CAPITOLO TRENTA-seconda parte

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ATTENZIONE: in questo capitolo sono presenti scene sessuali.


Varchiamo l'entrata del palazzo e saliamo le scale in silenzio, quando arriviamo sul pianerottolo ci guardiamo.

<<Dormi da me?>>, <<Vieni da me?>>, diciamo all'unisono scoppiando poi a ridere.

<<Vieni>>, prende la mia mano per portarmi nel suo appartamento.

<<Aspetta, prima devo prendere una cosa. Torno subito>>, gli lascio un bacio a fior di labbra e sparisco dietro alla mia porta.

Oggi ho finito il suo regalo, e voglio darglielo stasera, visto che siamo soli.

Prendo la scatola dove ho riposto il pacchettino e torno da lui con il sorriso stampato in faccia. Cosa mi sta facendo questo ragazzo?

Ti sta facendo innamorare.

Non mi sembra vero.

Busso alla sua porta e mi viene subito ad aprire.

La sua camicia è aperta e le maniche sbottonate, si stava spogliando per mettersi più comodo, ed io non vedo l'ora di rubargli qualche felpa per togliere il mio abito.

<<Quanto tempo>>, sorride quando entro.

Allungo la mano per aiutarlo a sbottonare l'ultimo polsino, visto che è in difficoltà.

<<Grazie>>, mi ruba un bacio.

<<Non ti illudere, mi devi qualcosa in cambio>>, lo guardo storto.

<<Tutto quello che vuoi>>, la sua espressione diventa maliziosa, questo ragazzo è assurdo.

<<Voglio>>, lascio un bacio sul suo petto, <<voglio una>>, un altro bacio, <<voglio una tua felpa perché sono scomoda>>, gli faccio un sorrisino da bambina.

Rido quando vedo la faccia che fa, pensava che stessi parlando di altro molto probabilmente.

<<Tu sei una vipera>>, mi indica guardandomi male.

Sparisce in camera sua e torna tenendo tra le mani della stoffa bianca, mentre lui si è messo dei pantaloncini della tuta ed una t-shirt.

<<Stasera non abbandono questo colore>>, sorrido sfilandogliela dalle mani per sentirne il profumo.

<<Ti sta molto bene>>, mi fa l'occhiolino.

Mi aiuta a spogliare il vestito, e devo scappargli più volte quando cerca di vietarmi di mettere la felpa, il furbetto voleva lasciarmi girare in intimo, senza reggiseno visto che con la schiena scoperta non stava bene.

<<Ho una cosa per te>>, dico allontanandomi per prendere la scatola.

Ci sediamo sul tappeto e gli metto davanti il pacco.

<<Un regalo per me?>>, dice sorpreso.

<<Buon Natale>>, sorrido.

Alexandre apre la scatola e scarta il pacchetto all'interno, quando vede cosa gli ho regalato mi guarda e noto che è commosso.

<<Penelope>>, sussurra incredulo, <<è davvero bella>>.

Tra le mani stringe la felpa con il cappuccio che gli ho preso, sulla quale ho ricamato con tanto amore una frase.

"Celui qui est courageux est libre".

È la stessa che ha inciso sul ciondolo che porta sempre al collo, so quanto ci tiene, e quindi non ho avuto dubbi sul suo regalo.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora