Capitolo 33.

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Alex's Pov

Era passato da circa dieci minuti l'orario in cui tutti i miei dipendenti tornavano a casa. Io non avevo fatto altro che pensare a quel che fosse successo con Sara. Sapevo di averla fatta infuriare e questo mi faceva sentire veramente in colpa. Ma non potevo farci nulla, io ero così e presto o tardi se ne sarebbe resa conto. Sapevo di essere sempre stata una persona gelosa, eppure solo con lei credevo di poter raggiungere per la prima volta l'apice di quella gelosia.

Pensavo a questo mentre firmavo svogliatamente dei fogli, quando un visino fin troppo riconoscibile entrò nel mio studio timidamente. Decisi di divertirmi un po', ignorandola finché non sarebbe stata lei a parlare e continuando a fissare i documenti di fronte a me.

La sentii ridere piano, chiudendo la porta. Potevo immaginarla come in quel momento stava alzando gli occhi al cielo, a come si mordeva quelle labbra perfette, a come mi guardava cercando di non ridere. E in ogni mio pensiero lei era perfetta, sensuale, dolce. Sentii poi le sue esili mani poggiarsi sulla scrivania, entrando nel mio campo visivo. Cercai di non ridere troppo sonoramente, continuando a fare il mio lavoro.

-"A quanto pare il mio capo vuole divertirsi nei momenti meno opportuni..." Disse, la sua voce mi sovrastava dato che si trovava ancora in piedi, era dannatamente sensuale, portandomi ad immaginare quel che avrei voluto farle lì, proprio in quel momento, su quella stessa scrivania.

-"Ma non sa che potrei divertirmi anche io." Disse, togliendo le mani dalla scrivania. Sentivo i suoi tacchi delineare il perimetro del mio ufficio lentamente, quasi come se volesse far impazzire anche il pavimento. Poi la sentii camminare alla mia destra, fino a che il suono delle sue scarpe non cessò.

Cercai di sfruttare la mia visione periferica per osservala, notando che si trovava di spalle sulla grande vetrata che dava sulla città, così mi permisi di alzare per un attimo lo sguardo, osservandola.

Aveva le mani poggiati sui fianchi formosi, racchiusi in una gonna stretta e nera che le arrivava poco sopra le ginocchia. Dentro di essa una camicetta bianca che le fasciava l'addome stretto. Solo ora mi accorsi che si fosse tolta la giacca, lasciandola su un divanetto in pelle che si trovava dall'altra parte della stanza.

Poi distolse lo sguardo dal punto che stava fissando, portandomi a fare lo stesso, ritrovandomi a fissare senza un senso i fogli di fronte a me, trattenendo per l'ennesima volta una risata. La sua invece uscì limpida, una leggera risatina fiera, sapevo mi avesse beccato a guardarla quando era girata, un po' me ne vergognavo per sembrare così debole, eppure quel gioco mi piaceva eccome, mi piaceva quando voleva la mia attenzione, solo la mia, quando cercava il mio sguardo, la mia approvazione.

Nel frattempo sentii nuovamente i suoi tacchi venire verso di me, poi dietro di me, spostandomi i capelli disordinati verso destra, cercai di nascondere i brividi che mi stava provocando per il gesto inaspettato. Passò una sua unghia sul retro del mio collo, la sentii ridere ancora una volta. Sapevo si stesse divertendo a stuzzicarmi, sapevo le piacesse quel suo apparente controllo su di me.

Poi arrivò alla mia sinistra e si fermò nuovamente, sentii la sua mano destra poggiarsi sul retro della mia poltrona, mentre l'altra era arrivata sulla mia scrivania, consentendole di piegarsi verso di me. Il suo profumo era sempre più vicino e potevo sentire il suo respiro leggermente accelerato. I miei sensi erano amplificati, ogni senso dava la vista per dispersa e tutti gli altri si impegnavano per farmi capire quali potessero essere le prossime mosse che avrebbe fatto la donna di fianco a me.

La sentii avvicinarsi lentamente, il suo respiro sempre più vicino a quella che capii fosse la sua meta. Fino a che non sentii le sue morbide labbra sul mio collo, facendomi rilasciare un gemito strozzato e forzare la mascella. La mia testa perse ogni pensiero lucido, portandomi a pensare solo a lei, a quelle labbra, a quel corpo, al suo calore che non sentivo da troppo tempo completamente addosso a me.

How You Remind MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora