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_ Amelie_Josephine arrivò con il carrello della cena verso le sette e mezza, trascinandosi dietro una scia di aromi deliziosi. Quella sera il cibo sembrava particolarmente appetitoso, peccato però che non avessi molta fame.
Mi accarezzai a malincuore lo stomaco, provando un'infinita pena per la povera Mrs. Karris, la quale si era data tanto da fare inutilmente.<< Cosa ti succede, bambina mia? C'è qualcosa che non va?>> domandò preoccupata Josephine, vedendomi giocherellare svogliatamente con una carota bollita.
<< Non ho fame, Jose...>> ammisi sconsolata.
I suoi grandi occhi scuri mi guardarono accigliati.
Sapevo cosa significava quello sguardo e stoicamente mi preparai all'imminente ramanzina. Era pronta per l'attacco: si rassettò il grembiule da governante e con studiata enfasi, incrociò minacciosamente le mani al petto.<< Sciocchezze, ma petite. Ci sono fanciulle della tua stessa età ben poco fortunate, in questo mondo. Non hanno dei genitori amorevoli e facoltosi, né un tetto sulla testa. Alcune non sanno neanche di che campare. Oh, povere figlie! Sono costrette a lavorare come operaie, sguattere o peggio... Quindi mon trésor ,ringrazia Iddio per le grazie che ti ha concesso... È peccato lasciare il cibo nel piatto!>> mi rimproverò col suo marcato accento francese.
Poi avvicinò una sedia al letto, accomodandosi sul morbido cuscino di velluto verde.
Mi vergognai infinitamente per la mia ingratitudine: sapevo di poter vantare uno stile di vita che pochi potevano permettersi. Abbassai lo sguardo intristita, cercando di farmi forza e mangiare.
Accortasi del mio repentino cambiamento d'umore Josephine cercò di alleggerire l'atmosfera; si alzò faticosamente dalla poltrona per sedersi accanto a me sul bordo del letto.
Le gonne scure della divisa si gonfiarono, facendola sembrare una chioccia durante la cova delle uova.
Era così buffa che riuscii a malapena a trattenere le risate.Come potevo non adorarla?
<< Non me ne andrò di qui, fino a quando non avrai finito tutto!>> minacciò con voce solenne, dopodiché si mise a ridacchiare amabilmente, come una ragazzina.
Contagiata dal suo sorriso, provai a stuzzicare qualcosa, accorgendomi che evidentemente, avevo interpretato male i bisogni del mio corpo. Stavo letteralmente morendo di fame, e senza rendermene conto, ripulii tutto il piatto, abbuffandomi fino a scoppiare.
<< Brava, bambina mia. Devi recuperare le forze, altrimenti non potrai sposarti con quel bel giovanotto!>>
Perchè l'aveva nominato?
Nel pensare a Miguel, fui colpita da una fitta lancinante al cuore, come se una mano invisibile lo stesse stritolando con forza. Mi chiesi se anche lei fosse a conoscenza della scomparsa di Miguel, ma supposi che alla servitù non fosse stato detto nulla.
<< Jose, tu per caso hai notizie di "quel bel giovanotto"?>>
<< No, ma chérie.>> ammise sconsolata, << Sono tre giorni che non lo vedo, ma sta tranquilla. Presto tornerà da te.>>
Nel pronunciare quelle ultime parole, il suo volto paffuto aveva assunto un'espressione sibillina.
<< Come fai ad esserne così sicura?>> domandai ansimando.
Avevo il cuore in tumulto: martellava sempre più violentemente contro le costole, fin quasi a romperle.
<< L'ho capito da come ti guarda, tesoro mio. È pazzo di te.>>
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Rosso Scarlatto - Prima Parte: Virgo Intacta
Vampire"In principio ci furono le fiamme." Londra, 1882. Amelie von Kleemt è una giovane di buona famiglia, ed ha tutto ciò che una ragazza della sua età possa desiderare: un nome altisonante, una casa lussuosa, innumerevoli vestiti, gioielli e... un fidan...