Capitolo 44.

4.9K 157 32
                                    

Prima di lasciarvi al capitolo volevo chiedervi cosa ne pensaste della nuova copertina della storia, fatemi sapere e buona lettura!

Sara's Pov

La mattina seguente quando mi alzai, andai in cucina aspettandomi di trovare Alex ancora addormentata sul divano del mio appartamento, solo con l'intimo, perché sapevo che odiasse dormire vestita, immaginavo il suo corpo rilassato, calmo, magari leggermente distesa in una posizione apparentemente scomoda, con i tatuaggi che si diramavano lungo tutta quella distesa di muscoli non esagerati. Eppure quando mi affacciai lei non c'era, nonostante fossi furiosa per quell'inutile scenata di gelosia, non vederla ancora lì quella mattina mi lasciò come un vuoto dentro, mi sedetti sul divano dove aveva dormito quella notte, se non fosse uscita prima, e sul morbido cuscino color panna potevo ancora sentire il suo profumo, quello che adoravo sentire addosso e che mi era mancato così tanto. Sospirai ad occhi chiusi mentre mi inebriavo dell'unica cosa reale che avevo di lei ora, per poi alzarmi e prepararmi per quella dura giornata lavorativa.

Arrivai puntuale  in azienda, ma quando entrai percepii un'aria diversa, il clima lì dentro era completamente estraneo a quello a cui ero abituata, tutti correvano, evitavano di guardarsi negli occhi, mantenendo una traiettoria lineare, quasi come fosse studiato ogni loro movimento.

Quando entrai nel mio ufficio salutai come al solito Mary, la sua pacatezza era contagiosa. Mi sedetti sulla comoda sedia girevole del mio ufficio, feci un lungo sospiro che ruppe il silenzio di quell'insolita mattina, sarebbe stata una lunga giornata.

La pausa pranzo tardò qualche minuto ad arrivare, ero solita accorgermi del suo inizio per due fattori principali, la confusione che si respirava nel corridoio e negli altri piani e il mio stomaco che reclamava cibo. Quel giorno solo la seconda cosa era presente e puntuale, ma zittii il brontolio proveniente dal mio stomaco credendo non avessi mangiato abbastanza la mattina, per questo avevo fame a quell'ora.

Mi alzai, dirigendomi alla caffetteria, nella mia mente si prefigurava già la ciambella glassata al cioccolato e ripiena di crema che avrei divorato per pranzo, discutere con Alex mi metteva una certa fame. Nella grande stanza decorata in maniera sobria e minimalista tutti rispettavano un religioso silenzio, mentre io continuavo a studiare continuamente nuove ipotesi su cosa fosse potuto accadere. Che fosse morto il parente di un dipendente? Che fosse il compleanno di un dipendente? Che un dipendente fosse morto il giorno del suo compleanno? Mentre la mia mente partoriva ipotesi sempre più assurde delle urla mi destarono da esse, e a quanto pare non ero l'unica ad averle sentite, data la grande quantità di persone che si erano già precipitate nel corridoio ad assistere alla scena.

Le urla ora mi sembravano più nitide, come le voci alle quali appartenevano. Di fronte tutti noi Tania e Alex discutevano animatamente, a separarci i vetri di una sala riunioni, i quali comunque non riuscivano a fermare i toni alti assunti dalle due.

-"Alex...so quanto ci tenevi a quell'affare, ma non era più vantaggioso per noi, uscivano il doppio dei soldi che ci rientravano." Tania era più pacata, seduta su una poltrona beige in tessuto con le gambe elegantemente accavallate, strette dalla gonna corta blu elettrico.

-"Non avevi il fottuto diritto di chiudere con loro, non sei tu che comandi qui!" Alex invece era tesa, gesticolava e si spostava continuamente i capelli da un lato o dall'altro. Era in piedi, la mascella serrata così come le labbra, mentre una delle sue camicie bianche le stringeva le spalle.

Ero confusa da quella scena, sia per la bellezza di quella donna che per l'enorme scandalo che stava riportando nella sua azienda. Eppure capii dall'espressione non troppo sorpresa dei dipendenti che non era la prima volta che accadeva una cosa così.

How You Remind MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora