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...e mi affiancai al biondo.

<<allora, è un tipo strano e... e un po' arrogante>> ammise lui prima di spalancare la porta del pub: senza dire nulla entrai in modo "altezzoso" nel piccolo atrio, illuminata da luci rosse, che di tanto in tanto lampeggiavano.

<<oh e potrebbe essere anche un po' aggressivo>> sussurró Tommy e io sbattei le mani sui fianchi <<potevi dirmelo prima>>

<<ti ho detto che avevo un posto, non che ti sarebbe piaciuto>> rise facendo dei passi avanti. Mi limitai a fare una smorfia.

Fece qualche passo avanti, guardandosi intorno. La sua figura minuta dava tutt'altro che un'aria sicura a questo ragazzino. Sembrava più smarrito, che altro.
Cominció dopo poco ad urlare varie volte un nome. Lo riconobbi subito.
Speravo non fosse proprio quello il ragazzo.

La risposta non tardó ad arrivare <<aspetta Tommy, arrivo! Dammi un attimo>>

Subito dopo, dalla sala accanto uscí un ragazzo moro e alto che, non notandomi, continuó il suo discorso <<Scusa, sta sera si farà festa fino alle cinque, devo preparare tutto>> disse asciugandosi le fronte con un panno. Mi osservó di sfuggita e poi se ne andò dietro il bancone <<Allora, perchè questa visita inaspettata?>> chiese stupefatto e io spalancati gli occhi <<di solito, prima di portare le tue fidanzate qua, mi fai uno squillo, e non piombi qua dal nulla>>

Feci la centesima amorfia irritata.
Come minimo si rifiuta di farmi alloggiare quí.
Thomas cominció a parlare ma lui fu nuovamente interrotto dal moro, voltandosi verso di me <<state insieme?>>

Rimasi zitta e Thomas lo fermó <<e proprio di questo che ti volevo parlare ecco, non stiamo insieme, è solo che ha perso il lavoro e...>>

Ridacchió <<non farai sul serio vero? Ti ho detto che io non ospito più nessuno dall'ultima volta>> disse nervoso.

<<ok Dy, ma può fare un'eccezione!! Eddai perfavore, è una mia amica!!>> sbraitó il biondo.

Dylan di giró verso di me <<quanto tempo?>>
Feci per parlare e annullare tutto, ma Thomas parló primo <<almeno un mese>>

Il ragazzo sbuffó <<mh ok, piacere, Dylan....>>

Disse ma io continui la sua frase <<Dylan O'Brien, figlio di Patrick O'Brien.... io sono Micol Rapp>>

Ritrasse subito la mano, che fino a pochi secondi fa era tesa nella mia direzione <<ho cambiato idea>>

Si morse la lingua e alzó le mani <<se ne deve andare in questo preciso momento, non la voglio in questo posto>> disse infine calcando le parole.

Tommy lo prese per mano portandolo in un'angolo <<Perfavore. Fammi questo piacere>> chiese a bassa voce <<Tu sai cosa ha fatto, mi rifiuto per questo>>.

Il moro la osservo per pochi secondi, e poi guardó negli occhi Thomas, che prima aveva lo sguardai rivolto verso la ragazzina <<Ti piace vero?>> gli chiese dopo poco e il biondino parló titubante <<no, macche.. è carina, ma la conosco da nemmeno un giorno>>

Dylan rise leggermente <<amico hai gusti di merda>> gli sussurró in modo da farsi sentire anche da me, lontana da loro qualche metro.

Tommy fece una smorfia e lo riportó dove ero io, chiedendogli se fosse d'accordo.
Lui annuì e si rivolse a me <<va bene.. ma devi lavorare qui, mi mancano le barriste e alcune ballerine ...sai ballare?>>

Io scossi la testa e lui ridacchió strofinandosi le mani <<perfetto allora>>

Lo guardai senza minima espressione e, prendendo per il braccio Tommy, andai vicino alla porta d'uscita, per scambiare qualche parola <<non mi lascerai sola con lui vero?>> dissi a bassa voce con speranza.

La speranza se ne andò subito in fumo.

<<Mi dispiace Michy... se ti può consolare vivo a pochi isolati da qui, quindi se succede qualcosa fai in tempo a chiamarmi. Per ora resterò qua>> disse prendendomi per in giro; si guardó l'orologio sul polso e si mise le mani fra i capelli <<devo dare da mangiare ai miei bimbi!!!>> urló.

<<Hai dei figli?>> chiesi ma lui non mi ascoltó e degnó di uno sguardo in più: prese la giacca e uscii di corsa dalla porta in vetro.
Menomale che mi aveva promesso di restare qua con me.

<<ha dei gatti, non dei figli>>
disse Dylan attirando la mia attenzione: mi girai e sorrisi, sembrava promettere bene il suo comportamento.

<<Tu con me non hai niente a che fare>> disse puntandomi un dito sul petto e io feci per prenderlo in giro <<ai suoi ordini signore!>>

<<ti sembro uno che scherza?>> mi chiese, avvicinandosi ancora di più <<prima di tutto, voglie le distanze. non mi sembri affatto una persona che scherza troppo, ma sorridi su!>> urlai aprendo le braccia, prendendolo ancora per il culo.

<<non voglio perdere tempo con te. Dovremmo andare d'accordo sennó posso mandarti fuori quando voglio e come voglio>> puntualizzó guardandomi con freddezza. Io per qualche istate rimasi zitta, per fare dei evidenti calcoli su cosa dire. <<allora fallo>>: me ne uscì con questo. Avrei potuto sicuramente fare di meglio, ma non mi andava di pensarci troppo.

<<non mettermi alla prova>> e assottigliò lo sguardo, perdendo la pazienza.

<<mi sto solo difendendo>>. Dopo vari sguardi verso le mie unghie e le labbra del ragazzo parlai <<dopo tutto ho il vocabolario e una mente di un'avvocata e non di un ragazzetto che lavora in un pub come te>>

Sbuffó <<Posso chiederti una cosa?>> mi chiese lui avvicinandosi minacciosamente <<perchè sei venuta quì?>> e si strofino gli occhi

Scoppiai a ridere <<Non sarei mai venuta se avessi saputo prima della tua presenza>>

Lui rimase muto e impassibile <<la tua stanza è poco lontana dalla mia, sulla porta c'è scritto un nome, se non sbaglio Xavier>> disse facendo una pausa e tornando dietro il bancone <<cominci a lavorare esattamente fra 45 minuti... in camera mia c'è tutto il necessario, muoviti>> disse infine per poi alzare lo sguardo su di me per un paio di secondi.

Lo ringraziai con un sorrisetto e salii le scale, tenendomi la borsa a tracolla stretta al mio esile bacino.

Laugh now Cry Later || Dylan O'Brien ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora