"Aiutare le donne ad essere eleganti, questa era la nostra missione; a tirar fuori l'ombelico sono capaci tutti".Micol Fontana
Ormai siamo in viaggio da un'ora e ci siamo scatenati così tanto a ballare e cantare che sono esausta.
<<Ragazzi ho bisogno di una pausa>>, dico lasciando andare di peso la testa contro al sedile, <<voi continuate pure con le vostre perfette performance>>, gli dico vedendoli dallo specchietto che continuano a muoversi a ritmo.
<<Quanto manca?>>, domando ad Alexandre che, in silenzio, è concentrato sulla strada.
<<Siamo quasi a metà strada>>, si volta verso di me, <<sei stanca?>>.
<<Un po', la macchina per me è come un sonnifero, è già un miracolo che non mi sia addormentata subito>>, sorrido.
<<Prova a dormire, credo che anche ai due piccioncini si stiano scaricando le batterie>>, seguo il suo sguardo e vedo Pierre che canta con gli occhi socchiusi.
<<No, rimango sveglia, così ti faccio compagnia>>.
Lui mi guarda, senza dire nulla allunga il braccio e mette la mano sulla mia coscia. Basta quel leggero sfiorarsi a farmi stare bene, metto la mia mano sopra la sua e lascio che le nostre dita si incrocino.
<<Penelope>>, sento qualcuno chiamarmi e scuotermi delicatamente.
Apro gli occhi e davanti a me c'è il mio vicino di casa.
<<Mi sono addormentata>>, biascico dispiaciuta.
Fortuna che volevi rimanere sveglia a fargli compagnia.
<<Ho visto>>, mi prende in giro lui, <<vieni siamo arrivati. Pierre e Thomas stanno già entrando>>.
Slaccio la cintura e dopo essermi stiracchiata metto la giacca e scendo.
<<Brr, qui fa ancora più freddo>>, mi stringo nel caldo tessuto.
Alexandre dietro di me mi abbraccia e muove le mani sulle mie braccia per scaldarmi.
<<Va meglio?>>, la distanza tra le sue labbra e il mio lobo è così minima da farmi venire la pelle d'oca. Basta questo gesto a farmi dimenticare del freddo.
<<Sì, sì certo>>, mi affretto a dire.
Apre il baule, prende il suo borsone e la mia valigia e ci avviamo verso il vialetto che porta alla baita.
La struttura è leggermente illuminata, non riesco a vedere bene con il buio, ma si capisce che la facciata è fatta di pietre dalle sfumature chiare, porta e finestre sono in legno verde salvia ed è circondata da alberi e fiori.
<<La mia princesa>>.
Alzo lo sguardo e vedo il mio amico corrermi incontro, mi alza di peso e mi fa fare una piroetta.
<<Max>>, gli do un bacio sulla guancia.
<<Mi mancavi sai?>>.
<<Anche tu>>.
Il mio lunatico vicino di casa fa un colpo di tosse, <<avete ancora tanto, avrei freddo>>, dice scocciato.
<<Entra, ci penso io ad accompagnare questa bella donzella>>.
Lo fa apposta a stuzzicarlo, si diverte a farlo arrabbiare e ammetto che la cosa diverte un po' anche me.
<<Andiamo>>, cerco di non far vedere il mio sorriso.
STAI LEGGENDO
A Parigi ho capito cos'è l'amore.
Chick-Lit[COMPLETA] Penelope ha 23 anni, è italiana e la sua passione è la moda. Disegnare, cucire, abbinare e sfogliare riviste. Per lei la moda è il filo che l'ha guidata per tutta la sua vita, quella cosa che non la abbandonerà mai, che non la farà mai s...