CAPITOLO TREDICI-seconda parte

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ATTENZIONE: in questo capitolo sono presenti scene sessuali.





La sensazione che sto provando in questo momento è indescrivibile, il mio cuore batte all'impazzata, il mio stomaco si sta attorcigliando, mi sento tremare dall'agitazione, in questo momento non vorrei essere in nessun'altro posto.

Alexandre mi bacia con passione, facendo suo ogni centimetro del mio corpo.

Dopo esserci stuzzicati a lungo, finalmente sono stretta tra le sue braccia ed è tutto così bello da sembrare quasi surreale.

Invece è tutto vero, eccome se è vero.

Si ferma per guardarmi negli occhi e rimaniamo così per secondi infiniti, la sua oscurità di un nero profondo, ancorata al verde dei miei, i suoi occhi così scuri ma così limpidi da lasciarsi leggere, ed io riesco a percepire quel luccichio di felicità che mi fa capire che questa è la cosa giusta.

<<Aspetta>>, dico prima di lasciargli un bacio a fior di labbra, sfilarmi dalla sua presa e mettermi in piedi davanti a lui.

Sciolgo i capelli dalla coda e li lascio cadere morbidi sulle spalle, mentre il suo sguardo non mi abbandona nemmeno per un secondo.

Allungo il braccio verso di lui e prendo la sua mano.

Se mi avessero detto qualche mese fa che saremmo finiti così non ci avrei mai creduto.

<<Vieni con me>>, sussurro.

Alexandre non se lo fa ripetere due volte, si alza facendomi sentire così piccola in confronto a lui, mi alza il viso con la sua mano e ricomincia a baciarmi.

Senza staccarci nemmeno per un secondo indietreggiamo, appoggiandoci di tanto in tanto ai muri o a qualche mobile fino a quando raggiungiamo la porta della camera.

Lo spingo e quando cade sul letto mi metto a cavalcioni sopra di lui, che si guarda intorno mentre con le mani mi tiene stretta a sé.

<<Così questa è la tua camera>>.

Non so come sia possibile ma questo ragazzo riesce a trasudare malizia anche da una semplice frase come questa.

<<Già>>, dico, poi mi mordo il labbro inferiore e slaccio lentamente i bottoni della sua camicia, baciando ogni angolo della pelle che si libera man mano, il suo ansimare mi fa capire che questo gioco lento da sembrare una tortura gli sta piacendo.

Sfila la camicia e i miei occhi non riescono a smettere di fissare quel suo fisico perfetto, i pettorali tra i quali cade la lunga collana con i ciondoli uno a forma di piuma e uno a di macchina fotografica, il piercing al capezzolo, gli addominali scolpiti.

Altro che Bronzo di Riace.

Vedendomi incantata dalla perfetta visuale si lascia scappare una risata e prendendomi per la nuca fa scontrare di nuovo le nostre labbra.

Lo bacio e scendo verso il collo, lascio una scia di baci che dalla clavicola va a finire tra i pettorali, gioco con il piercing leccandolo per poi soffiarci sopra, mentre muovo il bacino per stuzzicarlo ancora di più.

Lo sento ridere, prima di trovarmi ribaltata sotto di lui.

<<Così alla piccola Penelope piace giocare>>, mi sussurra all'orecchio e subito dopo torna sulla mia bocca, gli mordo il labbro, mentre con la mano lui mi tira piano i capelli.

Sento i battiti del mio cuore accelerare all'impazzata, per fortuna siamo sdraiati o le mie gambe cederebbero come gelatina.

Mi tiene incastrata sotto di lui, e non so con quale magia riesce a sfilarmi la felpa.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora