3

2.3K 95 21
                                    

<<oddio perdonami>> sussurrai piegandomi per raccogliere i fogli e lui fece lo stesso <<non ti preoccupare, può capitare a tutti>>

Sorrisi sentendo questa frase e cominciai frettolosamente a prenderli tutti: anche il ragazzo fece così ma non appena prese l'ultimo foglio rimase un po' sbigottito.
<<oh, ma tu sei Micol Rapp>> disse lui ridendo e io sorrisi, un po' frustrata <<esatto>>

Guardai dietro di lui per vedere il colore del semaforo e lo salutai, incamminandomi verso le strisce e sperando che il ragazzo biondo non mi seguisse.

<<ei aspetta, ma ho letto che tu vivevi con il capo>> sussurró <<e ho pure letto che ti ha cacciata via di casa>> disse ancora lui, con fare da impiccione.

<<esatto, per la seconda volta>> sbuffai io <<mi chiedo queste pagine da dove tirino fuori tutte queste informazioni, incredibile!>> dissi mettendomi le mani fra i capelli.

<<oh, hanno tutto questo solo perché il signor John ha già fatto un'intervista>>. Spalancai gli occhi.

<<non importa peró, dove stai andando?>> e si sedette accanto a me. Aspettai un pochino prima di rispondere <<sinceramente non lo so nemmeno io...>>

<<i tuoi?>> chiese lui curioso.
<<stanno in Italia>> sussurrai cominciando a fare dei piccoli movimenti con il ginocchio, stavo andando in panico.

<<non so cosa fare capisci? Non so dove andare nè con chi. Devo dormire sotto un ponte?>> strinsi i denti <<Oh no, non ci penso proprio>>
Mi feci domanda e risposta da sola, ma non era rilevante.

<<oh ma perchè sto parlando con
te!?>> continuai facendo una smorfia, capendo di star parlando con un perfetto sconosciuto.

<<aspetta siamo partiti con il piede sbagliato!>> ammise <<io sono Thomas Sangster, puoi chiamarmi Tommy>> mi porse una mano e la afferrai <<piacere... tu sai già chi sono>>

Tirai velocemente un portafoglio grossolano dalla tasca: avevo sete e dall'altra parte della strada c'era un semplice bar.
<<vuoi da bere?>> chiesi sorridendo e lui annuì. Ecco come si fa amicizia.

<<senti, ma è tuo.. quel coso?>> mi indicò con gli occhi l'oggetto che avevo in mano <<no>>

<<l'hai rubato>> alzó la voce Thomas e io lo zittii, mettendogli la cannuccia in bocca <<no, l'ho preso in
prestito!>>

Lui cominció a ridere <<potremmo andare veramente d'accordo!!>>
Una vampata di calore mi avvolse le guance, che forse arrossirono pure, prima di rimettere il portafoglio del taschino della giacchetta.

Finito di chiacchierare con il biondino mi alzai dallo sgabello.
<<ok, meglio che io vada, devo trovare un posto dove stare>>.

Gli diedi delle pacche sulla spalla, in modo amichevole, per salutarlo un'ultima volta. Lui mi fermó prima che facessi un altro passo <<io ho un posto. Bhe, in pub. Ci vive un mio amico, puoi stare lì finché non sistemi le cose... non dico che ti piacerà, ma a meno che tu non voglia girovagare invanamente per le strade di Los Angeles, penso che la debba prendere in considerazione come opzione>> disse lui mentre teneva una sigaretta fra le labbra.

Esitai leggermente. Non è da me fidarsi del primo che mi capita.

<<proviamo>> sussurrai e lui mi indicò con lo sguardo le chiavi della macchina che aveva un mano <<voglio guidarla io la mercedes>> dissi e lui annuí.

Salimmo nell'auto nera parcheggiata poco più in là e lo fermai appoggiandogli una mano sul torace <<uhhh che gioiellino>> urlai in preda all'euforia <<ti avviso, ho problemi con la frizione>>

Con gli occhi sbarrati e la lingua stretta fra i denti, si mise la cintura: mi diede un consiglio, solo per assicurarsi di non morire <<basta che la lasci lentamente, intesi?>>

Io sorrisi e partii senza intoppi: <<vai, mostrami dove devo svoltare>> dissi e cominció a indicarmi le strade, mischiandoci alcune domande.

<<Vai a destra.>> e mi indicò con la mano la strada che dovevo prendere <<quanti anni hai, non te l'ho chiesto prima>>

Lo guardi sbattendo lievemente le unghie sul volante, aspettando che il semaforo diventasse verde.

Spostai lo sguardo sul ragazzo e riuscii a osservarlo meglio e a vederne i minimi particolari: sembrava più un bambino che un'adulto. Un naso piccolino, delle fossette carine e degli occhi incantevoli.

<<ne ho 25>> dissi <<tu?>>
<<oh io 23, dai, non siamo molto vecchi>> e ci mischiò una risata.

<<e invece per quanto riguarda il lavoro? Perchè ti ha licenziata?>> domandò <<sono troppo giovane per avere la posizione che avevo. Deduci tu un po'>> chiesi con fare ovvio.

Lui si fermò a riflettere
<<eri brava?>>.
Scoppiai in una risata soffocata <<con lui puoi essere brava quanto vuoi, se non sei a disposizione sua non fai niente lí>>

<<quindi tu eri costretta..
lui..tu?>> disse spezzettando le frasi, come scioccato, e io mossi la testa, annuendo.

<<cioè tu- lui- tu 25, lui 47-?>>. Mi vergognavo, ma non potevo farci molto.

<<ok... siamo arrivati>> disse lui e guardai lo specchietto per vedere l'insegna del locale: Blu sky party.
Si illuminava di tanto in tanto, con leggere tonalità di blu. L'unica lettera che non funzionava era la Y finale.

<<parcheggio lí?>> chiesi e senza aspettare una risposta feci così. Alzó il braccio e pigiò il bottone delle stereo per mettere un po' di musica.

Appena la canzone partí lui fece un salto dal sedile, come sorpreso dalla canzone <<Wohhhh. questa canzone mi piace!>> disse ballando in modo strano.

Mentre io parcheggiavo lui cantava <<Sometimes we laugh and sometimes we cry, but I guess you know now, baby>> continuava ad urlare, non sapendo le altre parole del testo.

Abbozzai un sorriso e spensi la macchina, porgendogli le chiavi <<ma perchè?! Era la parte migliore!!>> disse lui e io cominciai a ridere <<sicuramente>>

Lui mi fece una smorfia e uscii dalla vettura sbattendo per gioco la portiera... presi la mia borsetta e uscii, affiancandomi al biondo...

Ok, dai Micol, ce la puoi fare.

Laugh now Cry Later || Dylan O'Brien ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora