Capitolo 52.

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Sara's Pov

L'avevo sentita, avevo realmente sentito del calore, del vero calore. Il calore che solo una persona viva, che solo una persona cosciente può darti. Le sue dita pallide e affusolate che dopo tanto, troppo, tempo in maniera flebile si stringevano alle mie incredule, tremanti, piccole mani. Dopo quel contatto, il mio cuore perse un battito, e per un attimo non capii cosa stesse accadendo, finché non la sentii, bassa, roca, impastata, la sua voce. Non sono riuscita a capire cosa disse esattamente, ma in quell'attimo realizzai. Non la guardai neppure a dire il vero, corsi immediatamente a chiamare qualcuno urlando, urlando così forte che uscirono alcuni pazienti nelle sale accanto, così forte che non accorse solo il medico ma anche due infermieri.

-"Cosa succede?" Nessuna risposta.

-"Signorina, perché sta urlando, è successo qualcosa?" Niente. Era come se stessi vivendo un sogno, uno di quei sogni in cui devi correre eppure vai lentissimamente, così piano che ti senti morire, così piano che vuoi prenderti a sberle perché non capisci cosa ti succede. Io quel sogno, o incubo piuttosto, lo stavo vivendo realmente e nel momento peggiore che potesse capitare.
Non so quando esattamente i dottori entrarono nella stanza di Alex, credo nel momento in cui capirono che mi ero completamente paralizzata. Ma, prima che potessi fare realmente qualcosa, le porte davanti a me si chiusero. Lasciandomi di nuovo sola, in balia della speranza.

-"Sara, che è successo? Dov'è Alex adesso?" La voce squillante di Tania non passava inosservata in una gelida notte di una gelida clinica ormai vuota da qualunque persona fuorché i pazienti, i medici e me.

-"I medici sono entrati circa un'ora fa, n-non so cosa sia successo, eravamo io e lei e le tenevo la mano come faccio praticamente ogni giorno, quando all'improvviso ho sentito ricambiare quella stretta." Dissi con gli occhi ricolmi di lacrime, la loro espressione cambiò, vidi della gioia mista a confusione e dubbio.

-"Sara, perché piangi? Che hanno detto i medici?"

-"Amy, non lo so, sono entrati un'ora fa vi ho detto, i-io ho paura di essere stata di intralcio...non lo so." Le lacrime iniziarono ad uscire, impedendomi sempre più di parlare.

-"Intralcio? Che intendi? Sara, calmati per favore. Spiega-" I medici uscirono dalla stanza.

-"Signori, buonasera, con chi posso parlare di voi?" Tutti improvvisamente guardarono me, feci un passo avanti con i pugni così serrati dalla paura da graffiarmi i palmi delle mani, dovevo farmi forza.

-"Bene. La signorina Jackson si è svegliata, siamo rimasti nella stanza per non provocarle alcun tipo di confusione, oltre che per accettarci delle sue condizioni di salute. Tra le altre cose, infatti, abbiamo dovuto verificare le sue funzioni cognitive, se ricordasse chi fosse e cosa fosse successo. Senza neppure un possibile preavviso, Tania schiaffeggiò il medico.

-"Lei si è appena svegliata dal coma e voi le chiedete se ricorda il fottuto trauma che ce l'ha portata?! Dove cazzo è il medico che l'ha seguita questi giorni?!" Tania stava urlando nel bel mezzo di una clinica privata, in piena notte e per di più dopo aver aggredito un primario davanti le nostre facce completamente pietrificate.

-"Ma che cazzo fai Tania!" Chris la prese per un braccio tirandola via, prima che potesse commettere altri sciocchezze.

-"Ci scusi, la prego davvero, ci scusi tantissimo, non sappiamo che cosa le sia preso." Disse Chris facendo sedere Tania, fulminandola con lo sguardo.

-"Non vi preoccupate, che ci crediate o no, non è la prima volta che qualcuno in questo ospedale mi schiaffeggia."

-"Evidentemente se lo merita allora!"

How You Remind MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora