CAPITOLO VENTITRE

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"Non dobbiamo dimenticare che per fare un grande salto in avanti è necessario fare alcuni piccoli passi indietro".

Paco Rabanne





Non immaginavo nemmeno che avrei incontrato Kilian stasera, ero così concentrata su quello stronzo del mio vicino di casa che a tutto il contorno non ho per nulla dato peso.

<<Ciao, bella signorina>>, mi attira a sé e schiocca un bacio sulla mia guancia.

Sento l'odore di alcol, ecco spiegato il suo essere così lanciato.

Indossa una camicia azzurra, le maniche sono svoltate e si intravedono dei tatuaggi sull'avambraccio, un jeans oversize e dei dr martens ai piedi.

È di una bellezza disarmante, con quei riccioli biondi che ricadono spettinati sulla fronte, eppure, avere attenzioni da parte sua, non smuove niente dentro di me.

<<Kilian, ciao>>, dico piano.

<<Speravo di incontrarti stasera>>, la sua schiettezza mi fa sentire in imbarazzo.

Sorrido senza dire nulla, quando sono in difficoltà il mio cervello sembra azzerarsi e dimenticare tutto ciò che sa.

<<Posso offrirti un cosmosweet?>>, fa un sorriso che lascia intravedere l'intera perfetta dentatura.

Pierre e Sab devono essersi accorti della mia assenza, perché li vedo tornare indietro e raggiungerci.

<<Penny, ci hai fatto prendere un colpo>>, la mia amica è particolarmente bianca e si mette la mano all'altezza del cuore per lo spavento.

<<Scusate, è tutta colpa mia>>, sorride il ragazzo accanto a me.

I miei amici mi fissano, posso leggere le migliaia di domande che passano nelle loro teste solo guardandoli negli occhi. A volte mi fanno paura.

<<Oh! Ciao>>, lo saluta Sab, <<tu sei il ragazzo dell'altra sera vero?>>.

La guardo male, come se non lo sapesse già.

<<Kilian, piacere>>, allunga la mano verso i miei amici che ricambiano sorridenti.

Ridi, ridi, che se ti vedesse il tuo ragazzo ora saresti nei guai.

<<Ok>>, mi intrometto, <<noi ora dobbiamo andare, è stato un piacere vederti>>, lo saluto e faccio per allontanarmi, ma lui mi ferma di nuovo per un braccio, stringendomi delicatamente.

<<Ragazzi vi offendete se ve la rubo per un drink?>>, ha un modo così dolce di parlare che non gli direbbero di no nemmeno se volessero.

<<Assolutamente no>>, <<certo che no>>, rispondono all'unisono.

Begli amici che ho.

<<Non puoi tirarti indietro>>, mi sorride.

<<Ok, un solo drink>>, sorrido a mia volta.

Kilian mi fa strada verso il bancone, per arrivarci passiamo inevitabilmente davanti al tavolo dove ci sono seduti i miei amici. Sento bruciare sulla mia pelle il suo sguardo, istintivamente mi giro e quando i miei occhi incontrano quelle due pozze nere mi sposto veloce a guardare il pavimento.

È arrabbiato, è davvero arrabbiato.

E perché diavolo mi sento come un ladro sorpreso a rubare? Non sto facendo niente di male, sto solo andando a bere qualcosa con un amico.

Se ne sei convinta tu.

Il ragazzo davanti a me si accorge che mi sono fermata, allunga il braccio e mi attiva verso di sé.

A Parigi ho capito cos'è l'amore.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora