-"Chris, ti ricordi quando Alex ti ha regalato quella Jeep d'epoca per il tuo compleanno? Continuavi a dire di volere iniziare a surfare, lei ti disse che nella tua macchina non entrava una tavola da surf come si deve, e due settimane dopo eccola lì, con una macchina e una tavola da surf dentro."-"Non sei seria, non ci credo."
-"Ti giuro, Amy, il nostro Chris surfa come pochi sanno fare in questa costa del paese, ma sempre peggio di Alex. C'è da dire."
-"Perché non ti sei mai fatto vedere con la muta? Saresti così sexy."
-"Lo è, fidati. La prossima estate vedrai come gli sta bene. Non devi ingelosirti però, per me Christian è come un bambolotto e non di quelli che piacciono a me."
-"Alex ha sempre fatto questo genere di regali?"
-"Oh no; li ha iniziati a fare dopo il primo anno in azienda. Non ha mai speso un soldo dei suoi genitori se non per reinvestirlo. Quando iniziò a vedere dei veri soldi, frutto del suo impegno e del suo istinto, ha capito che poteva far felici quelli che aveva attorno."
-"Spero veramente che non mi faccia questo genere di regali, non saprei veramente cosa dirle. Io al massimo posso regalarle un maglione cucito da me."
-"Sara, dovrai sempre aspettarti questi gesti da Alex, pensa che ti meriti il mondo e, se potrà, te lo farà avere tutto nelle tasche. Poi da una come lei, che ha vissuto anni nel degrado, scappando dai servizi sociali, questo è il riscatto che pensa e sa di meritare."
-"È così saccente?"
-"Amy, devi capire che pensa di sapere tutto lo scibile dell'universo, e probabilmente se tentassi di contraddirla passerai la più brutta serata della tua vita."
-"Ah. Buono a sapersi. E voi siete tutti d'accordo con ciò?"
-"Assolutamente no. È per questo che siamo suoi amici. Lei è attirata da tutti coloro che sono diversi, che le tengono testa, che la stimolano. Ecco perché è tanto attratta dalla nostra "signorina Smith".
-"Tania!"
-"Dai la smetto, sei viola in faccia. Comunque; questo era l'ultimo aneddoto della serata in cui parliamo bene di Alex. Non posso rammollarmi tanto."
-"È assurdo pensare che sia una persona così diversa da quello che sembra..."
-"È completamente diversa da quello che sembra Amy, magari Sara un giorno ti dirà a cosa mi riferisco. Comunque, un maglione a mano eh? Sì, ci potrebbe stare."
-"Non sei seria."
-"Lo sono eccome invece. Va matta per i dinosauri e qualunque disegno stilizzato tu possa riuscire a fare. Sbrigati che fra qualche giorno è il suo compleanno a proposito."
-"Prenderò nota, ma uccidimi se realmente non trovo di meglio da farle di uno stupido maglione con un dinosauro."
Chris' pov
Ero con Amy e Tania nel mio appartamento, la vista era offuscata dalle sei birre bevute, ma riuscivo ancora ad intendere abbastanza bene. Da quando Alex era in ospedale non riuscivo a pensare a nulla di concreto nella mia vita. L'unico passo in avanti fatto era che io ed Amy abitassimo insieme. Non fu una cosa programmata o altro. Lei venne purché era preoccupata del mio stato e io acconsentii volentieri, conscio che nessuno di noi era più al sicuro ormai.
Credo che questo fosse il punto che più mi agitava: io sapevo. Sapevo, o quanto meno sospettavo, che quel dannato incidente che aveva quasi ucciso una delle persone che ho di più care al mondo, potesse non essere stato poi tanto un incidente come era sembrato. E le bugie mi logoravano dentro. Non sono mai stato in tipo che riusciva a mentire, figurarsi mantenere i segreti. Per me la trasparenza era la strada migliore, eppure sapevo che in quel caso essere sinceri non avrebbe portato che altro dolore, altri disastri, altri "incidenti". Preso dall'ira in ospedale mi ero fatto scalpore qualcosa, ma le ragazze credevano semplicemente fosse una mia paranoia.
-"Smettila di bere cazzo, non ti riconosco più." Una voce alle mie spalle mi parlò, eppure sembrava lontana un miglio.
-"Mi hai capita Chris? Dove cazzo è finito il mio amico? Eri così dannatamente estroverso, solare, entusiasta di vivere. Ora non ricordo quasi più la tua voce." Ancora.
-"Smettila Tania, è ancora sconvolto, non vedi?" Amore.
-"Siamo tutti sconvolti Cristo, eppure se facciamo così andrà sempre peggio!" Fine. Respirai profondamente, tirandomi su a fatica.
-"Stammi bene a sentire amica." Mi voltai verso di lei.
-"Pensi che andrà sempre peggio per due birre di merda buttate giù? Come cazzo ti permetti di dire a me di reagire, quando tu da quando è successo tutto non hai mai dormito nel tuo letto in pratica. Ogni giorno la dai ad un coglione diverso e ancora non riesci neppure ad entrare nel suo cazzo di ufficio ma ogni santo giorno lo fai tirare a lucido dalla donna delle pulizie." Sputai rabbioso fuori ogni parola senza prendere fiato, mi sentivo le vene del collo pulsare e il mio respiro era affannato tanto avevo urlato nel parlare. Loro mi guardavano, perplesse.
-"Sara me le ha dette tutte queste cose. È preoccupata per te. Tutti siamo preoccupati per tutti. E lo so che io probabilmente sono quello più preoccupante qui dentro, ma se guardassimo più noi stessi capiremo quanto cazzo ci ha stravolto questa storia!"
Silenzio...sentii Tania respirare e abbassare la testa. Aveva uno strano sorriso sul volto. Rivolsi immediatamente il mio sguardo ad Amy, la quale mi guardava con uno sguardo di rimprovero misto a sgomento. Mi sentivo una merda. Poi, un singhiozzo, Tania piangeva.
Amy la abbracciò, stringendola a lei. Mentre io ero lì, a guardare che bell'uomo di merda ero diventato. Quanto poco mi ci era voluto per crollare e per voltare le spalle alle persone che più mi erano state accanto. Mi facevo così schifo da essere impietrito lì, davanti a loro, non volevo muovermi, terrorizzato dall'idea che potessi fare altro male.
Faceva quasi freddo in quella casa, le mani però avevano smesso di tremarmi. Avevo ancora la birra in mano, un fungo cilindrico di vetro che mi si era piantato nella carne ed era entrano nelle viscere. Consapevole che mi stava uccidendo, lo strinsi ancora più forte.
Di tanto in tanto nei singhiozzi di Tania si sentiva la voce di Amy che le ripeteva di stare tranquilla, mentre la prima ripeteva tra le lacrime che avevo ragione. Ma non era così, avevo solo fatto sputato addosso a lei il mio dolore, come una mina vagante pronta ad esplodere e ne ero pienamente consapevole.
Poi, all'improvviso, a tagliare il silenzio a metà come una lama taglia una gola, come un incidente taglia una vita, un telefono si squillò.
Alzammo tutti la testa, appena destati da chissà quale incubo o quale trance. Tania si toccò la tasca posteriore dei jeans tirando poi fuori il suo telefono e, senza neppure leggere chi fosse, rispose. Vedevo i suoi occhi privi di vita, spenti; il trucco colato e secco sulle guance ormai nere. Il naso leggermente rosso e i capelli poco arruffati dalle mani di Amy la quale si era allontanata per lasciarle la sua privacy.
Attaccò. Poi, il silenzio.
-"Chi era?" Chiese Amy, tentando di essere il più cordiale possibile.
-"S-Sara." Disse lei continuando a fissare il vuoto davanti a lei.
Potevo vedere perfettamente i suoi occhi perché davanti a lei, oltre quel muro invisibile che era rimasta a fissare, c'ero io.
-"Cosa? E che ti ha detto?" Chiesi confuso.
-"Alex..." La prima lacrima.
-"Alex cosa?" Non ce la facevo.
-"Alex è-" altre lacrime. Ogni mio muscolo stava per cedere. Avevo paura di sentire l'unica notizia che mi avrebbe ucciso, che avrebbe ucciso tutti noi.
-"Che cosa, Tania?" Intervenne Amy.
-"Cazzo, che ti ha detto Sara? Ti prego parla!" Crollai in ginocchio sul divano, arrendendomi di fronte un dolore disarmante, la testa china.
-"Alex si è svegliata." E di colpo, quel muro trasparente di fronte a noi, si ruppe.
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How You Remind Me
Teen FictionSequel di "I Wanna Be Yours." Passati anni dall'ultimo incontro in quel parco. Passate storie. Passati amanti. Passato il ricordo. Passata, quasi, la storia.