𝑇ℎ𝑖𝑟𝑡𝑦: 𝑐𝑜𝑚𝑒 ℎ𝑒𝑟𝑒

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Non sarei mai andato a dormire, avrei solo dovuto aspettare un messaggio da Michi, tutto qua.

Pov Micol

Lo sentii sdraiarsi sul lettino, che fece una sporgenza verso di me, spiaccicandomi più sul pavimento, dato il peso di lui. Lo sentii parlare forse con se stesso, discutere un po' e poi stiracchiarsi, prima di spegnere le ultime lampade mancanti, cercando, evidentemente, di chiudere occhio.

Lo conoscevo abbastanza bene da sapere che ci metteva un esatto quarto d'ora per cadere nel suo sonno più profondo: il sonno che mi avrebbe sicuramente salvata dalle sue perfide e allucinanti grinfie.

Afferrai il telefono fra le mani e guardai l'ora: 4:16.

Avrei solo dovuto aspettare fino alle 4:30. Mi sdraiai comodamente e cominciai a fare cerci concentrici sul materasso ripiegato, come una bambina piccola. La paura di essere colta nel sacco, era assai tanta però.

Voce esterna

Ma come purtroppo dylan, anche Micol aveva le testa altrove, non riusciva a non pensare a nulla che non fosse quel ragazzo che poco prima stava piangendo per lei.
Ma vi rendete conto?

Si chiedeva più volte in un solo minuto per quale motivo lo avesse baciato.
A dire il vero se ne stava quasi pentendo, ma sapeva che, se non lo avesse fatto, non le sarebbe mai capitata una cosa di questo genere.

Dopotutto, mentre faceva disegni immaginari sul telo bianco, sorrideva, le scappavano a volte qualche angolino di bocca tirato all'insù, pensando al contatto delle sue labbra con quelle di Dylan.

Conoscendosi meglio di tutti, avrebbe preferito fare ciò in un luogo appartato, da soli, e non divisi dal davanzale di una finestra, fra "la vita e la morte", come sembrava intendere Dylan.

Però di una cosa sarebbe stata sicura al cento per cento: appena tornata a "casa", fra le calde coperte, sarebbero sicuramente tornati rivali.

O per lo meno lei lo pensava.
Per la mente non le è mai passato il contrario. A dire il vero è una pessimista a livelli estremi, è una di quelle ragazze che quando è triste trova il lato peggiore anche nelle cose fantastiche!
Ma questa volta, non avrebbe mai avuto ragione.

Pov Micol

Sbuffai pesantemente e appena cominciai a sentirlo russare tirai un soffio di sollievo: almeno i pericoli maggiori erano scomparsi: quando questo ESSERE MOSTRUOSO dorme, nemmeno una bomba lo risveglia più. A dire il vero nemmeno l'amore.

Assottigliando le labbra presi i fogli in mano e piegandoli con il massimo
silenzio possibile li misi nella borsa con forza. Mi feci coraggio sussurrandomi frasi incoraggianti come "forza michy che ce la fai" o "a casa ti aspettano i tuoi amici, devi solo attraversare quella finestra, nulla di difficile!*

Ripensandoci l'ultima non era molto incoraggiante. Strisciai e, assicurandomi meglio del soggetto mezzo dormiente, uscii da sotto al letto, rimanendo sempre a "quattro zampe" per non essere scoperta.

Dopo averlo guardato bene in faccia per vari minuti gattonai verso la finestra: mi sentivo come una bambina che scappava dal padre ridendo ma anche una ladra che se fosse stata scoperta avrebbe rovinato la sua vita.

Mi alzai leggermente, quel poco per aprire la finestrella e dopo aver tirato un'ultima occhiata, cercai di sgattaiolare fuori, ma un pensiero mi fermò: e se prendessi qualcosa in prestito? Dopo tutto è così ricco che non se ne accorgerebbe nemmeno.

Scacciai con una mano una mosca immaginaria ma l'idea mi tormentava, quindi decisi di rischiare, scegliere la cosa sbagliata, ed agire come la mia mente malsana mi aveva ordinato.

A passo felpato mi dirisi verso un cassetto e lo aprii lentamente, senza fare rumore: appena lo feci mi si illuminarono gli occhi. Avevo la sua collezione di orologi davanti gli occhi.

Pensai molto prima di prenderne uno e giunsi ad una conclusione affrettata: sarei andata dalla parte del torto se avessi preso altro.

Richiusi il cassetto e senza esitare uscii dalla casa: era fatta.
Scesi velocemente le scale arrugginite e non appena giù mi sentii libera, per una volta nella mia intera vita.

Afferrai il telefono e chiamai subito Dylan, che non appena pigiai il suo numero, mi rispose.

<<ommiodio pensavo ti avesse scoperto>> mi sussurró con voce spezzata <<tranquillo, me la sono cavata daii>> dissi ridendo ma smisi appena vidi la luce di quella camera accendersi <<porca vacca si è svegliato>> dissi cominciando a correre <<ti aspetto dietro alla casa ok?!>> gli dissi e lo sentii annuire.

Sorrisi, aggiungendo anche una piccola risata e provai a chiudere, ma parló prima che potessi farlo <<aspetta, rimani con me in chiamata>> mi disse con tono scherzoso e io risi <<lo so che ti sono mancata, ammettilo!>> dissi esclamando palesemente ironica.

<<MICOL RAPP, LEI NON MI È MANCATA PER NULLA>> mi disse scherzando e tenendo il gioco che io avevo poco fa cominciato <<per lo meno sai tenere scherzare>> dissi facendo spallucce continuando a correre.

<<sono magico!>> mi disse e io annuí senza dire nulla <<si, sei magicamente lento! Ora muoviti che si gela!>> ammisi e balbettai leggermente dal freddo.

<<arrivo, prendo il giacchetto>> mi informó lui e poi sentii il campanello della porta d'entrata tintinnare: stava veramente uscendo.

Non capisco, ma con lui, io sto bene!

*ECCOMI. SCUSATE VERAMENTE*

Laugh now Cry Later || Dylan O'Brien ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora