CApITOLO 7 - Lieve Contatto

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Lieve Contatto

_ Amelie_

Dopo l'episodio della "luna piena", la ferita al collo guarì in poco tempo.
Il caro dottor Ravaléc, sosteneva che l'assurdità del mio comportamento fosse dovuta al manifestarsi del sonnambulismo; e se lo affermava lui che era medico... io che ragione avevo di contraddirlo?
Ormai erano passate due settimane dalla rottura del mio fidanzamento con Adam e ancora non mi ero ripresa del tutto. Qualche volta mi capitava di ripensare a lui, diciamo che era inevitabile; ma non ritenevo che fosse necessario continuare a sprecare così i miei sentimenti. Inoltre, con l'arrivo di quel Miguel Meterjnick, le giornate si erano rivelate un vero inferno.
Non solo ero reclusa in casa come una criminale, ma quell'insolente creatura dagli occhi di ghiaccio non mi lasciava un secondo in pace. Era l'essere più arrogante, puntiglioso, volubile e dispotico che avessi mai incontrato. Semplicemente insopportabile!
Si teneva sempre a debita distanza, tuttavia il suo sguardo mi seguiva costantemente, sia di giorno che di notte. O almeno, così sembrava a me. Eva sosteneva tutt'altro. Secondo lei, infatti, oltre agli orari di lezione - in cui assolveva irreprensibilmente al suo ruolo di precettore - Miguel non mi degnava di uno sguardo. E ciò, oltre che ad infastidirmi, mi turbava non poco. Soprattutto da quando l'avevo "sognato", risvegliandomi col seno nudo e la benda strappata. Oh, al diavolo! Che fosse maledetto.
Col suo arrivo, la mia vita si era tramutata in un'odissea di disastri. Mi faceva una tale rabbia che l'avrei strangolato volentieri, ma a quanto sembrava, solo a me la sua presenza era indigesta e proprio non capivo perché tutti - tranne Lamia - si fossero lasciati abbindolare così facilmente dalla sua bella faccia. Che li avesse stregati?
Certo, non potevo negare l'evidenza. Miguel ci sapeva fare con le persone.
Oltre ad essere bello, era anche intelligente ed incredibilmente carismatico, ma per quanto fascino possedesse, me lo sentivo fin nelle viscere che aveva un'anima malvagia, nera come la pece. Ed io l'odiavo. Lo detestavo con tutto il cuore per quello che mi aveva fatto, e niente avrebbe mai alterato i miei sentimenti... o almeno così credevo.
Improvvisamente i miei pensieri vennero interrotti dal rumore di una porta che veniva aperta. Non appena lo vidi entrare nella stanza, mi sbrigai a tirar su le coperte e nascondermi sotto di esse, infagottata fino alla testa.

-A-altri cinque minuti...- biascicai, fingendo di essermi appena svegliata.

-Alzatevi.- ordinò, tirando via la trapunta.

-Faccio da sola!- urlai infastidita, trattenendo il copriletto con le mani.

Ultimamente, Miguel entrava e usciva dalla mia stanza come se nulla fosse. Lamia non era d'accordo e faceva di tutto per evitarlo ma non poteva niente contro di lui, poiché era stata lei stessa a nominarlo mio precettore.

-Sbrigatevi, siete lenta come una lumaca.- disse in modo annoiato, appoggiando la spalla sulla colonna del mio letto.

Il gingillo che aveva attaccato sul sopracciglio destro brillò. Non capivo perchè si ostinasse a presentarsi con un simile ornamento sul volto... un atto di ribellione? O forse una trovata da Dandy modaiolo?
Accortosi del mio strano sguardo, sorrise di rimando, sensualmente, lasciando intravedere di proposito i denti bianchi. Solo i canini erano leggermente più aguzzi della norma.

-Si chiama piercing.- affermò, -Dubito che l'abbiate mai visto. Non è una pratica molto diffusa... in Occidente.-

-Io non vi ho chiesto nulla! Non mi interessano le vostre stranezze!- puntualizzai.

I suoi occhi di ghiaccio indugiarono divertiti sul mio volto.

-Chiedo venia, milady... ma avevo l'impressione che lo steste fissando.- dichiarò, inarcando il sopracciglio perforato dal piercing.

Arrossii fulmineamente. Morivo dalla voglia di rispondergli a tono, urlargli contro e negare tutto, ma mi trattenni. In fin dei conti, sapevo qual'era il suo scopo: voleva provocarmi.

Rosso Scarlatto - Prima Parte: Virgo IntactaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora