CAPITOLO QUINDICI

3.7K 120 4
                                    







"Il rosa è un colore serio. So che per indossarlo devi trovarti in un mood davvero positivo. Quando indosso il rosa è una specie di sfida, perché i giorni in cui sei davvero di buon umore non sono così frequenti."

Miuccia Prada


Devo metterci tutta me stessa per non mandare al diavolo la pasta e lasciare che Alexandre mi faccia sua, ma ho deciso che tra noi non succederà più nulla, non finché non mi sarò schiarita le idee perlomeno.

Come minimo finirete per fare sesso sul pavimento di questa cucina.

No, sono convinta di quello che sto dicendo.

Con la coda dell'occhio lo guardo tagliare con estrema lentezza e precisione il guanciale a cubetti, mentre io mi occupo di mescolare i tuorli con il pecorino, sembra così concentrato su quello che sta facendo che non posso fare a meno di sorridere alla vista di questa scena.

È la seconda volta che ci ritroviamo a cucinare insieme in questa casa, se vedessi questa scena da un occhio esterno potrei dire che sembriamo quasi una coppia di fidanzati, c'è complicità tra di noi, questo non si può negare, ma non credo che saremo mai davvero una coppia.

Non ricominciare con i tuoi discorsi senza senso, non puoi prevedere il futuro.

Hai ragione, mai dire mai nella vita.

Torna a cucinare e smetti di pensare!

Muovo velocemente la testa come se facendolo riuscissi a scacciare i pensieri.

<<Va tutto bene?>>, chiede Alexandre.

Mi volto verso di lui e noto che mi guarda in modo strano.

<<Sì, perché?>>, spero di non aver parlato di nuovo a voce alta.

<<Stavi muovendo la testa come se una mosca ti stesse ronzando attorno>>.

<<Oh. No, avevo un ciuffo di capelli nell'occhio>>, dico la prima cosa che mi passa per la testa.

Lui si lava le mani poi viene verso di me, e prende una ciocca di capelli uscita dalla treccia, per spostarla all'indietro.

<<Così non ti darà più fastidio>>, sussurra, ma l'unica cosa che riesco a pensare è alla sua mano che mi manda in tilt anche solo sfiorandomi impercettibilmente la pelle.

Rimane in quella posizione ed io glielo lascio fare, faccio un piccolo passo indietro fino ad andare ad appoggiarmi con la schiena contro al bancone della cucina, e lui fa lo stesso senza mai staccarsi da me.

<<Mi piace il tuo profumo>>, si avvicina ad annusare il mio collo, e in tutta risposta a me viene la pelle d'oca.

<<Delicato... dolce...floreale>>, sussurra, <<lo riconoscerei fra un milione>>, alza il viso e ci ritroviamo occhi negli occhi, luce nel buio, verde nel nero più profondo.

<<Fiori di ciliegio>>, mi limito a dire.

<<Lo so>>, fa uno dei suoi sorrisi maliziosi, uno di quelli che mi mandano in pappa il cervello.

In questo momento potrebbe bruciare l'intera cucina che nemmeno me ne accorgerei, come sempre quando sono vicina a lui tutto il contorno sparisce.

Devo assolutamente fare qualcosa per riprendermi, eppure non riesco a muovermi neanche di un millimetro.

Alexandre porta le sue mani all'altezza della mia vita, in un gesto veloce mi alza per farmi sedere sul bancone.

<<Così riesco a guardarti meglio negli occhi, nanetta>>, sorride, e gli do un pugno sul braccio, lui anticipa la mia mossa, prende la mia mano tra la sua, si appoggia alla superficie senza staccarsi da me, ed io rimango incastrata davanti a lui.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora