CAPITOLO DICIANNOVE-seconda parte

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Venerdì è arrivato più in fretta del previsto. Stasera c'è la serata di beneficenza ed io sono totalmente in panico.

Andrai ad una cena con il ragazzo più bello di Parigi, ci credo che sei agitata.

Così non mi tranquillizzi.

Ho messo la sveglia alle sei per venire a correre al parco, e sto cercando di sfogare l'agitazione facendo un percorso più lungo del solito.

<<Penny>>.

Mi giro di scatto quando sento qualcuno chiamarmi.

<<Marcus! Anche tu mattutino?>>, chiedo. Lui allunga il passo e mi raggiunge, iniziamo a correre insieme.

<<Si, se non mi alleno la mattina va a finire che non lo faccio più>>, sbuffa.

<<Ti capisco, lo faccio per lo stesso motivo, e poi adoro la carica che mi da per tutta la giornata>>, dico affaticata, correre e chiacchierare è faticoso.

<<Stasera vieni anche tu alla cena vero?>>.

<<Si, ci sarò anche io>>, sorrido.

<<Fantastico! Ora scappo o farò tardi al lavoro. Sab passerà in atelier per comprare un vestito per stasera>>, alza gli occhi al cielo sorridendo, <<in bocca al lupo>>.

Lo saluto mentre si allontana.

Quando arrivo a casa la prima cosa che faccio è farmi una doccia bollente, per quanto sia accaldata dalla corsa, l'aria fredda mi ha congelato le gambe.

Devo ottimizzare i tempi, quindi mi faccio i capelli prima di andare al lavoro, in modo che stasera dovrò solo darmi una sciacquata e cambiarmi.

Sono già in ritardo sulla tabella di marcia, corro alla cabina armadio e per la prima volta nella mia vita infilo le prime cose che trovo.

Jeans color pistacchio, dolcevita bianco e anfibi bianchi. Infilo veloce il cappotto dopo aver messo un filo di trucco e scappo al lavoro con il primo taxi.

<<Non odiarmi per il ritardo!>>, urlo appena varco la soglia.

<<Bonjour mon amour>>, mi lancia un bacio Pierre.

<<Sono andata a correre e mi è venuto tardi>>, mi giustifico.

<<Ti rendi conto che sei il capo e ti stai giustificando con me?>>, ride.

<<Sarò anche il capo, ma per quanto mi riguarda siamo sullo stesso livello. Quando lavori tu lavoro anche io, e viceversa>>, spiego al mio amico che mi segue concentrato.

<<Cos'ho fatto nella vita per meritarmi un posto di lavoro così magnifico?>>, dice alzando le braccia al cielo.

Scoppio a ridere e mi allontano per andare alla mia postazione di lavoro. Ho quasi finito tutto il campionario fatto con le stoffe comprate questa settimana, non potrei essere più felice, ne abbiamo già venduti una buona parte e nella mia testa sto pensando ai prossimi vestiti da realizzare.

<<C'è nessuno qui?>>, riconosco la voce della mia amica.

<<Sab>>, urliamo all'unisono io e Pierre.

<<Ciao ragazzi!>>, ci abbraccia, poi si allontana per sedersi sul grande tavolo al centro della stanza.

<<Che ci fai da queste parti?>>, chiede curioso il mio dolce collega.

<<Shopping, ovvio>>, ci guarda come se fosse una risposta scontata.

<<Sei nel posto giusto>>, le faccio l'occhiolino.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora