CAPITOLO 11 - La Tana Del Leone

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La Tana Del Leone


_ Amelie_

Il ticchettio dell'orologio, suonava spaventosamente irritante nella mia testa.
Non riuscivo a prender sonno, eppure il mio letto era così morbido ed invitante.
Lo guardai schifata, pensando che fosse un vero peccato non usufruire di quel bel calduccio, ma con riluttanza tornai alla finestra.
Un leggero venticello faceva sussurrare le cime degli alberi e la nebbia cingeva l'orizzonte come un lungo drappo cinereo.
Sospirai affranta, appannando col calore del mio respiro il vetro che mi stava di fronte.
Ero un po' ansiosa in verità, e non facevo altro che chiedermi tra quanto sarebbe ritornato e cosa stesse combinando in quel preciso momento.
Mi odiai profondamente per quei pensieri molesti, soprattutto perché io, non potevo proprio preoccuparmi per lui, anzi.
Guardai nuovamente verso il letto ed un brivido freddo mi attraversò la spina dorsale. Mi costrinsi a tener duro e come se nulla fosse, mi strinsi ancora di più nella vestaglia.
Avrei dovuto fare i salti di gioia per la sua assenza... ma ormai era abbastanza ovvio che fossi preoccupata, no?
Quel miserabile mascalzone non tornava da tre giorni.
Non uno... ma tre maledettissimi giorni!
Nessuno osava immaginare dove diavolo si fosse andato a cacciare... nemmeno Lamia.
O così diceva lei.
L'ultima volta che l'avevo visto, come un villano aveva osato baciarmi nuovamente; sembrava quasi che la sua insolenza non conoscesse limiti.
Fui costretta ad ammettere però, che nel periodo passato a contatto con Miguel, mi ero quantomeno abituata alla sua presenza.
Tanto che mi pareva strano non incrociare il suo sguardo per più di due ore... figuriamoci tre giorni di seguito!

"Chissà" pensai, magari era da qualche parte a spassarsela in dolce compagnia.

Immediatamente mi vennero alla mente le immagini del ballo. Perché doveva essere così maledettamente incantevole?
E soprattutto, perché mi aveva baciata?
Restai immobile a fissare il vuoto fuori dalla finestra, nella speranza di trovare una risposta. Ma non la trovai da nessuna parte.
Poi, mi rivenne in mente il litigio avuto poche ore prima con Eva, ed ulteriore peso andò a raggrumarsi sui miei poveri nervi.
Ma cosa le era preso?
Mia sorella, dopo il bacio scandaloso del ballo, non mi aveva più parlato. Mi evitava come la peste.
Certo, capivo perfettamente che magari desiderava avere delle spiegazioni in proposito, ma la sua reazione mi sembrava abbastanza esagerata. Comunque, al rumore della carrozza che attraversava il cancello, accantonai i pensieri su Eva e mi concentrai su ciò che vedevano i miei occhi.

"Eccolo" mi dissi con voce irritata.

"Si è degnato di tornare!" ma nel vedere la carrozza che si fermava sull'acciottolato davanti al piazzale, tirai un sospiro di sollievo.

Scese velocemente dalla vettura, la quale, dopo pochi secondi ripartì.
Miguel era bellissimo come al solito, ma aveva i vestiti logori e macchiati di... sangue?
Una fitta mi colpì al petto.
Era ferito?
In preda all'ansia mi sporsi in avanti per vedere meglio, ma fortunatamente mi resi conto che quel sangue, non gli apparteneva. In quel momento però, mi sorse un dubbio.
Se il sangue che aveva addosso non era suo, allora da chi proveniva?
Non era certo da lui, andare in giro in modo così trasandato. Ma oltre agli abiti, qualcosa che teneva fra le braccia attirò la mia attenzione.
Aguzzai lo sguardo, e quando riuscii a distinguere con precisione "cosa" portasse in braccio, il sangue mi si gelò nelle vene.
Terrorizzata - me ne infischiai di essere mezza nuda - corsi come una matta al piano di sotto. I miei piedi non parvero toccare terra. Dovevo ad ogni costo salvare quella povera creatura dalle sue grinfie!
Sicuramente non sarebbe passato per la porta principale, quindi mi diressi il più velocemente possibile verso l'entrata secondaria. Sapevo fin troppo bene, cosa Miguel fosse in grado di fare e non volevo che accadesse qualcosa anche a quella bambina indifesa.
Prima che lui potesse solamente abbassare la maniglia della porta, gli piombai di fronte con le orecchie fumanti di rabbia.

Rosso Scarlatto - Prima Parte: Virgo IntactaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora