EPILOGO

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"Io non faccio la moda, io sono la moda".

Gabrielle Coco Chanel


"Stiamo per salire sull'aereo, non vediamo l'ora di raggiungervi. Siete sicuri di volerci tra i piedi?".

Leggo il messaggio della mia migliore amica e sorrido.

"Sicurissimi. Ci mancate".

Rispondo.

<<Che c'è?>>, mi guarda mio marito.

<<Sab chiede se siamo sicuri di volerli con noi>>, alla mia risposta anche lui scoppia a ridere.

Le nostre dita sono incrociate mentre lui guarda fuori dal finestrino del treno che ci porta a Roma.

Sono passati tre mesi dal nostro matrimonio, tre bellissimi e intensi mesi pieni d'amore.

A settembre avevamo entrambi degli importanti impegni lavorativi, e non abbiamo potuto fare un vero e proprio viaggio di nozze, se non pochi giorni di tour in Provenza. Così abbiamo deciso di prenderci tre settimane a dicembre, per partire. L'atelier ormai va a gonfie vele, Pierre lo sa gestire benissimo anche se manco per qualche giorno, e le sarte che ci aiutano hanno tutte le direttive che gli servono, posso stare via tranquilla.

I giornali di moda parlano spesso di noi, mi hanno paragonata alla grande, unica e sola Coco Chanel. Mai mi sono nemmeno permessa di sognarla una cosa così, ed ora che è tutto reale è tutto incredibile e surreale. Non potrei desiderare di meglio.

È sempre stata la mia musa ispiratrice, la stilista che più ammiro dai tempi in cui ho iniziato ad amare la moda. Per me è un grande onore anche soltanto essere menzionata accanto al suo nome.

Leggo su internet l'ultimo articolo mentre siamo in viaggio e lo salvo in una cartella insieme agli altri.

E quale meta migliore, per qualche giorno d'amore se non l'Italia?

In queste settimane abbiamo fatto le corse in alcune delle mie città preferite. Abbiamo scritto una lettera per Giulietta a Verona, navigato in gondola a Venezia, ci siamo persi tra i pesci dell'acquario di Genova e vagato tra i palazzi storici di Torino. Ci siamo spostati di nuovo e ci siamo innamorati del tramonto visto dalle mura di Città Alta a Bergamo, e dopo altre stupende tappe siamo finiti a farci fare le foto davanti al Duomo di Milano come due tipici turisti.

Siamo passati da Bologna, da Napoli e dalla costiera amalfitana, ci siamo baciati sotto ai Faraglioni di Capri e abbiamo passeggiato mano nella mano tra le vie di Alberobello. Ci siamo riempite le pance con la rosticceria siciliana, e gli occhi con le sue meravigliose calette. Abbiamo girato così tanto che la sera eravamo sempre esausti, ma con il cuore pieno di gioia e la testa piena di ricordi.

E ovviamente abbiamo mangiato, qualsiasi tipo di cibo. Pesce, carne, selvaggina, polenta, formaggi e chi più ne ha più ne metta. Lui era così contento che ogni volta che uscivamo da un ristorante mi diceva che dovevamo assolutamente tornarci, ed io sentivo il cuore riempirsi di gioia.

Ora siamo sull'ennesimo treno, in direzione di Roma, la Capitale e una delle città che più ho nel cuore, per questo l'ho lasciata per ultima.

Tra meno di un'ora saremo arrivati, e non vedo l'ora di mostrargli ogni scorcio e fargli assaggiare tutti i piatti tipici che riusciamo a mangiare.

<<A che ora arriveranno i ragazzi?>>, mi domanda.

<<Atterrano a Fiumicino tra circa due ore, abbiamo giusto il tempo di andare a prendere le chiavi dell'appartamento>>, dico.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora