CAPITOLO DICIOTTO-seconda parte

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Mentre la nonna di Pierre sgambetta avanti e indietro per la casa, io mi guardo intorno. Qui è tutto meraviglioso, mi aspettavo di trovare una tipica casa "da nonna", mobili scuri, piena di cianfrusaglie, di tappeti e di vecchie bomboniere. Sono piacevolmente sorpresa di essermi sbagliata, in questo appartamento primeggia il bianco, i muri sono chiari così come i mobili in legno, non è uno stile moderno, anzi, è il classico stile retrò ma ridipinto di bianco, un po' shabby chic. Le tendine della cucina sono a quadretti bianchi e gialli, come la tovaglia e i cuscini, dalla porta intravedo il salotto, tutto rigorosamente in colori chiari, ad eccezione del divano giallo.

Sembra di essere finita in una rivista di arredamento, è tutto così bello che voglio fotografare nella mia testa ogni dettaglio possibile. La cosa che mi colpisce di più è che non ci sono quadri dipinti, ma decine e decine di foto appese e di cornici poggiate sui mobili, di ogni colore e dimensione.

<<Questa casa è indescrivibile, è tutto perfettamente in sintonia>>, dico prima di riprendere a guardarmi in giro.

<<Oh tesoro, non sai quanto mi fa piacere. Ho ristrutturato tutto circa cinque anni fa, devi sapere che io ero un'arredatrice d'interni. Cominciai per scherzo, poi da un hobby diventò il mio lavoro, e per tutta la mia vita non ho fatto altro, per me è stato un divertimento, mi svegliavo ogni giorno con il sorriso e con la voglia di correre al lavoro>>, i suoi occhi diventano lucidi, e capisco che sta vagando tra i suoi ricordi più belli.

Faccio fatica ad immaginarmela da giovane, girare per i più lussuosi appartamenti di Parigi intenta ad arredarli nei minimi dettagli. Doveva essere bellissima.

<<Si vede che in tutto questo c'è lo zampino di una persona esperta>>, sorrido.

<<Mi fa piacere, vuol dire che non ho perso il mio tocco. Cerco sempre di tenermi aggiornata, nonostante la mia età avanzata, tutte le settimane leggo decine di giornali e guardo tanti programmi. Quando lo faccio è come se tornassi giovane per qualche ora>>, mi fa l'occhiolino.

<<La fotografia è una sua passione?>>, le domando.

<<Credo che senza fotografia mi sentirei persa, svegliarmi e vedere tutti i giorni queste foto è come avere un promemoria perenne di quanto è stata bella la mia vita. Invecchiando si perdono i ricordi, per questo ogni volta che ne ho l'occasione faccio delle fotografie da far sviluppare. Magari la mia memoria andrà a spegnersi con il tempo, ma sono certa che basterà rivedere anche solo una di queste e tutto tornerà al suo posto>>.

Allunga un braccio e prende una vecchia macchina fotografica, prima che me ne renda conto scatta una foto a me e a Pierre.

<<Ora avrò un ricordo anche di voi>>, sorride dolce ed io ricambio.

<<La penso allo stesso modo, così possiamo per sempre avere con noi i momenti più belli>>.

<<Nonna è la miglior cliente di Alexandre>>, la scherza Pierre.

Quando sento pronunciare quel nome, all'istante dei brividi corrono lungo la mia schiena.

<<Alexandre?>>, dico piano.

<<E lo sarò fino alla fine dei miei giorni>>, dice fiera Bebe, <<è il mio fotografo di fiducia. Lui e Pierre sono amici, lo conosci?>>, mi chiede.

Maledetta me e il mio arrossire tutte le volte che mi sento in imbarazzo.

<<Lo conosce nonna, anche bene direi>>, il mio amico mi guarda con un sorrisino che parla da solo ed io gli do un piccolo calcio senza farmi notare.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora