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Mi rigiravo nel letto in continuazione.
C'era qualcosa che non andava.
Dei rumori dalla camera di Dylan non mi lasciavano dormire: devo ammettere, a primo impatto pensai stesse facendo le sue cose private con la ragazza... eppure non sembrava.

Esitante mi alzai con una coperta addosso e uscí dalla camera: un'arietta gelida percorreva il corridoio.

Bussai alla camera di Dylan ma nessun rispose e i rumori cessarono del tutto.
Mi scostai dall'occhiello della porta e dopo pochi secondi ripresero: stava succedendo qualcosa.

Presi una forcina e rapidamente la infilai nella serratura: silenziosamente, dopo vari tentativi riuscii ad aprirla e ad entrare. Lo scenario era alquanto disgustoso.

<<hai finito?>> chiesi io sorridendo e lui ricambió <<sto dando una lezione a questo bastardo>>

<<lo vedo ma...>> mi fermai cercando di inventare qualcosa <<... sai com'è sono venuta a prendere il mio ragazzo, dato che doveva passare da me molte ore fa>>

<<se non ti dispiace me lo sono venuta a riprendere>>

Fece due passi indietro e alzó le mani <<non tocco le donne, prenditelo>>

Lo ringraziai sarcasticamente e presi Dylan sottobraccio, trascinandolo verso camera mia.
Appena entrata feci sbucare la testata dalla porta e vidi Shawn uscire dalla camera.

<<buonanotte.. spero di rivederti qua al bar più spesso>> porsi un leggero sorriso a colui che aveva sfigurato dylan.
<<anche io lo spero>> sorrise a sua volta, girando l'angolo.

Sospirai e richiusi la mia di porta: girandomi trovai Dylan seduto <<si può sapere che fai? oltre a fare tutta questa scenata, hai la faccia pure di salutarlo cordialmente>> urló addolenzito.

<<sai com'è, non riuscivo a dormire>> ammisi sorridendo, tralasciando la seconda parte della frase <<ti avrei anche lasciato lì ad esser frantumato>>

<<ce lo avevo in pugno porca puttana>> urló facendomi sobbalzare

Sbigottita sbattei le palpebre un paio di volte <<no, non ce lo avevi>> in tutta fretta urlai <<guarda come sei conciato! Non penso tu avessi le cose sotto controllo!>>

<<fammi uscire da qua>> disse lui e io gli aprii la porta <<come vuoi>>

Mi squadró ben bene e su avvicinó a me stando a pochi centimetri dal mio viso <<non ti impicciare più nei miei problemi, non mi serve il tuo aiuto. Chi lo fa viene punito, in modo o nell'altro>> sussurró al mio orecchio: dopodiché, zoppicando uscii dalla camera, sotto il mio sguardo.

Prima di chiudere la porta si giró verso di me <<Sono pieno di sorprese ed una è questa>> disse alzando le sopracciglia con tono.

Gli salvo la vita e lui mi ringrazia così.
Sbuffai guardandomi allo specchio e mi ributtai nel letto a peso morto: per lo meno ho risolto il problema dei rumori e posso tornare a dormire...

*PERDONATEMI, CAPITOLO CORTO MA IMPORTANTE. IL PROSSIMO SARÀ PIÙ LUNGO, PROMESSO*

Laugh now Cry Later || Dylan O'Brien ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora