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Sentii il letto muoversi e ricadere verso un'angolino, dato dal peso di qualcosa.

Aprii gli occhi di scatto e rimasi ferma a fissare Thomas seduto lá infondo.

<<che ci fai qui!?>> chiesi quasi urlando. Insomma, mi sono ritrovata in camera mia una persona.

<<volevo vedere se stavi bene, ieri sei andata via e non ti ho salutata>> disse toccandosi la nuca. Era palesemente a disagio. Lo si poteva vedere da un miglio di distanza.

Lo guardai storto, piegando il capo verso un lato <<Thomas, perché sei qua?>> rifeci la domanda, insistendo.

Sbuffó sonorosamente <<ok! forse volevo vederti>> disse e io sorrisi, stropicciandomi gli occhi <<ecco, così va meglio>>

<<come hai fatto ad entare?>> chiesi io dopo essermi abituata ai leggeri raggi solari che passavano fra le tende gillastre <<ho litigato con Dylan per darmele, voleva lasciarti dormire, ma io ho insistito>> disse sorridendo e io feci lo stesso, pur non contenta della sua pessima scelta. Perché non ascolta mai Dylan?

<<Thommy mi spieghi perfavore gli orari? Ancora non me li ha spiegati nessuno, e dovrei effettivamente saperli, dal momento che lavorerò qui per il prossimo mese>> dissi stiracchiandomi e alzandomi dal letto, mettendomi una semplice vestagli addosso.

<<oh beh allora, si lavora il Martedì, il mercoledì, il venerdì, il sabato e la domenica: tutto i giorni sono dalle 19 alle 3:45 con l'eccezione degli ultimi due giorni che sono dalle 19 alle 5>> disse torturandosi l'indice della mano destra <<e io quando comincio a ballare invece?>>

Stette in silenzio a riflettere <<esattamente sta sera>>

<<hai detto che non sapevi ballare vero?>> chiese lui e io mossi il capo <<esatto, speravo di non ottenere il lavoro, ma Dylan si è offerto addirittura di farmi fa tutore>>

<<vabbè dai, ti lascio sola un'altro po'>> disse il biondo <<di sotto ci siamo tutti , anche Kiara e Riley>>

Io annuí senza dire nulla: ero impaziente di conoscere la sorella di Kiara, nonché fidanzata di quel presuntuoso ed egocentrico ragazzo.
Non appena Thomas uscí dalla camera presi un paio di leggings della mia amica e con la stessa maglia che avevo addosso uscii pure io, percorrendo silenziosamente il corridoio.

Non appena arrivai al salotto tutti si girarono verso di me, sopratutto Kiara, che appena mi vide, urló il mio nome ai quattro venti, felice di vedermi.
La salutai con la mano e, avvicinandomi al tavolo, notai anche sua sorella: una ragazza veramente stupenda.

Non staró a descriverla, potreste sen'altro credermi sulla parola.

<<piacere, Micol>> dissi porgendole una mano. 
Lei me la guardò male, poi girando il capo verso Dylan con fare stizzito parló <<piacere Riley, la 𝙍𝘼𝙂𝘼𝙕𝙕𝘼 di Dylan>>

Aggrottai le sopracciglia lanciando un'occhiata a Kiara, che non sapeva come ostentare la situazione, e poi mi sedetti fra Thommy e Dylan.

Giocherellavo con il cibo, muovendo la forchetta su e giù, mentre ascoltavo le conversazioni degli altri quattro.

<<Dylan mi porti a fare shopping?>> chiese Riley cambiando tono di voce <<oggi no>>

Spalancai gli occhi per il tono meschino utilizzato e rimasi ferma immobile senza dire nulla <<povera ragazza>> pensai fra me e me.

<<eddai, perfavore!>> continuó lei insistentemente, senza aver però alcun risultato <<ho detto di no>>

A quesat risposta secca alzai lo sguardo, osservando Kiara, che non stava proferendo minima parola, proprio come me.

La ragazza sbuffó mordicchiando il pezzo di pane che aveva in mano <<Tu Micol, invece, perché sei qua?>> chiese sorridendomi falsamente <<oh, ho perso il lavoro>> senza aggiungere altre informazioni.

Lei buttó giù un boccone di fetta biscottata e, dopo poco, mi rispose <<quindi sei una disoccupata? Buono a sapersi>> disse lei ridendo sarcastica.

Lei cercò di aprire bocca di nuovo, molto probabilmente per fare un'altra delle sue insoddisfacenti battute, ma Dylan la fermó <<Riley, zitta>> disse per poi guardarmi: non avevo mai alzato lo sguardo dal piatto.
Era una situazione scomoda.

<<scusa! Ci stavo solo facendo amicizia>> disse ridendo e Kiara le toccó una mano, senza pazienza <<non è vero>>

Morsi leggermente una guancia, prima di alzarmi <<è stato un piacere conoscerti, a dopo ragazzi>> dissi chiudendomi poi fra le braccia calde.

Risalii per la centesima volta le scale ma non appena afferrai il pomello della porta utlizzó il mio nome come un richiamo.

<<non hai mangiato nulla>> disse il moro guardandomi attentamente <<vieni a mangiare>> aggiunse, tirandomi per il polso.

Alzai un sopracciglio <<se non ho mangiato ci sarà un motivo no? Non ho fame>> dissi io riafferrando il pomello <<quella sarebbe il motivo che ti vieta di mangiare, sentiamo?>>

<<tutto questo>>

Feci per andare verso il letto ma mi ricordai di dovergli chiedete informazioni sulla serata di sta sera <<Dylan?>> dissi facendo sbucare la testa, trovandolo nella stessa posizione in cui lo avevo lasciato <<vedi che non mi resisti ragazzina!>>

<<volevo solo chiederti di sta sera... balleró? Thomas me lo ha riferito prima ecco...>>

Lui si fermò a pensare <<si, sta sera tu balli. I vestiti sono già nell'armadio ed in pratica dovresti cominciare alle 23>> disse e io annuí <<grazie>>

Dopo questo chiusi la porta.
Che bel incontro, me la sarei aspettata meno scontrosa.

Laugh now Cry Later || Dylan O'Brien ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora