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La serata era ormai finta.
Da ore, in effetti.

Mi rigiravo nel letto come una bambina piccola, la quale ha paura del mostro sotto il letto, dei fantasmi che girano per la stanza.
La mia situazione non era proprio questa però: malgrado io abbia bisogno di dormire, la mia mente pensa solo ad una cosa, ad una persona.

Non mi sono innamorata.
Ma lo vedo ogni giorno e non averlo intorno è strano.
È strano non avere quella bocca di merda intorno capite?

Mi misi a pancia in su sospirando pesantemente, tenendo lo sguardo fisso sul soffitto vecchio: senti bussare più volte con fare insistente, e questo mi fece sobbalzare.

Alzai un sopracciglio, sorpresa da ciò, e con la velocità più possibile che le mie gambe mi permettevano andai ad aprire: penso che la scena fu abbastanza clamorosa, ma allo stesso tempo prevedibile.

Inutile dire che c'era Dylan davanti alla mia porta, era messo un po' male, ma in compenso avevo la nocche distrutte, cosa che mi fa intuire di aver preso a botte malamente Shawn.

<<ce le hai le chiavi di camera tua?>> chiesi e lui senza dire nulla mosse la testa, per poi appoggiarsi allo stipite della porta <<Riley è in camera
tua?>> chiesi dopo, riflettendoci un'attimo.

Anche qua non ebbi una risposta a parole, solo di gesti <<mh allora entra>>.

Rotei gli occhi e lo feci passare, spalancando la porta <<muoviti che entra tutto il freddo che c'è nel corridoio>> ammisi spazientita e lui mi guardó male, buttandosi infine sul letto.

Dopo aver chiuso delicatamente la porta mi girai verso di lui, puntandogli un dito contro <<ok scusa>> gli dissi <<raccontami cosa è successo, io nel frattempo prendo la cassetta che c'è là sotta, mi sembra di averla vista ieri mentre pulivo>> risposi camminando in punta di piedi per non far scricchiolare il pavimento.

Si sistemó meglio sul letto aiutandosi con le mani e cominció a parlare, mischiandoci qualche piccolo
lamento <<Shawn mi ha picchiato. Ti basta?>> disse lui sempre con il suo caratteraccio.

<<certo che tu non cambi mai>> dissi sospirando stufa; mi avvicinai a lui e gli chiesi di farmi spazio <<togliti>>

<<anche tu non cambi>> disse lui facendomi un sorrisetto maldestro che svaní subito, non appena appoggiai il dischetto di cotone sulla ferita del suo labbro.

Cercavo di guardare solo la ferita, ma non riuscivo a fare altro che focalizzarmi su tutt'altro.

Mi schiarí la voce, facendomi finta di nulla <<allora? Parla su>> dissi continuando a disinfettargli con quel poco di alcool che avevo la ferita.

<<Non ti interessa, tanto sai già tutto>> disse e io sbarrai gli occhi <<Dylan se non mi fosse interessato non sarei qua a medicarti ste minchiate>> dissi indicandogliene una ad una <<avrei potuto tranquillamente portarti in camera di Kiara>> ammisi sbuffando.

<<mh ok, allora portamici>> disse maliziosamente <<Dylan sei fidanzato e, ribadisco, non abbiamo nulla in comune>> dissi ribagnando un'altro dischetto <<questo potrebbe bruciare>> ammisi e dopo poco lui fece un gemito di dolore.

<<comunque non capisco, ti stavo coprendo!>> dissi guardando fisso nei tuoi occhi <<e tu hai preferito andarci da solo... almeno hai risolto
qualcosa?>> chiesi e lui non rispose.

<<se ci fosse stato mio padre mi avrebbe aiutato lui>> disse socchiudendo le labbra. Non sapevo che fare. Fa tutto il possibile per farmi sentire in colpa... il problema é che ci sta riuscendo benissimo...

Laugh now Cry Later || Dylan O'Brien ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora