CAPITOLO VENTIDUE

3.6K 121 2
                                    




"Vorrei dire alla gente di aprire gli occhi e di cercare la bellezza dove normalmente non si aspettano di trovarla."

Jean-Paul Gaultier


Quando varco la porta di casa sento improvvisamente tutta la stanchezza di questi giorni crollarmi addosso.

È stata una giornata davvero carina, siamo tornati alla Tour Eiffel, perché sanno quanto io sia innamorata di quell'angolo di Parigi, per farci qualche foto ricordo tutti insieme. Loro sono cresciuti qui, ma hanno comunque fatto i turisti insieme a me e mi hanno guidata per le vie di questa splendida città.

Da bravi parigini mi hanno fatto girare delle stradine dove ci sono i negozi più storici della città, quelli dove loro vanno sin da piccoli ed abbiamo lasciato le cose principalmente da turisti per la prossima uscita.

Credo di essermi innamorata di un negozio molto piccolino, gestito da un artigiano che fa borse fatte a mano con pezzi vintage. Il signore è stato dolcissimo e mi ha fatto vedere tutto il materiale che aveva a disposizione, gli ho promesso che sarei tornata per comprare qualcuno dei suoi pezzi unici, e non vedo l'ora di farlo non appena avrò del tempo libero.

Mi hanno mostrato tanti posticini che solo le persone del posto conoscono, e non vedo già l'ora di tornarci per scoprirli meglio.

Abbiamo mangiato un panino veloce da un furgoncino street food prima di rientrare a casa, così non dovrò nemmeno preparare la cena, infatti mi infilo subito il pigiama e corro a sdraiarmi sul divano.

<<Quando mi sei mancato>>, sussurro stretta tra i cuscini e la coperta.

Mentre giro tra i canali sento la porta del mio lunatico vicino di casa sbattere, segno che anche lui è tornato a casa.

Non so cosa gli sia preso oggi, non ci siamo mai parlati e nemmeno guardati. È stato con noi tutto il giorno senza mai aprire bocca, tranne per i pochi casi in cui bisticciava con Max o con Ryan. Si vedeva lontano chilometri che era nervoso, avrei voluto far qualcosa, fargli sapere che io ci sono, ma è così difficile da decifrare che ho preferito lasciarlo in pace per non rischiare di irritarlo ancora di più. È complicato capire cosa passa nella sua testa, se è lo spazio quello di cui ha bisogno, basta chiedere e glielo lascerò.

Non ti sembra di essere esageratamente drastica?

No, non può prendermi e usarmi quando ha voglia di fare sesso e poi non calcolarmi nemmeno.

Nemmeno tu l'hai cercato però.

Senti, non ho voglia di discutere di questo. Con tutte le coscienze che potevo avere proprio una così scontrosa doveva capitarmi?

Mi rigiro tra le coperte, mentre cerco un film da guardare, ma il sonno si prende tutta me stessa prima ancora di rendermene conto, sento il braccio cadere a peso morto, ancora con il telecomando tra le mani.

Mi alzo dal divano dopo aver spento la seconda sveglia. È lunedì, è una nuova settimana e si torna al lavoro.

Faccio colazione con latte e cereali al cacao prima di farmi una calda doccia rigenerante. Il tempo fuori non è dei migliori, quindi indosso un jeans stretto con un maglione bianco oversize davvero caldo e morbido, allaccio le scarpe bianche dal quale spunta il calzino con le perline e dopo aver indossato un bomber verde oliva chiudo casa e mi avvio a piedi verso l'atelier.

Stamattina non ho nemmeno tentato di mettere la sveglia per andare a correre, avevo un disperato bisogno di recuperare il sonno, quindi andare al lavoro senza prendere il taxi mi sembra un ottimo modo per fare un po' di esercizio.

Quando arrivo Pierre non è ancora arrivato, accendo tutte le candele per riempire la stanza di dolce profumo, mentre mi gusto un piccolo croissant appena sfornato che ho preso nella pasticceria qui di fronte.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora