CAPITOLO 32 - Da Soli

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Da Soli

_ Miguel_

Un attacco improvviso, mi costrinse a fermarmi per l'ennesima volta.

Appoggiai la schiena al muro, facendo aderire le braccia lungo i fianchi, dopodiché, inspirai a fondo ed attesi.

Non potevo fare altro.

Rimasi in quella posizione scomoda per un tempo indefinito; cercavo di soffrire in silenzio, di farmi forza e sopportare, ma l'intervallo tra una fitta e l'altra diminuiva di secondo in secondo.

Maledissi mentalmente me stesso, poi la donna che mi aveva ridotto in quel modo.

Come avevo potuto essere così sconsiderato?

Affrontare Lilith, nella radura, si era rivelato un errore madornale.

Lei non era più l'esile ragazzina che ricordavo, no... era cambiata radicalmente, e con lei, l'intensità dei suoi poteri.

Col tempo erano cresciuti a dismisura, andando ben oltre i limiti imposti dalla mia memoria.

Ma in fin dei conti, che pretendevo?

In lei scorreva il loro sangue, la loro linfa vitale... li aveva conquistati in tenera età, compiendo il più perverso ed efferato dei peccati...

Eppure l'avevo sottovalutata!

Mi portai faticosamente una mano al petto, poi risalii con delicatezza il collo: una brutta lesione trasversale mi tagliava lateralmente la gola, lasciando scoperto gran parte del muscolo sottostante.

Poco più in basso, attaccato al manubrio dello sterno, se ne stava il ciondolo dorato della Mimesis.

Il metallo era caldo, rovente, ma ormai non provavo più dolore al suo contatto.

Negli ultimi tempi quel bruciore era diventato una costante, come del resto l'insaziabile senso di fame che mi attanagliava le viscere. Strinsi la collana tra le dita, pigiando appena sul rubino incastonato al suo interno.

Anche il continuo accendersi e spegnersi della pietra, che variava dal rosso al nero, dopo un po' si era rivelato un comportamento normale... soprattutto, quando c'era Amelie nei paraggi.

Il solo pensare a lei, bastò a provocarmi una fitta dolorosa che mi colpì la bocca dello stomaco.

Dopodiché, la pietra impazzì per l'ennesima volta.

Di solito associavo quella reazione a me stesso, come se la Mimesis risentisse in qualche modo della mia eccitazione... ma non poteva essere quella l'unica spiegazione possibile!

Nella mia vita, ero stato affamato infinite volte, e altrettante così esaltato da faticare a respirare... eppure, la collana era sempre rimasta al suo posto, quieta, inanimata... morta. Al massimo variava di poco la sua temperatura.

Tuttavia, Amelie era l'eccezione: solo con lei si comportava in quel modo.

Era una cosa inspiegabile e totalmente illogica... me ne rendevo conto, ma il mio Piccolo Tarlo era l'unico essere al mondo -oltre a me- in grado di risvegliare il suo potere e maneggiarla senza bruciarsi.

Oh, Cristo!

Lei era in grado di utilizzarla!

Quel minuscolo, fatidico, mastodontico particolare mi folgorò come un fulmine a ciel sereno.

Come era possibile una cosa del genere?

Perché mi era sfuggita?

Forse negli ultimi tempi erano accadute troppe cose; c'erano stati il rapimento da parte di Ravaléc, l'incendio, E., la fuga, ed ora la ricomparsa di Lilith nella mia vita.

Rosso Scarlatto - Prima Parte: Virgo IntactaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora