CAPITOLO TRENTASEI-seconda parte

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Dopo l'infinita pausa da vacanze natalizie, stamattina ho impostato la sveglia molto presto per uscire a correre. Ho indossato uno dei miei completi neri e caldi e mi sono fiondata giù per le scale prima di perdere la voglia e rimettermi a letto.

È stata dura lasciare le calde braccia del mio ragazzo che mi tenevano stretta a sé, ma sento il bisogno di fare attività fisica, quella sportiva, non quella tra le mura di casa.

Voleva unirsi anche lui, ma dormiva come un angioletto e non me la sono sentita di svegliarlo, anche perché stamattina doveva partire presto per andare da un cliente fuori città, e ci siamo incrociati giusto il tempo di un bacio e un buongiorno.

Sono seduta nel bar a metà strada tra casa e il lavoro, dove vengo spesso a prendere i croissant, ma stamattina ho optato per fare colazione qui con tutta la calma del mondo, e godermi un cappuccio caldo e la brioche al pistacchio, cosa posso desiderare di meglio?

Il cellulare vibra ed apro il messaggio di Alexandre.

"Il viaggio è andato bene, sono arrivato poco fa. Buon lavoro piccoletta, ci vediamo a casa".

Ancora non realizzo come sia possibile che tra di noi si sia creato così tanto amore in così poco tempo. Mi sembra di conoscerlo da una vita, e anche se odio fare paragoni, con Lucas nemmeno dopo anni c'era questa chimica. A volte penso che sia tutto un sogno, poi lui mi accarezza e capisco che non sto dormendo, ma che è la mia dolce realtà.

Il telefono riprende a squillare e rispondo subito.

<<Pronto>>.

<<Ciao mi princesa>>.

<<Max?>>, chiedo confusa.

Ho risposto senza nemmeno guardare, e davo per scontato fosse il mio ragazzo. Mi allontano per guardare lo schermo e controllare di non essere impazzita.

<<Chi pensavi che fossi?>>, ride.

<<Alexandre>>, rispondo onesta.

<<Andiamo princesa, così mi offendi, io sono molto più figo>>.

Scoppio a ridere e lui mi segue a sua volta.

<<Tutto bene?>>, domando. È strano che mi chiami di prima mattina, di solito se ha bisogno di qualcosa mi scrive un messaggio.

<<Sì, devo parlarti di una cosa, ti va se ci vediamo dieci minuti per colazione?>>.

<<Certo, io sono già uscita, ti giro la posizione va bene?>>.

Ci salutiamo e gli mando per messaggio l'indirizzo del bar dove raggiungermi. Sono molto curiosa di sapere di cosa mi deve parlare.

Meno di due minuti dopo mi raggiunge, in una tuta nera oversize, chiodo di pelle e cappellino di lana nero.

<<Guarda guarda, il mio amico è così bello che sembra un modello>>, mi alzo e lo abbraccio per salutarlo.

<<Buongiorno splendida princesa>>, mi schiocca un bacio sulla guancia.

La cameriera viene a prendere anche la sua ordinazione, ed io prendo un altro cappuccio, li fanno così buoni che ne berrei altri cinque.

Passeresti la giornata al bagno poi.

Vero. Meglio evitare.

<<Scusa se ti disturbo di prima mattina, ma ho bisogno di un consiglio tuo>>.

<<Dimmi>>, sorrido per metterlo a suo agio, mi sembra parecchio teso.

<<Credo di essere impazzito improvvisamente>>.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora