Capitolo 22.

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Sara's Pov

Quella sera la passammo come i vecchi tempi, nei primi anni di università. Con l'unica differenza che quella ferita tra le due fosse Amy. In realtà faceva di tutto per non mostrare il dolore che quello stronzo le avesse causato.

-"Ricominciamo." Disse improvvisamente, buttando giù l'ultimo sorso di vino nel suo bicchiere.

-"Cosa? Un'altra bottiglia?" Dissi io scherzando, mi piaceva abbastanza bere vino ormai, avevo iniziato a berlo grazie ad Amy, quando nel mio periodo più buio mi trascinava in discoteche con i suoi amici. "Ti fa sciogliere, basta non esagerare." Mi disse la prima volta, feci quello che diceva e da quel momento iniziai a bere alcolici. L'unico problema? Finivo sempre con l'esagerare.

-"Magari, sfortunatamente ne avevo comprata solo una per festeggiare il mio tatuaggio. Mi sarebbe piaciuto però, sei più simpatica da ubriaca." Disse, la spintonai leggermente alzando gli occhi al cielo.

-"Comunque, dicevo sul serio." Riprese. "Cominciamo di nuovo tutto, trasferiamoci." Disse. Adoravo vedere quella luce nei suoi occhi, era quella stessa luce che mi convinse a studiare quel che più amavo all'università, la stessa luce che mi convinse a trasferirmi per conto mio, insieme a lei nell'appartamento che tutt'ora condividevamo. Lei era quella sicurezza che mi era sempre mancata, quella spinta che mi serviva per portare a termine qualcosa di cui non ero sicura.

Eppure quella volta c'era una luce diversa nei suoi occhi, alimentata da una ragione differente da quella di cambiare che le veniva di tanto in tanto.

-"Cosa avevi in mente?" Le chiesi io curiosa. La vidi sorridere, sapeva convincermi ogni volta e sapeva che l'avrebbe fatto anche questa, potevo leggere la fiducia nei suoi occhi.

-"Un'appartamento, in centro questa volta, magari in alto, così potremmo vedere la città." Disse lei sedendosi sul bracciolo del divano.

-"Mi piacerebbe, sul serio, ma come potremmo permettercelo?" Chiesi io, l'idea mi piaceva molto, ma potevamo a malapena permetterci quel posto che stava cadendo a pezzi, figuriamoci un bell'attico in centro.

-"Tu ora hai un ottimo lavoro e io cercherò di trovarmene uno decente. Basterà risparmiare e col tempo ce la faremo, come abbiamo sempre fatto." Disse lei prendendomi le mani. Ci pensai affondo, non era un'idea poi tanto male. Io sarei stata più vicina all'azienda, avremmo avuto finalmente un'ascensore e ci saremo finalmente dimenticati degli incubi vissuti in quella casa.

-"E poi gran parte dei mobili questa volta li abbiamo, basterà solo comprare la casa, anche vuota no?" Dissi io, ottimista all'idea. Vidi Amy sorridermi a trentadue denti e stringermi ancora le mani annuendo, per poi saltarmi addosso abbracciandomi, emettendo alcuni versi acuti di gioia.

-"SISI, LO SAPEVO CHE CI SARESTI STATA!"
Mi urlò entusiasta, nella mia testa sapevo fosse la cosa giusta. Ci avrebbe aiutato a iniziare una nuova vita, e soprattutto avrebbe aiutato Amy a dimenticare quel che fosse successo qui dentro. Improvvisamente quella casa che fino ad allora mi era bastata e piaciuta era troppo stretta. Mi alzai dal divano ricordando quella cucina che trovai distrutta qualche tempo prima, la macchia sul muro era ancora lì, indelebile, a ricordarci che non possiamo cambiare il nostro passato.

Già, il passato. Mi chiedevo se Alex avesse fatto parte del mio passato o del mio presente, o se mai farà parte di un mio futuro. Io proprio ero lì a dirmi che non potevamo cambiare il passato, quando pochi mesi prima avrei voluto non averne uno quasi. Dopo tutta la sofferenza che avevo provato.

Amy era ormai andata a dormire, quando io entrai nel mio letto però ebbi una strana sensazione, una sensazione di incompletezza, di disagio. Come se quello non fosse esattamente il posto nel quale sarei voluta essere.

How You Remind MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora