CAPITOLO 36 - Nigel Von Kleemt

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Nigel Von Kleemt


_ Miguel_


- Credo che tu mi debba delle spiegazioni, ragazzo...- mi fulminò Nigel von Kleemt, sporgendosi al di sopra della sua tela.

Sentii il pennello sfregare contro la superficie carica di colore, in modo alterato, frettoloso, producendo un rumore tutt'altro che gradevole.

- Avanti, parla! Che diavolo stavate facendo?!-

- E cosa dovrebbe importarvene, di grazia?- dissi con strafottenza, ormai innervosito dal suo atteggiamento.

L'odore di vernici e colori ad olio mi bruciò le narici, costringendomi a non respirare.

Lasciai lo sguardo libero di vagare all'interno del suo studio, soffermandomi su cornici in legno, tavole preparate a gesso e varie tele arrotolate sul ripiano di uno scaffale.

Alzai il braccio per afferrare un lembo di stoffa ancora da preparare.

Grigia, la trama larga, forse fin troppo.

Accarezzai la sua superficie storcendo il naso.

Non potevo farci niente: detestavo la porosità del lino grezzo a contatto coi polpastrelli.

- Allora?- lo incalzai.

Lui sbuffò spazientito, trattenendo la rabbia che gli imporporava il volto.

Non era molto bravo a dissimulare, quindi trovavo inutile che si sforzasse tanto. In qualunque caso, la nostra conversazione era inevitabilmente destinata a tramutarsi in un litigio.

- "Cosa dovrebbe importarmene"?!- ripeté su tutte le furie, gettando la tavolozza a terra.

Sembrava quasi che gli occhi potessero fuoriuscirgli dalle orbite, cadere a terra e rotolare sulle assi di legno del pavimento.

Come immagine era piuttosto raccapricciante, ma di certo avrei provato di gran lunga più piacere nel cavarglieli personalmente.

- Esatto.- replicai, calibrando a dovere il tono della mia voce.

- Cosa stai insinuando?-

- Io?- spalancai gli occhi con finta incredulità, posandomi teatralmente una mano sul petto.

- Ero solamente in compagnia della mia fidanzata, Sir. E voi, in modo estremamente inopportuno... ci aveteinterrotto sul più bello.-

Colpito e affondato.

Dopo quelle parole lo vidi avvampare, sfiorare i toni del viola e puntarmi irosamente un dito contro.

- Tu...! Razza di bestia in calore! Che avevi intenzione di farle, eh?!-

- Non sono di certo affari vostri.- lo beffeggiai.

La mia voce era volutamente insolente, irritante, accentuata da un ghigno malizioso.

Per poco non me lo ritrovai addosso, pronto a colpirmi a suon di pugni.

- Dannato bastardo!- urlò, - Ti stavi approfittando di mia nipote! Come hai osato? Credi che io sia un povero sprovveduto? Ho visto quello che stavate facendo... le vesti strappate, i vostri corpi nudi... e... le lenzuola! Quelle stramaledette lenzuola sporche di sangue!-

Lo congelai con lo sguardo, stringendo i pugni per non assalirlo in quello stesso istante.

Quel vecchio porco... era arrossito come un ragazzino, nel ripensare al corpo nudo di sua nipote.

Rosso Scarlatto - Prima Parte: Virgo IntactaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora