𝑇ℎ𝑖𝑟𝑡𝑦 𝑡ℎ𝑟𝑒𝑒: ....

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<<rispondetemi!>> urlava in continuazione la ragazza, come se già non sapesse di suo che gli altri non volevano rispondere alle sue sciocche domande, per non metterla in mezzo <<pezzi di merda!>>

Da quel momento cadde un silenzio totale. La cosa mi sembrava un cliché: era come se questo periodo lo avessi già vissuto in precedenza.
Forse mi ricorda la separazione dei miei... quel giorno fu l'unico nel quale sentii un caloroso e accogliente silenzio. Peró a differenza di altre volte, ci fu quello che molto spesso si sente prima di una tempesta turbolenta, d'estate. Prima c'è il sole, poi dal cielo cadono chicci di ghiaccio ampi come le iridi dei miei occhi.

Una volta in camera, mi accovacciai sul letto, con le gambe attaccate al petto, e ci appoggiai la fronte sopra: volevo solo dedicarmi del tempo per riflettere su cosa fosse successo... ma nemmeno questo mi avrebbero lasciato fare. Avrei tanto bisogno di starmene per conto mio a pensare, almeno per 5 minuti.

Sentii bussare più volte con fare insistente.

Mi passai le mani in viso, e con le pantofole ai piedi, strisciai le gambe fino alla porta.
<<Oh Riley>> sussurrai non appena la vidi <<che c'è?>>

<<voglio sapere che cosa è successo>> sospirò lei <<so che non siamo partite con il piede giusto>> si giustificò <<ma appena ti ho vista, appena ho visto il tuo comportamento ti ho subito etichettata come una minaccia, una persona migliore di me>> sussurró entrando in camera e sedendosi sul letto.

<<sei migliore di me in molti punti di vista>> dissi io, cercando di tirarla su di morale. Era vero peró!

Dopo vari attimi di silenzio mi prese una mano e me la strinse
<<amiche?>> mi chiese: sembrava quasi un'inganno. Era una cosa così ingenua che quasi non ci credevo. Alla fine cedetti al suo sguardo, addirittura troppo accogliente.

<<amiche>> dissi infine, con mezzo sorriso tirato.

Restammo a chiacchierare per quasi un'ora, del più o del meno: sembrava diversa. Era molto più aperta.
Lei ebbe il tempo di raccontarmi di tutto l'amore che prova per Dylan e di quanto lei sogni di avere un futuro insieme a lui. Allora ciò che ho detto prima è vero: Dylan non merita di avere qualcuno come lei al suo fianco.

<<ma senti un po'>> partii diretta <<prima che Dylan partisse, ha per caso litigato con te?>> le chiesi e lei stropicciò gli occhi <<no... io, io ero a casa>>

Si stese sul letto con le gambe accavallate e mi fissó <<perché?>>

Mi sentii usata in qualche modo. Seriamente ho creduto ad una persona così? Veramente?
Così, alla sprovvista, buttai giù qualcosa <<sembrava arrabbiato... ti ama davvero>> sorrisi e lei applaudí leggermente, contenta di ciò che aveva sentito. Sembra una bambina. Si affeziona subito, e pensa il mondo sia perfetto.

Le ho raccontato della mia vita e di quello che abbiamo combinato: a dire il vero sembrava anche tanto entusiasta <<ho sempre sognato di essere come... come Tokyo di Teen Wolf>> mi sussurró e io alzai un sopracciglio divertita <<Tokyo della Casa di Carta intendi>>

Lei sbuffó scherzosamente, facendo anche una smorfia <<si vabbè, hai capito!>>

<<comunque siamo simili>> dissi io prendendole una ciocca di capelli, cercando di farle una treccia <<anche io ho questo sogno>>

<<ho sempre amato il crimine>> le dissi fissandola negli occhi <<oh aspetta, ti immagini se ci scoprono e diventiamo dei vandali!>> continuò lei e io risi alla frase <<speriamo di no>>

Skip time

Riley e Thomas purtroppo, se ne erano andati, portandomi via la mia compagnia e lasciandomi sola nel pub con Dylan. Almeno pensavo ci fosse: era scomparso.

Mi buttai sul divanetto con le mani in viso: ero sfinita di vivere la vita di una protagonista i un film. Sembra tutto così surreale, una fiaba finita in tragedia, per il momento.

<<che cosa ti é succeso?>> mi chiese una voce... ma ci misi poco a capire di chi fosse.

<<nulla>> mi inventai <<non che ti riguardi molto>> dissi stremata <<ok ascolta scusa Mic->> comincio Dylan ma vedendomi sgranare gli occhi si fermò all'istante.

<<scusa!? Che cosa mi ci faccio delle tue scuse eh?! Dylan ti rendi conto che mi hai lasciata per strada... sembravo una di quelle che fa l'auto stop!>> dissi cominciando ad innervosirmi <<tu non puoi permetterti di fare quello che vuoi con me, non sono un giocattolo. Mr John ci ha scoperti e ha ma dato i suoi scagnozzi a prendermi, contento!?>> urlai sbattendo le mani sui fianchi <<fortunatamente sono riuscita a cavarmela>>

Mi alzai, stupefatta dal suo comportamento, ma lui mi fermò mettendosi davanti al mio corpo <<possiamo ti prego comportarci da persone civili e parlare?>>.

Io lo scrutai attentamente <<si ok... dov'è la persona civile?>> mi inventai sorridendo come una bastarda <<oh aspetta, dovresti essere tu la persona civile!?>> chiesi ridendo e lui mosse la testa <<si esatto>>

<<dai ti prego, fammi il piacere di non raccontare stronzate>> sussurrai minacciosa puntandogli un dito sul petto <<quello che si é comportato da bambino sei stato tu!>> urlai in fine.

<<Micol capiscimi>> mi sussurró accarezzandomi una guancia <<stavamo parlando di mia sorella!>> si giustificò e io mi sentii leggermente più tranquilla, per qualche strano motivo.

<<ascolta, io non so che dirti... non é colpa mia>> dissi a rimando e sbattei le mani sui fianchi <<non sono come mio padre...>>

Assottigliai le labbra e provai ad andarmene ma questa volta non fu lui a fermarmi: lo feci da sola.
<<ascolta>> sussurrai <<dimmi cosa le ha fatto e ne parliamo>>

Mi guardó con gli occhi lucidi e mi fece cenno con la mano di sedermi vicino a lui: feci come detto e una volta accanto cominció a fissarmi negli occhi, avvicinando sempre di più il viso al mio, provando a baciarmi, a trovare quel contatto fisico che avevo bisogno entrambi.

Non mi sarebbe piaciuto farlo.
Sinceramente non avrei aspettato altro a farlo.
Non me li sarei fatta dire dio volte ma... dopo la confessione di Riley non riesco a guardare con gli stessi occhi Dylan.
È come se fosse cambiato sotto il mio sguardo in poche parole e in pochi attimi... ma non capivo come.
E soprattutto perché...

Forse l'ho deciso io nella mia mente, incoscientemente... ma sapevo che me ne sarei pentita subito.
Se non lo avrei fatto quel giorno, sarebbe sicuramente successo più avanti... e sarei sicuramente stata io quella a soffrire, come sempre accade.

<<no>> me ne uscii <<Riley ti ama... e-e ne io, ne te possiamo fare ciò a lei...>>

*sono tornataaa*

Laugh now Cry Later || Dylan O'Brien ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora