𝑇ℎ𝑖𝑟𝑡𝑦 𝑡𝑤𝑜 :𝑀𝑖𝑐ℎ𝑎𝑒𝑙

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Per la prima volta in tutta l'arco di tempo che lo conosco l'ho visto stare bene, l'ho visto sorridere.

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Ed anche io lo ero.

Mentre eravamo seduti ognuno sui suoi sedili, ci scambiavamo vari sguardi: molto spesso lo fissavo, gli scrutavo attentamente il naso perfetto, i nei anch'essi perfetti e poi riponevo lo sguardo sul panorama al di fuori della finestra, che si stava pian piano colorando di quelli dell'alba.

<<che bello>> dissi sussurrando appoggiando il mento sul palmo della mano: mi sentivo più leggera sotto lo sguardo di Dylan.

<<dovresti dormire>> mi disse d'un tratto <<non hai chiuso occhio>> finí e ma io negai subito, respingendo l'idea senza pensarci due volte.

<<no no, ti faccio compagnia>> dissi muovendo un dito a destra e a sinistra, come una bambina piccolina <<qual'e il tuo sogno?>> dissi infine abbassando il sedile e mettendomi le mani dietro la nuca <<dimmi qualcosa che hai sempre voluto fare>>

<<fammi pensare... parti tu>> disse cambiando marcia e io annuí <<quando ero piccolina guardavo i film d'azione con mio padre e ogni volta che li guardavo sognavo di essere una spia, una ladra che dopo aver rapinato un luogo importante se ne scappa con il suo partner e i suoi amici dall'altra parte del mondo>> tutto d'un fiato <<non ho mai voluto fare l'avvocato>> finii il discorso con queste semplici parole.

<<io sempre voluto passare del tempo con le persone che amo di più>> mi informó e io sorrisi leggermente <<ci riuscirai, vedrai che non appena tuo padre uscirà di prigione tutto tornerà alla normalità, promesso>>

<<il problema? Che io già sto bene>> mi sussurró, quasi per non farsi sentire. Lo guarda negli occhi e gli afferrai una mano <<anche io...>>

<<anyway, dobbiamo decidere cosa fare con tutti i fogli che ho in borsa>> dissi tirandoli fuori. Non si aspettava di vedere tutto quello mucchietto...

<<ma non erano un paio!?>> mi chiese gesticolando <<guida sennò fai un incidente>> e assottigliai gli occhi con fare scherzoso: fece uno sbuffo divertito e rimise entrambe le mani sul volante.

<<comunque si, lo erano, ma non ho avuto tempo di sceglierli>> e cominciò a sfogliarli, ero curiosa di sapere di più su il padre del ragazzo misterioso che avevo a pochi centimetri da me.

Continuai a sfogliare e a sfogliare fino a che mi impietrii non appena lèssi una frase di numero sotto delle foto <<Dylan>> sussurrai <<hai una sorella?>>

Mi guardó per vari secondi senza dire nulla <<si...>> disse <<è successo un casino con lei>> mi sussurró con voce spezzata <<qualcuno l'ha fermata e...>>

<<Damian Rapp>> sussurrai <<l'ha fermata lui>> dissi e lui alzó lo sguardo <<lo conosci? Ti ha fatto qualcos->> cominció, poi si bloccó: aveva realizzato e collegato tutto.

<<è mio padre>>

Fermó la macchina e continuó a guardare avanti, senza degnarmi di una sguardo <<ti prego, devo saperlo... tua sorella era in Italia?>>

Lui non aprii bocca, fece solo un segno con la testa come per dire di No.

<<aspetta, non penserai veramente che io->> dissi ma lui mi interrompette, come sempre <<esci, ho bisogno di liberare la mente>>

Laugh now Cry Later || Dylan O'Brien ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora