Meine Liebe
_ Miguel_
Rosso.
I miei occhi non riuscivano a vedere altro.
Proprio come una pericolosa malattia virale, lo sentivo invadermi il corpo e contaminarmi, mentre le insidiose spire della fame mi avviluppavano lo stomaco. Di nuovo.
Improvvisamente, un lampo di luce squarciò le tenebre che mi circondavano: mi ritrovai al centro di una camera semibuia, spaziosa, con un grosso letto a baldacchino addossato alla parete.
Credevo di essere solo, ma c'era qualcuno... in quel letto.
Un uomo disteso supino, immobile, rigido e pallido come un'eterea scultura di marmo.
Fissai a lungo quei lineamenti fini e marcati allo stesso tempo; gli zigomi alti, ben cesellati; il naso dritto e la bocca severa.
C'era tanta famigliarità in quel volto addormentato... forse fin troppa.
Decisi così di avvicinarmi al suo capezzale, spostare le coperte e guardare meglio.
Quando fui abbastanza vicino, il cuore rallentò di qualche battito, poi prese ad iniettarmi ghiaccio nelle vene.
Le lenzuola bianche erano sporche di sangue; le scostai di lato, scoprendo una profonda ferita sanguinolenta, dentellata, che gli squarciava trasversalmente la gola.
Ma quello era solo l'inizio.
Il resto del corpo era ridotto a un colabrodo... completamente devastato.
C'erano graffi, escoriazioni, ustioni e vasti ematomi violacei un po' ovunque; le braccia erano piene di solchi scavati nella carne, mentre il petto era disseminato da tanti piccoli forellini ravvicinati.
Segni inconfutabili di artigli e zanne.
Eppure, tutto il mio stupore svaniva di fronte a quel viso.
Il mio viso.
Senza rendermene conto, mi accostai ancora di più al letto.
Sentivo una strana eccitazione percorrermi la spina dorsale; era come osservare la propria immagine attraverso uno specchio d'acqua torbida.
Era tutto sbagliato, inesatto, distorto.
" Quanta bellezza..." fece la voce dei miei incubi, prendendo vita dal nulla.
Fu allora che mi resi conto di star sognando.
Vidi la sua immagine materializzarsi da una spessa coltre nera, che svanì senza lasciar traccia dopo pochi secondi.
" Tu..." bisbigliai.
Avevo gli occhi di brace, affilati come lame.
" Sei lento a guarire..." constatò con aria soddisfatta, " Devo averti fatto molto male."
" Potrei dire lo stesso di te." replicai sprezzante.
Lei si limitò ad annuire con la testa.
" Credevo fossi un gentiluomo, Meine Liebe..." sussurrò sensualmente, inumidendosi le labbra sull'ultima parola.
Meine Liebe.
Erano decenni ormai che non venivo più chiamato con quell'appellativo... ma udirlo dalla sua voce, fu come farsi strappare il cuore dal petto.
" Cosa pretendevi, eh? Che ti accogliessi a braccia aperte?" le inveii contro.
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Rosso Scarlatto - Prima Parte: Virgo Intacta
Vampir"In principio ci furono le fiamme." Londra, 1882. Amelie von Kleemt è una giovane di buona famiglia, ed ha tutto ciò che una ragazza della sua età possa desiderare: un nome altisonante, una casa lussuosa, innumerevoli vestiti, gioielli e... un fidan...