Capitolo 42.

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Alex's Pov

-"Allora Alex...vuoi qualcosa da bere?" La voce profonda di Paul risuonò nelle mie orecchie, destandomi dai miei pensieri. Scossi leggermente la testa.

-"Mh?" Lo guardai confusa.

-"Ma si...qualcosa da bere, lo sai...vodka o tequila ad esempio." Disse lui guardandomi con sguardo inquisitore, lo guardai con gli occhi spalancati, per poi voltarmi verso la madre di Sara e quest'ultima, per constatare se avessi sentito correttamente.

La più grande guardava il marito con le sopracciglia corrugate mentre la ragazza, seduta al mio fianco, aveva incrociato le braccia al petto ed emesso un profondo sospiro, alzando gli occhi al cielo.

-"Papà!"

-"Paul!"

Dissero le due al contempo.

-"Cosa? Era solo una domanda la mia!" Si giustifico lui alzando le spalle.

-"Non era solo una domanda, so perfettamente quel che stai facendo e non ci riuscirai." Rispose Sara guardandolo in cagnesco.

-"Signor Smith, per ora preferirei del vino se permette, magari la vodka la lasciamo per dopo." Dissi io spostandomi i capelli con la mano destra e riservandogli lo sguardo di qualcuno che voleva stare a quel gioco.

Sara e sua madre mi guardarono stupite, mentre lui alzó di poco la testa per scrutarmi meglio dopo a ver tirato su col naso, finché un sorriso compiaciuto si fece strada sul suo volto, sfoggiando le fossette profonde.

-"Mi piaci ragazza." Disse prima che Giulia iniziò a servirci.

————

-"Dio Giulia, era veramente tutto squisito, mangiassi tutti i giorni così..."

Eravamo solo al primo e già mi sentivo esplodere, la cucina di quella donna era quanto di più buono avessi mai mangiato.

-"Allora Alex...che fai per vivere?" Chiese Paul incrociando le mani sotto il suo mento.

-"Ci risiamo..." Sussurrò Sara voltandosi e mordendosi il labbro inferiore. Riuscivo a sentire tutta la pressione che l'uomo le procurava e non capivo perché, comprendevo perfettamente che suo padre fosse geloso e comprendevo anche che volesse sapere chi avesse intorno sua figlia. Pertanto tentai di tranquillizzarla afferrandole la mano che aveva sotto il tavolo, tentando di non dare nell'occhio. Era come se sentissi il suo cuore rallentare considerevolmente sotto il mio tocco.

-"Sono l'erede Jackson." Dissi con tono calmo. Vidi sua madre guardarmi stupita e suo padre ingoiare lentamente il vino rosso che aveva nel bicchiere.

-"Quindi l'azienda è tua." Constatò.

-"Esattamente." Confermai portando il calice alle labbra.

-"E dimmi Alex, ce la fai a gestire tutto da sola?" Chiese stirandosi il collo. Nel frattempo sentii l'esile mano di Sara sciogliersi dalla mia per poi poggiarsi cautamente sulla mia coscia sinistra coperta dai pantaloni aderenti. Deglutii rumorosamente al contatto.

-"Beh fino ad ora non sembra essermi andata male. E poi non sono sola, ho dei collaboratori fidati, tra cui questa ragazza qui." Dissi indicando la bionda di fianco a me, la quale sembrò strozzarsi con dell'acqua.

-"Quindi sei il suo capo."

-"Spero non ve ne parli troppo male." Scherzai io. La mano di Sara si iniziò lentamente a spostare verso l'alto, sorpassando quel che era la metà della mia coscia. Quella ragazza voleva farmi impazzire. Rischiai di far cadere il bicchiere appoggiandolo male sul tavolo, fortunatamente fu un gesto che nessuno sembrò notare, oltre la ragazza al mio fianco la quale sorrise lievemente, rilasciando una risata quasi strozzata.

How You Remind MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora