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Era un piccolo dirupo, alto all'incirca 3 metri se non più. Sotto c'era l'acqua, un lago limpido e pulito, così tanto che ci si poteva specchiare e addirittura vedere i pesciolini che vi ci guizzavano tranquillamente.
•••

Sgranai gli occhi guardandolo male <<lo sapevo! Sapevo che mi volevi uccidere!>> dissi scherzando indicando l'acqua sotto di noi.

<<apparte gli scherzi cosa ci facciamo qua?>> chiesi e in meno di 5 secondi vidi Dylan togliersi la maglia.

Lui mi guardó alzando un angolino della bocca, divertito <<ti fidi di
me?>> mi chiese e dopo di che, mi prese la mano.

La sua mano grande racchiudeva la mia.
Personalmente?
Non dovrei fare questi pensieri, è fidanzato!!
Ma è inevitabile...

La afferrai per benino, un po' titubante. Prima che peró io potessi avere la possibilità di rispondere, si buttò giù, trascinandomi insieme a lui verso il basso.

Che cosa provai?
Paura.
Paura di morire.

Appena toccai l'acqua sentii la mano di Dylan slacciarsi e così andai in panico: cominciai a sbraitare, ad urlare, a sbracciarmi, ma sembravo invisibile.

Pochi secondi dopo qualcuno mi prese dai fianchi, sollevandomi: FINALMENTE riuscii a respirare. Con degli sputi e dei colpi di tosse buttai fuori un po' dell'acqua che avevo bevuto.

Mi aggrappai al suo collo, respirando affannosamente, e appoggiai poi la fonte sulla sua spalla: mi sentivo morire.
Mi mancava il fiato.

Nel mentre respiravo sentivo scendere la mano di Dylan verso al mio sedere: senza alzare la testa sbottai <<non provarci nemmeno>>

<<non sai nuotare?>> mi chiese stringendomi i fianchi e costringendomi a guardarlo <<secondo te?>> chiesi malamente tirando sul con il naso e guardando altrove.

Mi prese il mento <<vuoi imparare?>>

<<Dylan non prendiamoci in giro, dobbiamo andare>> e cercai in tutti i modi di staccarmi da lui.

<<vuoi imparare a nuotare?>> mi richiese stringendomi più a se <<sono troppo vecchia>>

<<se lo dici un'altra volta lascio la presa>> disse allentandola effettivamente: d'istinto strinsi di più le braccia che avevo allacciate al suo busto.

<<mio dio scusa>> dissi slacciandole, riferendomi alla cosa fatta prima.

Senza dire nulla lasció con una mano il mio fianco e mi riprese le gambe, rimettendole come erano prima. Insomma, avevo cercato di staccarmi da lui. Senza avere un minimo di successo. Tentare non nuoce mai peró.

<<per prima cosa devi trovare equilibrio?>> disse cominciando a spiegarmi come fare.

Dopo nemmeno 30 minuti avevo giá capito come fare e mi sentivo, dopo tanto, fiera di me stessa.

<<ecco brava, continua così!>> mi urlava Dylan elettrizzato: gli sorrisi spontaneamente e tornai affaticata da lui. Non lo avevo mai visto così.

Feci quello che mi aveva insegnato, quella a pancia in su per esempio, e lo inviati a fare lo stesso: eravamo vicini, molto vicini, a guardare il cielo.

<<puoi essere sincero con me?>> chiesi e lui annuí senza dire nulla <<cosa hai visto nel mio telefono?>>

<<nulla>> si affrettò a rispondere.

<<sii sincero>> ripetei io e lui sbuffó <<ho aperto whatsapp>> disse d'un fiato.

<<cosa facevi con quello per cui lavoravi?>> mi chiese e io mi voltai a guardarlo <<guardami, cosa ci farebbe una ragazzina in mezzo a degli adulti, se non grazie a qualcuno di potente?>> dissi io continuando poi a guardare il cielo tappezzato da nuvolette bianche.

<<sei brava nel lavoro che fai forse?>> mi chiese lui gesticolando, sembrava serio, ma altrettanto ironico.
Non so come spiegarvi la sua espressione. Era particolare.

<<pensi che io non ci abbia
provato?>> dissi osservandolo con la punta dell'occhio come meglio potevo.

<<avrei anche avuto la possibilità in un altro luogo, ma con lui no>> dissi sbuffando <<quindi tu e lui...>> mi chiese lui senza finire la parola: la risposta era palese.

<<sì... non ti chiedi mai perché io non abbia nulla con me?>> gli dissi tornando normalmente, muovendo le braccia per stare a galla.

<<sempre>> e inzió a guardarmi.

Assottigliai lo sguardo. Non ne potevo più di parlare sempre di questo.

<<ti prego non ricominciare... sei fidanzato e-e ricordati cosa ti ho detto stamattina>> dissi io staccandomi lèggermente da lui <<mh va bene, andiamo>>

Cambió espressione e cominciò a nuotare verso riva con gli occhi puntati su di me: uscí fuori e senza guardarmi minimamente percorse le scale per tornare alla macchina.
Una volta peró si giró. O meglio, si sporse un pochino per urlarmi di tornare. Cosa che io non lo feci.

Nuotai poco, quanto basta per essere credibile, ed un certo punto cominciai ad urlare il suo nome e andare fuori e dentro l'acqua: sembrava vero!

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Nuotai poco, quanto basta per essere credibile, ed un certo punto cominciai ad urlare il suo nome e andare fuori e dentro l'acqua: sembrava vero!

<<Micol!!>> sentii urlare e un tuffo accanto a me che mi fece sorridere: qualcuno mi prese per i fianchi e mi riportò a galla: avevo uno sguardo preoccupato.
La cosa esilarante? Io gli ridevo in faccia.

<<ti sei preoccupato per me?>> dissi sogghignando, guardandolo attentamente negli occhi.
Si limitò ad annuire. Niente di più, niente di meno. Continuava costantemente a fissarmi prima le labbra e poi gli occhi.

Si avvicinó più a me fino ad azzerare le distanze: le mie labbra toccarono le sue e mi sentii trasportare da qualcosa...

Sentivo di essere al sicuro, per una volta. Si staccò da me per chissà qualche motivo sorridendo e parló <<facciamo una foto?>>.

Rimasi un po' ferma. Dovevo ancora realizzare.

<<no dy, guarda come sono!>>

<<dai che stai benissimo!>> mi disse lui e io sorrisi <<mh mi hai convinta, ma facciamo veloce>>

Lui sorrise e a tutta velocitá nuotó verso riva per andare a prendere il cellulare...

*mi sono fatta perdonare per la mancanza di capitoli postati in questi giorni-3-*

Laugh now Cry Later || Dylan O'Brien ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora