Sara's Pov
Aprii lentamente gli occhi, la stanza intorno a me era la medesima di quando mi addormentai tra le braccia di Alex, la quale aveva ancora il braccio disteso sotto la mia testa per farmi stare più comoda. Mi spostai per osservarla meglio, sperando di non svegliarla. Era stupenda.
La sua testa era rivolta verso di me, leggermente abbassata, le labbra carnose sulle quali vi era un taglio dell'aggressione erano serrate, così come la sua mascella che vedevo stringesse spesso. Le sue sopracciglia erano leggermente corrugate, forse stava facendo un incubo. Scesi poi ad osservare il suo addome, nonostante fosse rilassato alcuni dei suoi muscoli erano contratti e ben visibili, così come l'inchiostro che marchiava il suo tessuto sottocutaneo. Finalmente potei ammirare l'enorme tatuaggio sul suo fianco, era un albero in bianco e nero, dalle foglie che scendevano riconobbi fosse un salice piangente, era veramente un tatuaggio ben fatto, che riusciva a trasmettere la sua natura cupa, quasi malinconica, ma allo stesso tempo semplice e serena. Passai in rassegna così anche altri tatuaggi.
Sul suo petto si intravedeva il gambo di una rosa la quale scendeva fin dove non potevo vedere dato che i suoi seni erano premuti in parte dal reggiseno e in parte dalla posizione in cui era, ovvero di lato.
Sotto il seno destro, invece, una scritta in corsivo dipingeva su di lei la frase "Devil may cry".
Amavo vedere quei tatuaggi su di lei, mi sarebbe piaciuto chiederle il significato di ognuno di essi, poterli toccare, anche solo sfiorare.
Al contrario invece, vedere quell'ematoma sul suo corpo mi distruggeva, sapere quanto avesse sofferto, soprattutto a causa mia. Le sfiorai piano il livido e la sentii emettere un lieve gemito strozzato. Poi la vidi corrugare nuovamente le sopracciglia e infine sorridere. Riusciva a farmi arrossire anche mentre dormiva.
Continuai così quel piccolo momento di coccole, continuando ad accarezzarle piano le clavicole, le spalle e la mascella. Di tanto in tanto potevo notare dalla sua espressione come si stesse beando di quel contatto, finché non decisi di lasciarla riposare e di alzarmi per preparare la colazione. Non appena mi mossi sentii però le sue gambe forzare la presa attorno alle mie.
-"Mhh, continua." Disse piano. La sua voce di prima mattina mi fece venire i brividi, ancora più roca, più profonda, più graffiante sulla sua gola. Arrossii nuovamente pensando che lei fosse sveglia per tutto il periodo nel quale mi ero soffermata a farle quei leggeri gratini.
-"Devo preparare la colazione e vedere come sta Amy." Le sussurrai io, accorgendomi che anche la mia voce era ancora impastata dal sonno. Non appena dissi quella frase la vidi aprire gli occhi, rimasi stupita dal loro colore. Erano di un verde molto scuro, le pupille ancora dilatate dal buio del riposo mentre una piccola sezione dei suoi occhi tendeva sull'azzurro. Non avevo mai notato questo dettaglio in essi. C'era anche da dire che in Alex c'era molto su cui soffermarsi, e con questo intendo dire che sarei stata volentieri altri due giorni in quel letto solo per ammirarla.
-"Finito di fissarmi? Credevo dovessi prepararmi la colazione." Disse lei ridendo e stiracchiando il braccio che fino ad allora era stato sotto di me.
-"Chi ha mai parlato di preparartela?" Dissi io ridendo. La vidi sbuffare prima di lanciarmi un cuscino in faccia.
-"E va bene va bene, cosa vuoi da mangiare?" Le chiesi, avrei iniziato volentieri una lotta con lei ma era già ferita e non volevo rischiare di fare peggio.
-"Mh...in realtà avrei molto da mangiare anche se rimanessi qui." Disse osservandomi per alcuni secondi. Avvampai arrossendo, ancora. Decisi di rilanciarle il cuscino con il quale lei mi aveva colpito poco prima.
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How You Remind Me
Teen FictionSequel di "I Wanna Be Yours." Passati anni dall'ultimo incontro in quel parco. Passate storie. Passati amanti. Passato il ricordo. Passata, quasi, la storia.