraccio.

Dentro di me sta scoppiando la guerra, una parte vorrebbe abbracciarlo, sentirsi a casa, ma l'altra non riesce a lasciarsi andare, e quella parte vince sul resto.

Lucas si stacca e mi guarda stranito, poggia una mano sulla mi guancia, e io mi ritraggo come se le sue mani fossero di fuoco.

Il suo viso si fa cupo, e capisco che forse è giunto il momento di dire qualcosa.

<<Che... che ci fai qui?>>, forse sarebbe stato più carino cominciare con un "ciao".

<<Volevo farti una sorpresa, ho letto dell'inaugurazione sulla pagina dell'atelier, così ho preso subito il biglietto aereo>>, mi fissa e la mia espressione non sembra rassicurarlo, <<credevo ti avrebbe fatto piacere, hai sempre amato le sorprese>>, sembra quasi nostalgico, ma dai suoi occhi capisco che si sta innervosendo, come dargli torto, la mia accoglienza non è stata di certo calorosa.

<<Io... io... è solo che non mi aspettavo di trovarti qui>>, balbetto.

Sento qualcuno tossire e mi giro verso Pierre, con lo sguardo lo imploro di aiutarmi e lui capisce al volo.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora