Sara's Pov
Poggiai l'ultimo cumulo di fogli stampati, sembrava come se la cellulosa della carta mi stesse consumando i polpastrelli. Sbuffai sonoramente, lasciandomi cadere sullo schienale della sedia girevole dietro la mia scrivania. Volsi lo sguardo alla vetrata, il sole era tramontato già da molto e io mi trovavo lì, ancora china sul lavoro con gli occhi che quasi lacrimavano dalla stanchezza.
Era passata qualche settimana dalla visita ai miei genitori e io ancora non avevo avvertito Alex del fatto che mia madre sapesse di noi. Non volevo causarle ulteriori problemi, era già molto occupata dal lavoro e proprio in quel momento si trovava in Texas per un ulteriore contratto.
Sarebbe dovuta stare fuori solo due giorni ma la sera prima mi chiamò, informandomi che sarebbe dovuta restare fuori altri tre giorni per un allarme tornado. Erano molto comuni in Texas, ma non per questo mi sarei tranquillizzata facilmente.
Morale della favola, ogni sera da quando era partita lavoravo fino a tardi per poi ritrovarmi a dover chiudere io.
Mentre riordinavo la mia scrivania sentii bussare fuori la porta del mio ufficio. Sorpresa e inquietata alzai il volto, ritrovandomi un ragazzo della mia stessa età di fronte. Aveva un aspetto familiare.
-"Oh, ehm, buonasera. Hai dimenticato qualcosa?" Chiesi, pensando fosse un dipendente.
-"No, sono Josh, il cugino d Tania. Halloween, ricordi?" Chiese lui sorridendo. Arrossii imbarazzata, non essendomi ricordata prima di lui.
-"S-Si, scusami, ora ricordo. Comunque mi dispiace ma Tania non c'è." Dissi chiudendo la mia valigetta.
-"Oh, peccato. Comunque, tu come mai sei qui? Pensavo fosse mia cugina quella che rimaneva dopo l'orario di chiusura."
-"Di solito sì ma ultimamente...ci alterniamo ecco." Dissi io accennando un sorriso imbarazzato.
-"Sembri stanca, forse è meglio se esci da queste mura." Disse ridendo, mi guardai intorno pensando che effettivamente avesse ragione, non respiravo aria pulita da poco più di dieci ore.
-"Hai l'aria di qualcuno che ha bisogno di un caffè e si da il caso che conosca la migliore caffetteria della città, che ne dici, ci stai?" Chiese ironico. L'idea non mi dispiaceva, era da molto che non bevevo caffè e ne avevo un evidente bisogno. Come quasi ogni sera ormai Amy lavorava e Alex non c'era, perciò decisi di accettare la proposta.
Il bar in cui Josh mi portò aveva l'aspetto di un bar nel quale si incontrassero agenti immobiliari e avocati con i rispettivi clienti, quei bar moderni nei quali servono camerieri tirati a lucido quasi da confondersi con i loro stessi clienti. Quest'ultimi avevano tutti il medesimo aspetto: giacca, cravatta, valigette o borse in pelle e scarpe lucide. Le donne invece si alternavano, chi portava tailleur e chi invece indossava completi morbidi o attillati. Tutti loro però sembravano avere in comune quell'atteggiamento di superiorità, quel comportamento di chi è fin troppo impegnato anche per terminare il caffè che ha ordinato.
Ci sedemmo su due poltrone color panna, dallo stile semplice e moderno, vicino ad una riproduzione fedele di un'opera di Andy Warhol.
-"Ti piace questo posto?" Mi chiese Josh il quale fino a quel momento aveva continuato a parlare del suo lavoro come giornalista e inviato televisivo.
-"Uhm, si. Molto...moderno ecco." Dissi io, non trovando le parole adatte a nascondere il disagio che mi causava quel luogo.
-"Si, in effetti penso sia uno dei più bei bar che ci siano in zona. Quando è stato inaugurato pensa, c'erano circa cinquecento persone. Ricordo fosse uno dei primi incarichi in diretta che ebbi." Sorrisi portando gli occhi al cielo. Se avessi ancora sentito parlare di un'altra intervista o fatto di cronaca che aveva presentato mi sarei uccisa con il primo coltello da marmellata che mi sarei ritrovata tra le mani. So che non parlava di sé con narcisismo o autocelebrazione, ma non riuscivo a sentire ancora parlare di lavoro dopo una giornata così stancante.
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How You Remind Me
Teen FictionSequel di "I Wanna Be Yours." Passati anni dall'ultimo incontro in quel parco. Passate storie. Passati amanti. Passato il ricordo. Passata, quasi, la storia.