Capitolo 24.

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Sara's Pov

Quando arrivammo nella nostra stanza rimasi stupita dalla sua grandezza. Sulla sinistra vi era un grande bagno dal marmo scuro con sfumature verde smeraldo. All'interno di esso, oltre ai soliti servizi, padroneggiava un'enorme vasca squadrata, molto moderna, come il resto della stanza. Una volta superato il bagno sempre sulla sinistra vi era un enorme letto matrimoniale dalla tastiera in similpelle, di fronte al letto una scrivania in vetro e una TV a schermo piatto. Sul fondo della stanza, due finestre ad angolo enormi mostravano il panorama, facilmente ammirabile dalle due poltrone anch'esse in pelle situate di fronte alle vetrate.

-"Ti piace?" Chiese Alex una volta poggiate le nostre valigie sulla parte inferiore dell'armadio.

-"Scherzi? Quanto ti è costato questo albergo?" Chiesi io stupita da ogni minimo dettaglio curato in quella stanza.

-"Non preoccuparti di questo. Piuttosto, ricordati che devi ancora pranzare, dato che sei andata in coma durante il viaggio in aereo." Disse lei trattenendo una risata.

-"Le vere gentil donne non mangiano mentre qualcuno dorme loro sulle spalle." Dissi io stuzzicandola. Poggiò i suoi occhiali da sole sulla scrivania in vetro prima di avvicinarsi a me con quel suo solito sguardo da cacciatrice.

-"Hey, avevo una fame da leoni, fidati, non avresti voluto che cercassi delle prede, soprattutto considerando che una dormiva esattamente sulla mia spalla." Sussurrò al mio orecchio facendomi venire i brividi.

-"Comunque alle ore venti abbiamo un appuntamento informale al sushi con alcuni dei dipendenti che dovremmo incontrare domani alla riunione." Disse poi con la solita sicurezza che usa quando parla di lavoro.

-"Fammi capire, tu vieni a Cuba e mangi sushi?" Chiesi io ridendo della situazione.

-"In realtà non ne vado matta, ma le mie ricerche mi hanno portato a scoprire che la cucina giapponese è la preferita dei nostri cari, futuri soci." Disse lei togliendosi le scarpe e prendendo l'intimo dalla sua valigia.

-"Stalker." Dissi io.

-"Solo ben informata signorina Smith. Comunque, io vado a farmi una doccia, tu intanto ordinati qualcosa in camera, devi mangiare." Disse lei squadrandomi da capo a piedi. Mi ero sempre sentita abbastanza a disagio col mio corpo e il modo in cui mi guardava non migliorava la situazione.

Una volta che sparì nella bagno tirai un sospiro di sollievo, sdraiandomi sul letto e rispondendo ad alcuni messaggi che mi erano arrivati. Amy che si preoccupava del possibile comportamento di Alex, mentre mia madre di come fossero andate le numerose ore di volo. Non sentivo mia madre da un po' ormai e me ne pentivo, ma non avrei potuto raccontarle tutta la storia ella sparizione di Amy o avrebbe chiamato volanti e gruppi di ricerca con la CIA sotto casa mia. Perciò sarebbe stato meglio tenerla al di fuori di tutto al momento. Chi più mi mancava era Riccardo, quando chiamavo a casa era il primo che rispondeva e quello che mi teneva più occupata al telefono, non che mi dispiacesse, anzi. Mi piaceva parlare con lui e sapere cosa stesse accadendo nella sua vita.

Dopo varie chiamate e messaggi sentii la porta del bagno aprirsi e Alex uscire dal bagno con dei pantaloni eleganti e un reggiseno in pizzo nero. Dio se era bella. Non mi sarei mai stancata di vederla vestita in quel modo, o meglio, svestita in quel modo. Il pantalone nero le fasciava perfettamente il sedere e le gambe, fino ad arrivare a dei tacchi alti lucidi che slanciavano maggiormente la sua figura. La sua schiena lasciava ancora intravedere qualche cicatrice, ricordo di quando eravamo a casa mia e le vidi per la prima volta, odiavo sapere che quei dannati segni c'erano quando c'ero anche io, e non erano mai andate via, esattamente come noi.

Il tatuaggio sul suo fianco si intravedeva poco dalla posizione in cui si trovava, avrei voluto sfiorarlo, farlo scorrere sotto le mie mani per rivivere il momento nel quale quel salice era di fronte a noi, a dirci addio. I muscoli della sua schiena si contraevano quando faceva i più piccoli movimenti, dal riporre le cose nella valigia al prenderne altre.

How You Remind MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora