Sara's Pov
Sapevo che quel messaggio sarebbe stato allarmante per lei, come sapevo che la notizia che le avrei dato non le sarebbe piaciuta. Per tutta la giornata lavorativa cercai di pensare al modo migliore per dirglielo evitando che si arrabbiasse o che prendesse le distanze da me.
In quel periodo quello era il mio unico pensiero, la sua distanza. La mia non era una dipendenza morbosa nei suoi confronti, ma più semplicemente una mancanza che sentivo appartenesse a lei, che nonostante la mia riluttanza e quella di Amy sentivo avrei lasciato colmare solo a lei. Amy era un ulteriore problema. Il tempo che mi sarei presa sarebbe stato in parte per capire di più su quel che le avesse fatto Max, su come stesse e su come avrebbe affrontato quel problema e in parte anche perché Amy era molto scettica su Alex. Non volevo che tra di loro ci fosse un rapporto di inimicizia, ma non potevo neppure pretendere che fossero state migliori amiche. Semplicemente non mi aspettavo che Amy reagisse così al ritorno di Alex, soprattutto dopo quel che aveva fatto lei per noi.
Quella stessa mattina infatti, dopo che Alex fosse uscita, Amy mi aveva spiegato quanto fosse preoccupata per me e per come sarei potuta stare dopo una vicinanza prolungata ad Alex. Cercavo di assecondarla, soffocando quella vocina nel mio petto che diceva di buttarmi nel rapporto con Alex senza pensarci due volte, che mi diceva di vivere per una volta senza pensare alle conseguenze.
Scossi la testa tentando di scacciare quei pensieri per dedicarmi al mio lavoro, anche se mi sembrava la cosa più complicata da fare. Alex era sempre lì, nella mia testa. Sapevo che questo non andava bene, perché quei pensieri sarebbero rimasti lì a torturarmi fino a che non gliene avrei parlato apertamente, cosa che non avrei potuto fare ancora per qualche tempo.
L'orario nel quale tutti i miei colleghi fuggivano da lavoro arrivò, ma io non mi mossi dalla mia scrivania. Sapevo che Alex si tratteneva sempre più del dovuto perciò aspettai prima di andare a trovarla.
Dopo circa quaranta minuti sentii bussare piano alla porta, quando alzai la testa vidi un'Alex che mi guardava poggiata allo stipite con le braccia conserte, con gli occhi di una bambina che sa di aver sbagliato e si aspetta un rimprovero. Dio, quel suo sguardo era una delle cose più dolci che avessi mai visto, sapevo che mi avrebbe fottuta anche se in quel momento le avrei lasciato volentieri il permesso di fare il contrario.
-"Hey..." Dissi io prima di spegnere il computer e alzarmi dalla poltrona di pelle. Alex mi lanciò un sorriso poco convinto, non avevo dubbi che quel messaggio l'avesse inquietata.
-"Andiamo?" Disse lei togliendosi dallo stipite della porta per lasciarmi spazio.
-"Andiamo." Dissi io precedendola verso l'ascensore. Una volta entrate digitò il piano più alto, ovvero la terraza. Perché voleva andare lì? Quando si accorse del mio sguardo interrogativo mi sorrise, leccandosi le labbra.
-"Non sono molto tipa da chiacchierata in un bar di fronte ad un caffè." Mi disse ridendo. Aveva ragione, non ce la vedevo neppure seduta in un bar a bere con me di fronte che le parlavo. Una volta che le porte dell'ascensore si aprirono e che uscimmo un piccolo soffio di vento mi fece rabbrividire.
-"Anche se della cioccolata calda non mi sarebbe dispiaciuta." Dissi io sfregandomi le mani sulle braccia per riscaldarmi. La vidi sorridere per poi passarmi la sua giacca bianca. Cristo, ci mancava solo che si mettesse a fare la donna galante e romantica.
-"Avanti, parla prima di congelare." Disse affacciandosi verso la città, come aveva fatto il giorno del nostro primo incontro lì.
-"Vedi...questa mattina ho parlato con Amy e-" Fui interrotta.
-"E ti ha detto che tornerete a casa immagino." Disse lei voltandosi, guardandomi dritta negli occhi. Si erano fatti improvvisamente più chiari, un verde acqua cristallino. Sospirai, odiavo quando capiva esattamente quel che stavo per dire.
-"Cosa vuoi fare tu?" Chiese lei continuando a guardarmi, quasi volesse leggere dentro di me, quasi stesse cercando degli spazi tra le righe. Sospirai nuovamente, cosa volevo io? Io volevo lei, ma non potevo dirglielo, non ancora. Io volevo lei e volevo anche che la mia migliore amica stesse bene e che si riprendesse per proseguire la vita stupida e monotona che mi ero prefissata.
-"Voglio esserle vicino, Alex." Dissi infine riferendomi ad Amy, la vidi sorridere amaramente e abbassare lo sguardo verso la città, quella città che sembrava guardare noi anziché il contrario.
-"Ma voglio anche essere al tuo fianco." Dissi io, continuando il mio discorso. Vidi Alex alzare nuovamente lo sguardo, parallelo alla città, per poi girare la testa e guardarmi, potei giurare di aver visto un briciolo di speranza nei suoi occhi, non capivo come io potessi darle quella speranza, come poteva essere felice con me. Eppure lo sembrava, Dio sembrava così tanto speranzosa in quel momento, sorpresa e sbigottita.
-"Si insomma...s-se tu me lo permetter-." Nuovamente interrotta, ma questa volta non da delle parole, bensì da due braccia che mi strinsero forte, quasi a rassicurarmi. In quell'abbraccio c'era ogni conferma di cui avevo bisogno, il suo busto, le sue braccia, il suo intero corpo era bollente. Mi sentivo protetta lì, immune da tutto, felice. Il suo profumo addosso, lo potevo sentire data la differenza di altezza, nonostante con i tacchi si minimizzasse c'era dato che anche lei li indossava. Potevo sentire la sua camicia bianca di seta stropicciarsi quasi addosso a me, il suo petto gonfiarsi per il suo respiro caldo.
Quando ci staccammo ci guardammo per un attimo negli occhi, poi scoppiammo a ridere entrambe come due bambine. Era una risata complice la nostra, una risata che segnava quasi una promessa.
-"Forza, andiamo prima che piova." Disse guardando il cielo che si era ormai oscurato.
Nell'ascensore le restituii la sua giacca, che dopo molte esitazioni decise di riprendere. Dopo poco ci trovammo fuori dall'edificio, dirette verso la sua auto nera.
-"Amy mi ha detto di ringraziarti per tutto quel che hai fatto, questa mattina ha preso le mie cose per riportarle a casa." Dissi. Alex rispose con un gesto che mi diceva di non preoccuparmi. Quella volta guidò lentamente, di tanto in tanto si girava per guardarmi, riuscivo a vederla con la coda dell'occhio e sorridevo perché era bella quando mi guardava, era bella sempre. Dopo poco iniziò a piovere, non mi piaceva particolarmente la pioggia eppure era bello essere in auto con lei quado accadeva.
Quando arrivammo di fronte il mio palazzo mi accompagnò di fronte l'entrata, correndo sotto la sua giacca tentando di non scivolare a causa dei tacchi. Nonostante quella precaria protezione di tessuto ci bagnammo comunque. Prima di salutarci mise le mani sui miei fianchi, quasi circondandoli.
-"Ci vediamo domani a lavoro allora, signorina Smith." Disse con quel suo solito tono che mi avrebbe fatto cedere le gambe se non mi avesse retto, avvicinandosi al mio orecchio. Rabbrividii a quel nome.
-"A domani A.J." Dissi io prima di lasciarle un bacio sulla guancia. La sentii stringermi i fianchi lentamente con le mani prima di rilasciare un sorriso misto ad un gemito strozzato.
Quando salii le scale mi sembrava strano, in quei giorni non avevo fatto neppure un piano di scale a piedi, mi era mancato quel tugurio di posto. Aprii la porta, trovandomi di fronte un'Amy con lacrime di gioia.
-"Hey, cos'è successo? Ti è riuscito finalmente un pasto?" Dissi io ironicamente, beccandomi un leggero schiaffo sul braccio.
-"No idiota, guarda..." Disse voltandosi e alzandosi la maglia, alcune lacrime scesero sul mio volto, incontrandosi con il mio sorriso. Sulla sua schiena, grandi fiori tatuati come fossero dipinti su di un'enorme cicatrice verticale, ormai sparita.
E ancora una volta i tatuaggi hanno salvato la situazione, a differenza della mia red bull che stava per essere rovesciata sul computer. Ringraziate i miei riflessi o questo capitolo non sarebbe giunto fino a voi.
Comunque, nonostante non sia successo molto questi capitoli transitivi mi stanno piacendo, perché sono i capitoli nei quali potete capire più sulla psicologia o sul carattere dei nostri personaggi. Voi invece che ne pensate?
Al prossimo aggiornamento!
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How You Remind Me
Teen FictionSequel di "I Wanna Be Yours." Passati anni dall'ultimo incontro in quel parco. Passate storie. Passati amanti. Passato il ricordo. Passata, quasi, la storia.