𝑇𝑤𝑒𝑛𝑡𝑦 𝑒𝑖𝑔ℎ𝑡: 𝑠𝑒𝑖 𝑡𝑢?

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*guys giusto che è stra tardi ora vi beccate un capitolo in questo modo, spero non ci siano erroi ma sono troppo stanca per rileggere tutto. L'ho scritto ora perchè sentivo il dovere di farlo. Baciniii*

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Si fermò a guardare il vuoto <<forse so chi è>> disse deciso e violentemente mi prese per mano, trascinandomi per tutti i corridoi dell'ospedale fino al parcheggio.

Forse lo avevo capito anche io....

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<<Dylan che ti prende>> un po' intimorita dalla sua reazione eccessiva continuai <<ora calmati che mi fai paura!>> e lasciai la presa dalla sua mano.

<<so che si tratta di Kiara, ma datti una calmata>> urlai ancora più forte, nel tentativo di farmi sentire.

<<Ti rendi conto che è Thomas! A quel deficente ho detto tutto, tutti i miei segreti, le mie debolezze!!>> mi informò quasi con le lacrime: mi venne spontaneo abbracciarlo con tutta la forza che avevo.

<<sei sicuro sia lui?>> chiesi d'un tratto <<metti in dubbia i mie presentimenti?>> mi chiese a sua volta assottigliando gli occhi, assolutamente serio.

<<no, non intendev- non importa andiamo>> dissi sfinita dal suo orribile comportamento <<sará meglio>> sussurró per poi seguirmi.

Feci finta di non sentirlo.
Ne ho abbastanza delle sue scenate da piccolo. In queste situazione si vede chi è il maturo, e quello assetato di vendetta <<ascolta non sei sicuro se il colpevole sia lui>> sbraitai tirandogli maglia: mi sentii gelare il sangue appena lo vidi girarsi verso di me con gli occhi pieni d'ira.

Abbozzai un sorriso e di punto in bianco lo vidi tranquillizzarsi <<baciamo>> disse di scatto stringendomi le natiche <<sei l'unica che mi fa star bene>> ammise per poi lasciarmi sulle labbra dei casti baci.

Speravo fra me e me che quelle bellissime parole non le avesse dedicate anche ad altre ragazze... ma facevo fatica a credere che le abbia recitate solo a me, che queste parole siano solo per me, per valorizzarmi. 

<<che c'è?>> mi chiese non appena si staccò: aveva senz'altro notato la mia preoccupazione, quel vuoto che avevo negli occhi... <<pensavo>> improvvisai <<sai una cosa? Andiamo a spaccare il culo a quel figlio di puttana... ha sfigurato la nostra migliore amica>> sussurrai le ultime parole senza respiro. Afferrai la mano di Dylan e corremmo alla macchina: lui montò sul posto del guidatore e una volta sistemati partimmo a tutta velocità.

Ci furono poche parole: la tensione ci impediva di essere come siamo sempre. Era sottopressione, su di giri: lo si poteva vedere a chilometri di distanza che non era ancora pronto ad affrontare questa avventura così delicata e particolare.

Parcheggiò proprio davanti alla casa di Thomas, che aveva le lucci accese, e poi appoggiò la fronte al volante: passai gli occhi dalla strada al suo viso disperato e parlai <<ascolta, se non te la senti non lo fare, non sei costretto>>

Alzò lo sguardo <<se non colgo l'occasione ora, non ne avrò più nessuna>> ammise e sentii i miei muscoli scongelarsi dalla paura grazie alle sue calde parole <<ma ho bisogno che tu venga con me>>

Laugh now Cry Later || Dylan O'Brien ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora