CAPITOLO DICIASSETTE- seconda parte

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La mia sveglia biologica mi fa aprire gli occhi prima ancora che suoni quella del cellulare. Tutte le volte che mi sono addormentata tra le braccia di Alexandre, il mio sonno è diventato all'improvviso più tranquillo. Riesco a dormire senza mai svegliarmi, cosa che solitamente non succede, è come se mi sentissi protetta da lui.

Siamo rimasti nella stessa posizione, senza muoverci di un centimetro, a cucchiaio, lui che mi stringe a sé, le nostre gambe intrecciate e il suo viso nascosto nell'incavo del mio collo.

Vorrei passare tutta la giornata qui, stretta a lui, a stuzzicarci, mangiare qualcosa dopo averlo cucinato insieme, e perché no, anche a fare l'amore.

Ieri sera è stato fantastico, è come se i nostri corpi fossero fatti per stare insieme, con lui provo sensazioni che non ho mai sentito nemmeno con Lucas.

Con lui mi sento a mio agio, non mi voglio nascondere ai suoi occhi, basta un suo sguardo per far sparire le mie insicurezze.

Il suo sguardo potrebbe far sciogliere centinaia di donne, ci credo che ti fa sentire bene.

Potrebbe, eppure è qui con me e non con altre "centinaia di donne".

Scaccio la vocina, è stata una serata perfetta e non voglio rovinarmi la mattina litigando con me stessa.

Silenziosamente cerco di sfilarmi dalla sua presa, ho promesso a Sab che avrei fatto colazione con lei stamattina, e non voglio darle buca.

Una parte di me preferirebbe stare qui e mangiare un croissant accoccolata a questo ragazzo, ma l'altra sa benissimo che con quelli come lui è meglio andarci piano se non voglio finire a leccarmi le ferite, senza contare che non sarebbe carino abbandonare la mia amica.

Infilo la felpa ed esco dalla stanza, mi dispiace svegliarlo visto che sta dormendo come un angioletto, così mi viene un'idea.

Corro in cucina e prendo tutti gli ingredienti per preparargli la colazione. Prima di tornare nel mio appartamento gli metto tutto sulla penisola della cucina. Pancakes con la nutella e succo, per il caffè dovrà arrangiarsi da solo se non vuole berlo freddo.

Prendo un foglietto e una penna.

"Avrei voluto far colazione con te, ma devo scappare. Grazie per la perfetta serata.

Un bacio. -P"

Perlomeno io non sono scappata senza lasciare tracce come aveva fatto lui.

Torno a casa mia dopo aver ripulito la cucina di Alexandre, non sarebbe stato carino fargli trovare il disordine insieme ai pancakes.

A malincuore mi butto sotto alla doccia calda, e lavo via il suo profumo rimasto sulla mia pelle. Sciolgo i capelli dalla crocchia una volta uscita e sorrido quando muovendoli sento che sono ancora impregnati del suo buonissimo odore.

Infilo un paio di pantaloni eleganti neri, la camicia oversize bianca e un maglione nero, allaccio veloce gli anfibi e passo un filo di trucco prima di correre a prendere il cappotto bianco e fiondarmi giù dalle scale.

Sono già in ritardo di cinque minuti, e visto quanto odio i ritardatari il minimo che io possa fare è offrire la colazione a Sab per farmi perdonare.

Arrivo al bar in meno di quattro minuti, ho rischiato di collassare a terra, mi sono inciampata in un tombino, un taxy mi ha quasi investita ma alla fine sono arrivata sana e salva.

<<Perdonami, perdonami, ti prego perdonami>>, imploro la mia amica mentre mi siedo sulla sedia di fronte a lei e le stampo un bacio sulla guancia.

<<Buongiorno Penny! Non ti preoccupare, sono appena arrivata anche io>>, ricambia il bacio e si mette comoda.

<<Meglio così. Allora, cosa prendi?>>, le domando sfogliando il menù con le colazioni.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora