CAPITOLO TREDICI-terza parte

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Mi sveglio con il casino della sveglia che suona come una sirena. Qualcuno inventerà mai un robot che mi svegli delicatamente e che magari mi faccia trovare anche la colazione pronta?

Certo Sua Maestà, magari vuole anche un massaggino ai piedi?

Non sarebbe una brutta idea.

ALZATI!

I miei occhi rifiutano di aprirsi e l'unica cosa che vorrei in questo momento è restare sotto al piumone per il resto della giornata, ma il lavoro chiama e anche le varie commissioni non hanno intenzione di farsi attendere.

Mi stiro rigirandomi nel letto, gli spifferi d'aria che filtrano tra le coperte mi fanno venire i brividi, costringendomi ad aprire gli occhi.

Sono completamente nuda, ecco perché avevo così freddo.

Certo che sono nuda! Ieri sera ho fatto l'amore con Alexandre.

Nella mia testa iniziano a scorrere come diapositive, le immagini di quello che è successo tra di noi, e nemmeno lottando contro me stessa riuscirei a smettere di sorridere.

È stata una notte così passionale da non sembrare nemmeno vera, è successo tutto troppo in fetta, un minuto prima stavo facendo zapping, e il minuto dopo mi sono ritrovata accoccolata a lui mentre guardavamo la tv, per poi finire a letto insieme. Che notte!

Puoi dirlo forte.

Ma... dov'è finito?

Mi guardo in giro nella stanza e non vedo traccia di lui, vado in corridoio e controllo il bagno ma anche qui nulla. Forse è in cucina? Vado a vedere e non trovo nessuno nemmeno li.

Magari è uscito a prendere la colazione, o forse aveva degli impegni stamattina.

Cerco di non cominciare con le paranoie, non siamo fidanzati, non mi deve nessuna spiegazione.

Prendo una tazza di latte, i miei cereali al cioccolato e mi siedo sullo sgabello a fare colazione.

Inizia ufficialmente una nuova settimana, e come tutti i lunedì prendo la mia agenda per controllare tutti i miei impegni.

Fortunatamente non ho troppe commissioni da fare, e potrò dedicarmi completamente al mio lavoro.

Pasticcio qualche disegno sui fogli appoggiati all'isola della cucina prima di finire di mangiare, ma non sono troppo ispirata stamattina. All'improvviso il sorriso che avevo è svanito ed ha lasciato il posto al mio essere lunatica.

Mi chiedo che fine abbia fatto Alexandre. Ho controllato anche l'iphone, magari mi aveva scritto per avvisarmi, invece di lui non c'è traccia.

Vado in bagno a farmi una doccia veloce e inizio a prepararmi, meglio smettere di pensare o il mio cervello esploderà.

Passo la piastra, non liscio i capelli da tempo, e mi rendo conto che sono davvero lunghi, non vado da un parrucchiere da almeno un anno, e forse è arrivato il momento.

Traccio una linea di eyeliner e prendo il mio prezioso rossetto scarlatto mentre mi avvio alla cabina armadio.

Come tutte le volte, mi perdo a fissare tutti i vestiti, indecisa su quali scegliere. Oggi ho più freddo del solito, e quando vedo la mia tanto desiderata felpa dei Guns n' roses, la infilo subito, abbinata ad un pantalone in vinile a vita alta nero, degli anfibi fino a metà polpaccio e il chiodo di pelle nero con il pelo all'interno, una delle giacche più calde che io abbia mai avuto.

Infilo un berretto nero e prendo la sciarpa appesa all'appendi abiti, ed esco di casa dopo essermi messa il rossetto.

Rimango per qualche secondo a fissare la porta di casa del mio dirimpettaio, forse nella speranza di vederlo uscire, o di sentire qualcosa, ma nulla nemmeno stavolta.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora