CAPITOLO VENTINOVE-seconda parte

4K 116 21
                                    




Quando il taxi arriva a destinazione intravedo subito le facce dei miei due migliori amici che mi aspettano. Prendo la borsa con i loro regali di Natale prima di scendere dall'auto e raggiungerli.

<<Bonbon>>, urla il mio biondo preferito.

<<Ciao ragazzi>>, li raggiungo per un abbraccio di gruppo.

<<Entriamo? Sto morendo di fame>>, ci avvisa Sab.

La seguiamo nel locale e appena metto piede all'interno sento il profumo floreale che contraddistingue questo posto riempirmi le narici. È tutto in perfetta sintonia, come l'ultima volta in cui sono venuta.

La cameriera indossa un abito nero a tubino molto elegante, e ci accompagna al tavolo a passo svelto. Quasi tutto il ristorante è pieno, ci sono pochissimi posti liberi.

Prendiamo posto in una tavola rotonda apparecchiata con piatti rosa antico, bicchieri dai bordi oro e posate dorate. Il centro tavola è un vaso con delle peonie di un rosino delicato.

<<Sono senza parole per la bellezza e l'eleganza di questo posto>>, dico sognante.

La dolce ragazza ci lascia i menù, ci versa l'acqua nei bicchieri e si allontana per lasciarci il tempo di scegliere con calma.

<<Che ne dite se prendiamo un assaggio di un primo, e poi qualcosa di secondo da dividerci?>>, propone Pierre.

Solo leggendo la lista dei piatti che cucinano sento l'acquolina in bocca, e meno di cinque minuti dopo abbiamo già deciso cosa mangiare.

È incredibile la velocità che hanno in cucina, davanti a noi abbiamo tre piatti di "risotto con lavanda e fiori eduli".

<<Ha un profumo buonissimo>>, inspiro profondamente per imprimere nella mia testa questo ricordo.

<<Bamboline mie, buon appetito>>, dice prima di fiondarsi con la forchetta nel piatto.

Quando faccio il primo boccone rimango piacevolmente sorpresa, è ancora meglio di quanto immaginassi.

In silenzio finiamo ogni singolo chicco di riso che abbiamo nel piatto, e ci prepariamo a fare spazio per il secondo.

<<Ragazzi il rientro dal weekend è stato traumatico, mi siete mancati>>, dice triste la mia bella morettina.

<<Pensate quanto sarebbe bello partire insieme ogni fine settimana>>, è un sogno che non potrà mai avverarsi, ma sarebbe fantastico poterlo fare.

<<Dovremmo farlo più spesso. Tu torni in Italia dalla tua famiglia per Natale?>>, mi domanda la mia migliore amica.

Dopo mesi con loro non gli ho ancora raccontato nulla della mia vita, solo Alexandre sa dei miei genitori e di mio nonno.

Forse non è giusto nei loro confronti avergli nascosto così a lungo questa parte di me, forse ci saranno rimasti male, oppure mi crederanno una pessima amica, ma prima di aprirmi davvero ho avuto bisogno di molto tempo.

Con questi due ragazzi ho raggiunto una complicità che mi fa fidare di loro, e anche se questo argomento mi uccide, sento di volergli raccontare tutto.

<<No, rimarrò qui a Parigi, non ho più nessuno in Italia>>, con un sorriso malinconico sul volto, prendo un lungo respiro prima di partire dal principio.

<<Penny io non ne avevo idea, mi dispiace se sono stata inopportuna>>, dice una volta che ho finito di raccontare. Vedo quanto si sente in colpa e la fermo subito.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora