CAPITOLO 39 - Assassinio

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Assassinio

_ Miguel_

Il tetto del bastione non era troppo lontano.

Mi bastava seguire il corridoio, svoltare a destra e salire la ripida scalinata che mi avrebbe portato a destinazione.

Una volta in cima, la gelida brezza notturna mi colpì in viso con la medesima intensità di un uragano. Nessuna stella brillava in quel cielo cupo, gonfio, pregno di nuvole e d'umidità.

Nemmeno una... anzi.

La sola fonte d'illuminazione era data dal profilo addormentato della luna, che con i suoi pallidi raggi faticava a rischiarare le nette ombre del paesaggio circostante. Senza perder altro tempo inutilmente, mi guardai intorno.

C'era un lungo varco scavato nella roccia, file interminabili di mattoni e poi uno spazio aperto, circolare, sormontato da una sorta di piedistallo rialzato... su cui poggiava lo stendardo bianco e rosso dei von Kleemt.

L'affare giaceva immoto al centro del cerchio, inchiodato alla pavimentazione come uno spillo infilzato nella lana.

Feci scivolare la Mimesis tra le dita, facendo ben attenzione a non tradire troppo in fretta la mia presenza, dopodiché, cominciai a spostarmi nel buio.

Mura alte e rugose si alternavano a parapetti crollati, dando vita ad un particolare gioco ottico, fatto di geometrie sia simmetriche che irregolari.

Il tutto accentuato dalla cappa nera della notte.

Col cuore colmo d'agitazione per lei, girai a vuoto per alcuni secondi, senza però scorgere o trovare niente.

Ero nel bel bezzo di una situazione di stallo; diviso tra la voglia di correre a cercarla come un folle, invocando il suo nome a squarciagola; e tra l'amara constatazione dei fatti.

Amelie era svanita, scomparsa nel nulla... questo, almeno, finché il vento non decise di cambiare direzione.

Ci fu una sferzata poderosa, una vera tempesta d'aria... e nell'arco d'un battito di ciglia, la flebile traccia che stavo seguendo... da impalpabile divenne incredibilmente forte, intensa, tanto da stordirmi.

<< Amelie!>> mi rivolsi all'ignoto.

Eppure non ci fu alcuna risposta.

<< Lo so che sei qui. Lo sento...>> continuai.

Ma nulla.

Il silenzio perdurava, aleggiando come fitta bruma su un mare in burrasca.

<< Amelie... ti prego!>>

Non avrei mai creduto, nel corso della mia lunga vita di giungere al punto di dover implorare qualcuno.

Eppure, implorare era il termine esatto.

<< Amelie!>>

Questa volta ci fu un lieve singulto, un frusciare di stoffa bagnata e... non appena svoltai l'angolo grosso piedistallo in pietra, un'esile figura vestita di bianco catturò completamente la mia attenzione.

Eccola. 

Se ne stava lì, da sola, afflosciata su sé stessa come un abito dismesso.

Aveva le spalle incurvate, la testa sepolta tra le ginocchia e un'incredibile difficoltà nel respirare.

Era annientata, distrutta, un pallido fagotto di lacrime e stracci.

<< Stai tremando...>> constai.

Rosso Scarlatto - Prima Parte: Virgo IntactaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora