CAPITOLO 41 - Le Ragioni Dell'Ailthium

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Le Ragioni Dell'Ailthium

_ Amelie_

<< Dobbiamo stare attente.>> disse Lizzy, porgendomi un fagotto informe d'abiti spiegazzati.
Si trattava di un completo maschile: grigio, simile al suo, ma di una sfumatura più chiara, tenue, tendente lievemente al blu.
<< E questi?>> chiesi esterrefatta, << Cosa dovrei farci?>>
Mi guardai furtivamente allo specchio, rimirando l'immagine di una ragazza spaventata, provata dagli eventi, coi capelli tremendamente arruffati, ma coperta completamente da pizzi e merletti.
Anche Lizzy seguì la traiettoria del mio sguardo, storcendo il naso in una smorfia d'insofferenza.
<< Dio... ma sei stupida o cosa?!>> mi rimproverò, << Devi indossarli! Non mi pare una cosa tanto difficile da capire! Insomma... dove credi di andare conciata così? Sei troppo appariscente! Ci scopriranno in un batter d'occhio!>>
<< Che cosa?!>> strepitai.
Io... indossare quei... quei, pantaloni!
Per l'amore del cielo!
Mai!
Ero una ragazza di buona famiglia, io!
Una fanciulla rispettabile!
Non potevo andarmene in giro con un capo d'abbigliamento maschile... sarebbe stato strano... sconveniente!
Ma poi, come se un lampo a ciel sereno avesse cozzato contro il mio cranio, rinsavii da quei pensieri assurdi, da stupida ragazzina superficiale.
Che importava di come mi vestivo?
Ero davvero così sciocca ed inquadrata in quell'ipocrita gabbia morale?
Oh no... la verità era che non poteva fregarmene di meno!
Il mio scopo era quello di salvare Miguel, di fuggire con lui, da una morte certa... non quello di badare al buon costume! Anzi!
Se solo fosse servito, sarei andata in giro completamente nuda pur di portarlo in salvo!
<< Allora?>> mi fece lei spazientita, sbuffando come un toro.
Batteva i piedi insistentemente a terra, scandendo in modo accelerato il passare dei secondi.
La guardai negli occhi, dopodiché abbassai lo sguardo su quel cumulo di stracci.
Vi allungai la mano sopra, esitante, fino a sfiorare la stoffa con la punta delle dita.
L'afferrai.
Sentii la consistenza del tessuto ruvido contro i polpastrelli, un leggero pizzicore, mentre mi portavo la matassa all'altezza del petto.
La strinsi forte, poi alzai gli occhi per incontrare quelli della ragazza minuta che mi stava di fronte.
Entrambe ci fissammo in silenzio, in attesa, finché non mi decisi a regalarle un sorriso strafottente e deciso.
<< Aspettami qui, Lizzy. Due minuti e sono pronta!>>

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Quando uscii dallo spogliatoio, avvolta unicamente da giacca, camicia e pantaloni, la prima cosa che provai fu... un'incredibile sensazione di libertà.Non c'erano più lunghe e pesanti gonne a rallentare i miei passi, né eccessivi strati di stoffa a limitare i miei movimenti. D'un tratto, non c'erano più barriere, né tantomeno costrizioni.Solo la consistenza dell'aria, della leggerezza, dello spazio.Pura euforia.Mi sentivo fresca, emancipata, come mai in vita mia... ed era meraviglioso, esaltante, quasi inebriante.Avevo i brividi.<< Mmm, niente male! Con quei vestiti e il seno fasciato, potresti proprio passare per un ragazzino!>> proruppe Elizabeth dall'altro lato della stanza, squadrandomi da capo a piedi con occhio critico.Di norma, avrei dovuto offendermi per un simile "complimento", ma in quel momento non aspiravo ad altro.Dovevo assomigliare ad un ragazzo!

<< Non credevo che indossare abiti maschili fosse così... elettrizzante!>> ammisi, su di giri, saltando da una parte all'altra della stanza.
Ero un caso perso, ormai.
Non mi sarei tolta quei capi d'abbigliamento mai più!
Davvero!
<< Frena gli entusiasmi, principessina! Non siamo qui per giocare, tutt'altro. Quello che ci accingiamo a fare è contro le regole e... molto pericoloso.>>
Alle sue parole, mi bloccai istantaneamente, ferita.
<< Certo...>> risposi, torturandomi le mani.
Dopodiché tornai a fissarla, stringendo i pugni per farmi forza.
<< Sono pronta!>> affermai.
Lizzy abbozzò una mezza specie di sorrisetto sardonico, e con un movimento fluido, scosse la testa.
<< No. Non ancora, prima dobbiamo fare qualcosa per quei capelli. Tieni.>>
Allungò le braccia nella mia direzione, porgendomi un voluminoso basco di velluto nero.
<< Questo dovrebbe nasconderli tutti.>>
Annuii in silenzio, raccogliendo tutta la matassa di ricci in uno chignon, che prontamente, intrappolai al disotto del cappello.
<< Bene. E ora ascoltami.>> disse abbassando il tono della voce, come se le mura avessero orecchie.
<< Sto rischiando molto, nell'aiutarti. In realtà non dovrei nemmeno interagire con te, se non per tenerti d'occhio. Anzi, nemmeno io so per quale oscuro motivo lo sto facendo, credimi. Neanche mi piacciono le principessine con la puzza sotto il naso come te... ma non posso abbandonare il nostro miglior cacciatore. Lui è sempre stato un mentore per me... un amico. E gli amici non si abbandonano. Mai.>>
Gli occhi color cioccolato di Elizabeth, nel pronunciare quelle parole, si riempirono di calde lacrime.
Ma prima ancora che potessero fuoriuscire e rompere gli argini, si passò il palmo della mano contro gli occhi, stropicciandoli.
Avrei voluto ringraziarla, di cuore, ma prima ancora che potessi aprir bocca, Lizzy riprese a parlare.
<< Quindi ascoltami attentamente e fa come di dico: dovrai seguirmi in silenzio, senza fiatare, gli occhi bassi... nel caso incontrassimo qualcuno, fa parlare ME. Hai capito? Qualsiasi cosa succeda, rimani zitta! >>
I suoi occhi erano decisi, sinceri, tanto che non potei fare a meno di sorriderle.
<< Certo.>> replicai, << Non c'è problema!>>
Per alcuni secondi, Lizzy sembrò scrutarmi con aria dubbiosa, scettica.
Poi però la sua espressione mutò radicalmente, tantoché vidi il suo volto illuminarsi e le sue labbra distendersi a dismisura.
Si ritrovò a ricambiare il mio sorriso.
Radiosa.
<< Molto bene! Così mi piaci, principessina!>> esclamò, << E ora andiamo, Cassandra ci aspetta!>>
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Rosso Scarlatto - Prima Parte: Virgo IntactaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora