Alex's Pov
Dopo la mia risposta Sara tacque, si limitò ad abbassare lo sguardo e a passare il resto della serata nella stanza nella quale dormiva quei giorni. Mi odiavo per averle risposto in quel modo, non se lo meritava. Odiavo risponderle così ma non sapevo cos'altro dirle. Notai un filo di delusione nei suoi occhi, in quegli occhi così belli, così ricchi di dettagli e così disarmanti. Come ogni suo altro comportamento.
Non sapevo descriverla in nessun altro modo, era disarmante. Mi lasciava senza alcun modo per difendermi, di fronte a lei era come se fossi costantemente debole, ed era l'ultimo modo nel quale volevo mi vedesse. Era uno dei motivi per il quale otto anni fa decisi di andarmene. Tra le tante cose, non sopportavo l'idea che potesse vedermi priva di forze, piegata e sottomessa ad un mostro.
Quella sera la passai in cucina, non mangiai nulla, tutto ciò che feci era bere una bevanda energetica per non farmi dormire. Doveva essere una punizione per me. Mi comportavo di merda quindi non avrei dormito per pensarci. Queste erano le regole, le mie regole.
Camminai piano lungo il salone di casa mia, guardai fuori. L'enorme finestra ricopriva la parete lasciandomi ammirare l'intera città illuminata. Era stupenda. Completamente inerme di fronte a me. Mi lasciava un senso di potere, avere costantemente quell'enorme città sotto i miei occhi. Quegli occhi che la scrutavano in continuazione, in ogni suo piccolo dettaglio. Dalle grandi insegne, alle luci piccole dei lampioni, alle luci ancora più invisibili degli accendini dei passanti che fumavano.
Un sistema piramidale di luci sempre più piccole che man mano andava ad affievolirsi fino a lasciare spazio ai quartieri più bui. Quelli dove le luci sono spente e se sono accese è solo per illuminare fievolmente due amanti nei loro letti mentre si dimenano gli uni sugli altri nella speranza di trovare del semplice e puro piacere.
Il mio orologio segnava le due quando decisi che, dopo tanto tempo, forse era arrivata l'ora di fare una delle poche cose che paragonavo all'immenso piacere di due amanti.
Sara's Pov
Aprii lentamente gli occhi, le prime luci dell'alba entravano dalla finestra ed io mi sentivo sempre più minuscola in quel letto. Poi arrivò alle mie orecchie un suono dolce, ovattato dalla stanchezza che avevo addosso. Solo dopo pochi minuti decisi di alzarmi, quando la curiosità superò la mia innata voglia di rimanere a letto.
Scesi piano le scale e quel suono si faceva sempre più forte, quasi come se lo strumento stesse suonando qualcosa fuori dalle sue corde, fuori dal singolo genere musicale per il quale era stato creato. Improvvisamente sentii la temperatura salire, Alex doveva averla alzata ancora.
Poi, una volta girato l'angolo per arrivare nell'enorme sala, la vidi. La sua figura illuminata solo dal sole che sorgeva, il quale non faceva altro che accentuare i contrasti in quella stanza. Dal biondo dei suoi capelli al nero intenso del piano che suonava, fino a contrastare nuovamente con la sua pelle chiara. Da dietro potevo vedere che non indossava alcuna maglia, vidi solo le linee di un reggiseno nero, il quale regalava un ulteriore contrasto ai miei occhi. La pelle era lucida, segno che stava quasi sudando, e sottili ciocche di capelli le ricadevano sulle spalle e sulla schiena, i quali muscoli sembravano contrarsi ad ogni tasto che premeva. I capelli le ricadevano sul viso ad ogni movimento che faceva, e le braccia si contraevano anch'esse fino a creare un totale chiasmo con le dita che quasi rilassate toccavano, quasi sfioravano i tasti.
Era la visione più sensuale che avessi mai visto. Sembrava una dea, una figura troppo perfetta per essere vera, per esistere realmente. E mai, mai mi sarei immaginata che suonasse così bene. Quel piano sembrava quasi gemere ad ogni suo tocco, rilasciando ad ogni contatto un suono sempre più armonioso.
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How You Remind Me
Teen FictionSequel di "I Wanna Be Yours." Passati anni dall'ultimo incontro in quel parco. Passate storie. Passati amanti. Passato il ricordo. Passata, quasi, la storia.