Capitolo 8.

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Alex's Pov.

-"Alex, ho bisogno di te". Questo fu tutto ciò che sentii mentre stavo leggendo dei documenti. Riconobbi immediatamente la voce, ma ogni mio dubbio svanì quando vidi Sara, col fiatone, di fronte a me con uno dei suoi soliti completi da lavoro.

-"Che è successo? Stai bene?" Dissi alzandomi di scatto. Non mi importava di parlarle in modo formale anche se fossimo a lavoro, sapevo quanto fosse difficile per lei dire che aveva bisogno di qualcosa o di qualcuno, perciò se aveva fatto affidamento proprio su di me la situazione mi preoccupava.

-"Si, io sto bene, si tratta di Amy. Credo che il suo ragazzo le abbi fatto qualcosa." Disse tutto d'un fiato mentre si riprendeva dalla probabile corsa che aveva fatto fin qui.

-"Cosa? Aspetta un secondo, come fai a dirlo?" Dissi io cercando di accertarmi su ciò che avevo appena sentito.

-"Ieri, quando sono tornata a casa c'era un casino, vetri ovunque, alcol sul muro e..." La interruppi.

-"Aspetta, quella ferita te la sei fatta con un vetro?" Le chiesi notando la benda che aveva sulla mano sinistra.

-"Si, ma non capisci, c'era un casino e io pensavo fosse entrato quacun e...e invece lei e-era con lui" Disse prima di singhiozzare.

-"Hey shh, calmati." Le andai vicino abbracciandola. Non mi iportava se mi avesse preso a schiaffi, doveva sapere che io sarei stata lì per lei in ogi caso, nonostante tutto. Non appena la abbracciai la sentii respirare a fondo sul mio petto. Rimanemmo così per qualche minuto finchè non si staccò da me. Il calore che aveva lasciato il suo corpo se ne stava già andando.

-"Scusami, ma non sapevo chi altro chiamare e-e tu conosci Max..." Disse lei asciugandosi il mascara che le era leggermente colato sul viso.

-"Max? Max Stewart dici?" Mi aveva detto che conosceva una brava ragazza e che l'avrebbe fatta venire qui ma non l'ho più...aspetta. Sei tu?" Le chiesi, indicandola. Annuì, tirando sù col naso e sorridendo debolmente.

-"Ascoltami, ora ti porto a casa mia e lì sarai al sicuro va bene? Ho degli uomini che possono rintracciare la tua amica e..." Mi interruppe.

-"Calmati, non ho detto che non sono al sicuro, ma avevo semplicemente bisogno di parlarne con qualcuno." Disse abbassando la testa e arrossendo. Mi era mancato vederla sorridere per tutto, quando si nascondeva da me perchè aveva paura di essersi messa in imbarazzo. Le presi piano il mento tra le dita e le sollevai il viso per poterla guardare negli occhi ormai rossi dal pianto.

-"Ora ti riporto a casa e vediamo che fare va bene? Non ti lascio da sola." Dissi cercando di convincerla.

-"N-No, stai tranquilla, devo lavorare, ho finito a malapena la mezza giornata." Disse lei retrocedendo verso la porta, mi affrettai ad andarle dietro e prima che potesse aprirla del tutto la richiusi con il braccio sinistro. Lei si voltò stupita, ritrovandosi la mia faccia vicina. Avvampai, riconoscendo il suo profumo, dovevamo uscire di lì o non ce l'avrei fatta a fermarmi in tempo.

-"Che si fotta il lavoro, ora ti riporto a casa tua e chiamo un mio vecchio amico per delle ricerce, tu dimmi di più su quel che è successo." Le disse nuovamente a pochi centimentri dal suo volto, annuì debolmente e, dopo averle aperto la porta, uscì seguita da me.

Quando arrivammo nella mia macchina la vedevo guardarmi imbambolata su qualcosa. Notai poi che era la mia scollatura.

-"Sono felice che ti stia piacendo il panorama, ma vorrei ti mettessi la cintura." Le dissi ridendo. A quelle parole sembrò quasi svegliarsi da uno stato di trans e scosse la testa arrossendo.

-"Idiota, stavo vededo la macchia di mascara che ti ho lasciato, mi dispiace." Disse indicando lo scollo della mia camicia bianca.

-"Uh è vero, tranquilla, non c'è problema, dovrei avere un cambio qui dietro." Dissi togliendomi la giacca e iniziando a sbottonarmi la camicia. Sapevo che non era il momento adatto, ma vederla arrossire era uno spettacolo tropo divertente e adorabile per non deliziarmene ogni volta che avessi potuto.

How You Remind MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora