Alex's Pov
-"Smettila, sei un sadico di merda! Sarà solo questione di tempo, vedrai che cazzo ti combinerò quando-" Ma prima che potessi finire di parlare, dell'altra acqua bollente mi colpì in pieno petto.
Mi svegliai di soprassalto, come non succedeva più da tempo ormai, la vista era appannata, non riuscivo a distinguere nulla intorno a me, respiravo affannosamente, ero madida di sudore, finché due braccia mi strinsero forte.
-"Calma, shh. Era solo un brutto sogno, sono qui." La voce pacata di Sara mi fece ritornare alla realtà, mi accucciai sul suo petto mentre qualche lacrima scendeva silenziosa sulla sua pelle calda. Mi sentivo una bambina per la prima volta in vita mia alla ricerca di un petto dove sentirmi al sicuro, eppure stranamente non mi facevo schifo come contrariamente mi sarei fatta in qualunque altro momento.
-"Vuoi raccontarmi cosa stavi sognando?" Mi sussurrò all'orecchio non appena mi fui completamente ripresa. Scossi lievemente la testa, stringendola più forte verso di me. Non avevo neppure il coraggio di rialzare la testa, mi sentivo vulnerabile, debole; un agnello che corre dalla mamma non appena sente l'odore del pericolo.
Lei, di rimando, mise una mano tra i miei capelli e continuò ad accarezzarmi la nuca, mentre il mio respiro pian piano tornava tranquillo, in contrapposizione con ogni altra cosa che provavo dentro di me.
Dopo qualche minuto in quella posizione iniziai a cullarmi dolcemente tra le sue braccia. Sentivo la sua pelle nuda sotto di me eppure, stranamente, non avevo alcun desiderio irrefrenabile di farla mia, ma semplicemente volevo godermi il contatto di quel piccolo, esile corpo sul mio.
Ruotai leggermente la testa e vidi che erano passati circa trenta minuti dal mio brusco risveglio, la stretta di Sara si era fatta più dolce. Pensai avesse capito che mi fossi calmata, così alzai lo sguardo per lasciarle un casto bacio sulle labbra e ringraziarla di essere lì. Non potei fare a meno di sogghignare notando che si fosse addormentata profondamente in quella posizione. Capii solo in quel momento perché la sua presa si era affievolita.
La ristesi piano sul materasso morbido, coprendole il corpo nudo e perfetto che non potevo fare a meno di ammirare ogni volta che ne avevo l'occasione. Le spalle piccole delineate da leggeri brividi di freddo, le clavicole prominenti sopra le quali avevo lasciato infiniti segni quella stessa notte, i seni turgidi e lividi, il ventre che si alzava e abbassava calmo ad ogni respiro marchiato da leggere smagliature ormai bianche che amavo baciare ogni volta che le copriva di nascosto con le mani, i fianchi che si allargavano per poi richiudersi all'altezza delle cosce sulle quali vi erano incise le impronte dei miei canini.
Mi chiesi se mai fosse possibile innamorarsi di singoli lineamenti e imperfezioni, se fosse possibile riconoscere una persona da una cicatrice sul ginocchio o da un neo su un fianco. E in quel momento la amavo così, con ogni singolo difetto che la rendeva perfetta, che la rendeva unica, che la rendeva mia.
Le poggiai cautamente le coperte sopra, così come si compre un dipinto in procinto di essere restaurato o spostato, facendo attenzione a non danneggiare anni di prodigiosa maestria e bravura dell'artista. Le sfiorai la fronte con le labbra nella speranza di non svegliarla, per lasciarle un bacio che l'avrebbe protetta tutta la notte, nei suoi sogni più reconditi.
La guardai ancora un attimo, prima di lasciare la stanza. Chiudere quella porta era come lasciare quella parte della mia mente che con lei aveva trovato pace, quella parte così tranquilla e pacifica che non riusciva a vedere nulla se non il bene nel mondo, esattamente come lei mi aveva insegnato.
Mentre chiudevo quella porta il buio mi pervase, tanto nella casa quanto nella mia mente. Ripensai a quell'incubo, alla storia di Chris la sera prima, al furgone e a tutti i dubbi che avevano irrogato la mia mente da quel momento.
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How You Remind Me
Teen FictionSequel di "I Wanna Be Yours." Passati anni dall'ultimo incontro in quel parco. Passate storie. Passati amanti. Passato il ricordo. Passata, quasi, la storia.