CAPITOLO 23 - In Pasto Alle Fiamme

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In Pasto Alle Fiamme


_ Amelie_

L'inferno stava divampando sotto i nostri occhi, ed io non ero altro che un'inerme spettatrice, incapace persino di muovere un muscolo.
Faticavo a respirare.
Il fumo aveva invaso il corridoio, velando di grigio tutto ciò su cui posavo lo sguardo.

Gli oggetti avevano perso ogni connotazione materica; sembravano fluttuanti macchie di colore sbiadito, bidimensionali, prive di contorno, spessore e forma.
Solo il profilo traballante delle fiamme era ben definito, nitido e rosso come i petali vellutati di una rosa.

Che strano.

Pareva quasi che l'incendio avesse preso le sembianze di un grosso mostro, che divorava con ingordigia qualunque cosa gli si parasse davanti: tappezzeria, i mobili, tende e... persone.

Soffocai l'urlo di terrore che premeva contro le mie corde vocali per fuoriuscire, distogliendo immediatamente lo sguardo dai due cadaveri che bruciavano a terra. I volti resi irriconoscibili dalle ustioni.

M'imposi di restare calma ed impassibile, auto-convincendomi che in fin dei conti, non poteva andare peggio di così... ma cantai vittoria troppo in fretta.
Decine di occhi rossi si accesero tra le fiamme, rivelando le sagome deformi e scure di alcuni Ghuldrash.

<< Ascoltami bene, Piccolo Tarlo...>> sussurrò Miguel posandomi a terra, la voce roca ma decisa.

Mi guardò per avere una conferma, eppure le parole si rifiutavano di uscire.
Quindi deglutii a fatica, riempiendomi la gola di fumo maleodorante... ma niente. Non avevo più voce.
Terrorizzata, cominciai a guardarmi intorno, la visuale completamente offuscata dalle lacrime.

Oh, maledizione!

Non sapevo più dove rivolgere lo sguardo.

Tutta quella morte, tutto quel fuoco... era uno scherzo, vero?

Forse stavo diventando pazza o forse mi trovavo ancora intrappolata tra le sadiche braccia di Morfeo, eppure i gorgoglii animaleschi di quel Ghuldrash apparivano così dannatamente reali!

<< Amelie!>> urlò Miguel, scuotendomi leggermente per richiamare la mia attenzione.

Incapace di fare qualsiasi altra cosa, mi limitai ad annuire con la testa.
Lui abbozzò un sorriso tirato, dopodiché mi spinse da parte.

<< Sta in dietro... e qualsiasi cosa succeda, non farti mordere da loro!>>

Poi ogni cosa si tinse di sangue.
Con un gesto fulmineo Miguel si lanciò all'attacco, strappandosi dal collo il ciondolo col rubino impazzito.
Spinse la pietra all'interno e nel giro di un secondo, una lama sottile ed affilata, lunga appena un pollice, spuntò fuori dall'estremità inferiore del pendente.

Che aveva intenzione di fare con quell'affare minuscolo?

Sconcertata, mi portai le mani davanti agli occhi per non vedere la misera fine che di lì a poco avrebbe fatto, ma con mia grande sorpresa, l'arma si rivelò incredibilmente utile.
Come se fosse stato del tenero burro, la carne di quei mostri cedeva sotto i poderosi fendenti di Miguel.
Sentii un brivido d'eccitazione solleticarmi la spina dorsale, mentre con occhi increduli lo guardavo lasciarsi dietro un'interminabile scia di sangue.

Era incredibile.

Per quanto quelle creature lo superassero in mole, numero ed altezza, lui sembrava finirli senza alcuna fatica, come se bastasse un lieve graffio da parte di quella piccola lama per mozzare membra, arti e teste.
Colpo dopo colpo, i Ghuldrash s'ammassavano a terra, rigidi, immobili... la loro carne gettata in pasto alle fiamme. Ma per quanto il pavimento si riempisse di cadaveri, la ressa di quei mostri sembrava non avere fine.

Rosso Scarlatto - Prima Parte: Virgo IntactaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora