CAPITOLO 14 - Il Volto Del Mostro

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Il Volto Del Mostro


_Miguel_

Quando arrivai, era già troppo tardi.

Sentivo la rabbia ribollire all'interno del mio corpo come pura lava incandescente.
Quegli esseri disgustosi l'avevano accerchiata come un branco di lupi, e a giudicare dal forte odore di sangue che percepivo nell'aria, Amelie doveva essere gravemente ferita.

A quel pensiero, la pietra rossa che portavo al collo si fece più scura, sfiorando i toni dell'ebano.

Non serviva che la vedessi per capirlo: lo sapevo e basta.
Quel rubino era lo specchio della mia anima e nel vedere la pelle di Amelie in quelle pietose condizioni, divenne completamente nero e ancora più rovente.
Sorrisi biecamente, distendendo bene le dita.
Erano quattro, ed ora che li guardavo meglio non sembravano Ghuldrash, no... però ne avevano l'odore.

Sentivo quel lezzo disgustoso e dolciastro di carne putrida fin nelle ossa, ma non ne avevo mai visti con simili sembianze, e sebbene somigliassero effettivamente a degli animali, la decomposizione degli strati ipodermici parlava chiaro. Oramai non si trattava più di comuni lupi, erano in uno stato di putrefazione troppo avanzato.

Amelie tremava, coprendosi il volto con le mani.
I suoi vestiti erano logori, completamente strappati e incrostati dal sangue. Intanto quelle bestie continuavano ad avanzare verso il suo corpo inerme, con le zanne scoperte e i lembi di carne e pelliccia che cadevano a terra decomponendosi.

No, quelle rogne disgustose non avrebbero avuto scampo.

La furia incandescente di prima mi salì fino alla testa, era una rabbia muta, silenziosa, capace di annullare completamente il mio lato razionale e rendermi una belva assetata di sangue.
Uno di loro si fece in avanti, Amelie gridò ed io scattai.
In un attimo, quei mostri si accorsero della mia presenza e con ferocia cercarono di saltarmi addosso.

Sorrisi fra me e me digrignando i denti... non capivano con chi avevano a che fare?

Invece di sprecare il ciondolo come arma, decisi di cacciare fuori gli artigli e con un colpo ben assestato scaraventai uno di quegli esseri a terra strappandogli gli occhi dalle orbite. Disgustato dal sangue che cominciava a fuoriuscirne, mi girai di scatto trapassando con la mano un'altro che stava cercando di saltarmi addosso.

Altro sangue nero e putrido grondò dalle mie mani.

Ma non era abbastanza.

Conficcai gli artigli nelle membra scure di quell'essere, fino a toccare terra dall'altra parte. Si sentì lo stridio delle ossa che si spezzavano, il frusciare della carne che veniva lacerata, il leggero crepitio dei legamenti che venivano rotti, persino le arterie recise... tutto.

Percepivo ogni cosa, e mi piaceva.

Ero fuori controllo, e così in collera da dimenticare persino che "lei" mi stava fissando terrorizzata. Avevo gli occhi iniettati di sangue e il mio unico desiderio era sterminare una volta per tutte quelle fecce che avevano osato toccarla con i loro luridi artigli.

Come avevano azzardato farle del male?

Oh, beh... ormai importava poco. Li avrei prima fatti a pezzi e se proprio non volevano decomporsi da soli, ci avrei pensato io a dargli fuoco!
Amelie gridò, ma le sue urla non facevano altro che alimentare la mia rabbia.

Dopo aver finito di squarciare il ventre della mia vittima, mi scagliai con forza contro le ultime due creature rimaste. L'impatto con i loro addomi fu violento. Uno mi colpì con gli artigli sul braccio, ferendomi abbastanza profondamente, mentre l'altro cercò di mordermi al collo. Ma con fin troppa ferocia staccai ad entrambi la testa, lasciando cadere i monconi sanguinanti nel fango.

Rosso Scarlatto - Prima Parte: Virgo IntactaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora